Istat: quasi un italiano su cinque è a rischio povertà, oltre 2 punti in più rispetto alla media Ue
Istat: quasi un italiano su cinque è a rischio povertà, oltre 2 punti in più rispetto alla media Ue
Situazione drammatica anche sul fronte del mercato del lavoro, con un’occupazione di quasi 9 punti sotto la media, e dell’impiego femminile. Promossi invece salute e aspettativa di vita

di Marco Capponi  13/11/2025 12:20

Ftse Mib
44.891,84 17.13.52

+0,22%

Dax 30
24.057,69 17.13.42

-1,33%

Dow Jones
47.846,98 17.18.53

-0,85%

Nasdaq
22.994,60 17.13.39

-1,76%

Euro/Dollaro
1,1640 16.58.53

+0,40%

Spread
73,27 17.28.48

+0,64

In Italia il rischio di povertà è più alto di oltre 2 punti percentuali rispetto alla media dell’Unione Europea: 18,9% contro 16,2%. È quanto emerge dal Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes) 2024 diffuso dall'Istat.

Anche la disuguaglianza del reddito netto, prosegue lo studio, è più alta in Italia che nel resto del continente: 5,5% contro 4,7%.

Alcuni dati positivi

Tuttavia, evidenzia l'Istat in una nota, il sovraccarico del costo dell'abitazione colloca l'Italia in vantaggio, 3,1 punti percentuali al di sotto della media europea (8,2%). E questo avviene anche per gli indicatori relativi alla deprivazione materiale e sociale e alla difficoltà ad arrivare a fine mese.

Inoltre, nell’ambito della salute e della sicurezza, l'Italia mostra risultati positivi rispetto alla media europea per la mortalità evitabile (17,6 rispetto a 25,8 per 10 mila abitanti). La speranza di vita è di 84,1 anni, ben superiore alla media Ue di 81,7 anni, e il tasso di omicidi è tra i più bassi d'Europa (0,6 rispetto a 0,9 per 100 mila abitanti).

Forti problemi nel mercato del lavoro


Rispetto al contesto europeo, l'Italia presenta però significativi svantaggi nel mercato del lavoro, con un tasso di occupazione al 67,1%, quasi 9 punti sotto la media. Il divario si accentua peraltro tra le donne, tra le quali il tasso scende al 57,4% in Italia. Nel resto d'Europa sfiora il 71%. 

Particolarmente elevata è anche la forbice tra le persone che lavorano in part-time involontario (8,5% Italia contro 3,2% in Ue) soprattutto tra le lavoratrici (13,7% contro 4,8%).

La tegola dell’istruzione


L'Italia è infine al di sotto della media anche per alcuni indicatori dell'istruzione e formazione, con solo il 31,6% dei 25-34enni laureati, contro il 44,1% europeo e il 66,7% delle persone di 25-64 anni che hanno conseguito il diploma di scuola secondaria di secondo grado (80,5% la media continentale).
Sul fronte dell'innovazione e della ricerca, l'Italia investe meno in ricerca e sviluppo (1,37% del pil, in Europa si supera il 2,2%). La percentuale di lavoratori con formazione universitaria nelle professioni scientifico-tecnologiche è inferiore di 7,4 punti rispetto alla media europea. (riproduzione riservata)