Il social media di Trump vale 4 miliardi, ma fattura 3,6 milioni e ne perde 400. Come può essere?
Il social media di Trump vale 4 miliardi, ma fattura 3,6 milioni e ne perde 400. Come può essere?
Il 9 aprile, giorno del rinvio dei dazi, la società ha fatto un balzo del 22% apprezzandosi di 800 milioni. Tra i soci tanti big

di di Fabio Pavesi 14/04/2025 20:40

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«Che gran giorno per comprare». Scritto in modo lapidario in un messaggio, recava la sua firma: DJT. Che guarda caso è anche la sigla con cui è connotata al Nasdaq la sua unica società quotata, la Trump media & technology group. E come è avvenuto per la moltitudine di titoli che popolano i listini Usa, ecco che all’annuncio della sospensione dei dazi per 90 giorni, anticipata proprio da quel laconico tweet, anche la sua Tmt con il ticker DJT ha strappato verso l’alto: dai 16,6 dollari della chiusura dell’8 aprile ai 20,27 dollari della giornata della resurrezione delle borse. Un volo in una seduta del 22%, quando il listino del Nasdaq ha corso solo del 12% nella giornata del 9 aprile.


Beneficiario del riscatto in borsa è stato proprio lui, a capo della società che opera nel mondo dei social con l’app Truth, che ha guadagnato quel giorno 800 milioni di maggiore capitalizzazione. Di fatto ha così recuperato il calo prodotto anche sul suo gruppo dall’introduzione dei dazi del 2 aprile, quando il titolo che era sceso a piombo. Nei giorni scorsi il titolo si è stabilizzato e ora quota poco sotto i 19 dollari per azione per un valore di mercato di 4,16 miliardi.

Fra gli azionisti Vanguard

Certo, dare fiducia in modo così plateale alla società del presidente Usa ha più a che fare con il suo ruolo che con i fondamentali del gruppo. Il fatto di contabilizzare ben 4,16 miliardi di valore di borsa appare del tutto fuori luogo se si guardano i conti della società, che appare più come una scatola vuota, se non boccheggiante, che non un titolo che può stare sul circuito dei titoli tech americani. L’anno scorso ha chiuso con un fatturato del tutto risibile: solo 3,6 milioni di dollari, tra l’altro in calo rispetto ai 4 milioni fatti registrare nel 2023.

I ricavi latitano, ma in compenso i costi volano, eccome.La Trump media technology group ha registrato ben 400 milioni di perdite nette.Un buco colossale per un piccolo gruppo che va già in perdita a livello di contabilità industriale, dato che il margine operativo lordo è in passivo per 180 milioni; poi si aggiungono svalutazioni e ammortamenti fino ad arrivare alla cifra monstre di 400 milioni di passivo nell’ultima riga di bilancio. Che possa valere oltre 4 miliardi di dollari in borsa appare, vista così, un mistero. O meglio, si può spiegare solo con la potente carica che il Trump imprenditore ricopre a livello politico. Salire sul carro della società quotata del presidente americano può avere vantaggi e benefici indiretti.

A vedere chi sono gli azionisti oltre a Trump, che con i suoi 114 milioni di azioni del gruppo possiede del social media il 52%, ecco che si trova la solita sfilza di grandi fondi d’investimento: da Vanguard con il 4% del capitale all’onnipresente Blackrock con l’1,7%. Tra l’altro da quando Trump è asceso al trono hanno incrementato le loro posizioni, così come hanno fatto Ubs e il fondo attivista Citadel.

Se ti chiami DJT tutto è possibile

Cosa ci trovino nel ticker più famoso del Nasdaq, il DJT, è un mistero, tenuto conto delle perdite dei loro clienti.Il titolo da quando è sbarcato sul listino nell’ottobre 2021 dopo una prima fiammata che l’ha visto volare da 9 a 94 dollari in 20 giorni, ha invertito la rotta e da allora quel prezzo non l’ha quasi più rivisto. Dopo un’altra fiammata a marzo 2022, sempre a sfiorare i 100 dollari, ecco la lunga caduta, fino ai poco meno di 19 dollari di questi giorni. Che comunque appaiono, alla luce dei fondamentali, come un’immensa bolla speculativa. Come si può dare un valore di oltre 4 miliardi a un gruppo che brucia oltre 400 milioni e che ne fattura solo 3?Anche qui la matematica e la ragione contano ben poco: se ti chiami DJT allora tutto è possibile.

Se sulla sua attività quotata sul listino l’obbligo di informazione pubblica rende possibile farsi un’idea di consistenza e ricchezza, sugli altri affari del presidente tutto è più aleatorio. I suoi affari nel campo immobiliare e nell’investimento nei campi da golf, grande passione di Donald, sono raggruppati nella Trump organization, su cui è difficile reperire informazioni. Viene in supporto la rivista Fortune, che calcola le ricchezze dei miliardari sparsi per il mondo e che attribuisce a Trump un patrimonio personale di oltre 4,6 miliardi di dollari. Ma nessuno è in grado di certificarne l’esattezza. L’unico dato certo è che poco più di 2 miliardi arrivano dal 52% posseduto dal presidente nella quotata. (riproduzione riservata)