Costruire un portafoglio da rendita per patrimoni importanti? Per i consulenti è importante pensare anche alla componente fiscale. Ecco perché nella sua allocazione tipo Giorgio Vintani, analista e consulente indipendente, propone un 50% di titoli di Stato, nello specifico Btp e Bund.
«Ormai non è più così semplice ottenere rendimenti significativi da rendita dal reddito fisso, poiché i dividendi risultano superiori», ammette l’esperto, che però guarda con un occhio di riguardo anche alla «tassazione privilegiata al 12,5%» dei bond sovrani.
Quali sono i Btp scelti? In primo luogo, un tasso fisso a sette anni (dicembre 2032) che prezza 96 e ha una cedola annua del 2,5%, con rendimento effettivo lordo annuo (calcolato da Skipper Informatica) del 3,01% e netto del 2,67%.
C’è poi un altro Btp in scadenza nel marzo 2038: prezza sempre 96, ha una cedola del 3,25% e rendimenti effettivi del 3,64% e 3,21%. E per finire un Btp all’ottobre 2040, che prezza alla pari, ha una cedola del 3,85% con rendimenti effettivi del 3,85% e 3,36%.
«Non amo comprare titoli sopra la pari, e quindi non resta altra scelta se non allungare le scadenze per cogliere le migliori occasioni e per avere rendimenti per lungo tempo», segnala Vintani, che alla parte obbligazionaria del portafoglio aggiunge anche due Bund tedeschi «con rating AAA, che contribuiscono a ribilanciare il portafoglio e a superare i momenti di eventuali ribassi dei mercati». Nello specifico, si tratta di due obbligazioni in scadenza nel 2029 e 2033, con cedole del 2,1% e 2,9% che prezzano intorno alla pari.
E la parte azionaria? «Accetterei di assumere un maggiore rischio su questa componente, anche alla luce della ritrovata solidità dell’Italia». E infatti, il 50% azionario Vintani lo dividerebbe equamente tra cinque titoli di Piazza Affari: Generali, Poste Italiane («un raccoglitore di asset con una capillarità veramente impressionante»), Intesa Sanpaolo («la prima della classe con ottimi dividendi»), Unicredit, che ha «un dividend payout del 90%, è molto attenta a creare valore per gli azionisti e ha possibilità di m&a», ed Enel, «il dividend stock per antonomasia». (riproduzione riservata)