Il Piano Casa entra in manovra con il maxi emendamento della Lega: risorse per 877 milioni
Il Piano Casa entra in manovra con il maxi emendamento della Lega: risorse per 877 milioni
Il Carroccio riscrive il piano Meloni sulla casa come anticipato da MF e chiama il Mef a gestire il progetto. Le due linee di azione: giovani coppie e anziani

di Anna Di Rocco e Rossella Savojardo 20/11/2025 17:20

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Il Piano Casa del governo Meloni inizia a prendere forma. Tra i 67 emendamenti segnalati dalla Lega c’è una maxi-modifica che, intervenendo anche sulle leggi di bilancio 2023 e 2024, introduce un nuovo articolo sulle «Disposizioni per il Piano Casa Italia».

La prima novità riguarda la governance. La proposta prevede che le redini del Piano non vengano affidate al solo ministero delle Infrastrutture di Matteo Salvini ma che la gestione avvenga «di concerto» con il ministero dell’Economia, rafforzando così il controllo e la coerenza con la programmazione economica.

Da stanziare 900 milioni in cinque anni 

Ed è proprio nel perimetro finanziario che il Carroccio scioglie la prima riserva del Piano Casa: quella sulle risorse. L’emendamento prevede uno stanziamento complessivo di 877 milioni di euro nel quinquennio 2026-2030. I fondi (122,41 milioni nel 2026, 116,15 milioni nel 2027, 228,36 milioni nel 2028, 180 milioni nel 2029 e 230 milioni nel 2030) finanzieranno sia le iniziative del nuovo Piano Casa sia gli interventi di contrasto al disagio abitativo previsti dalla manovra di due anni.

La copertura finanziaria del piano dovrebbe invece avvenire attraverso una serie articolata di riduzioni e rimodulazioni: fondi infrastrutturali, autorizzazioni di spesa previste da leggi precedenti e ricollocazione delle quote del Fondo per interventi strutturali di politica economica per garantire gli stanziamenti nel primo triennio. A queste si aggiungeranno anche le rimodulazioni del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Fesr) 2021-2027.

Il Fondo dei Fondi e il ruolo di Cdp

Come anticipato da questo giornale, nel perimento del Piano Casa Italia le forze di governo stanno valutando anche l’impiego di fondi immobiliari. Si tratta di un’ipotesi già presa in esame nei mesi scorsi da Fratelli d’Italia, che ora trova spazio nell’emendamento a firma dei senatori leghisti Massimiliano Romeo, Elena Testor, Giorgio Maria Bergesio e Clotilde Minasi.

La proposta prevede la possibilità di destinare parte delle risorse «alla sottoscrizione di quote o azioni di uno o più Fondi di Investimento Alternativi italiani riservati», il cui patrimonio sia investito in beni immobili, diritti reali immobiliari (inclusi quelli derivanti da contratti di leasing nel mattone), partecipazioni in società del settore o in altri fondi, anche esteri, purché coerenti con gli obiettivi del Piano. Le modalità operative saranno poi definite con un decreto del dicastero di Salvini di concerto con il Mef, che potrà coinvolgere come soggetto attuatore anche l’istituto nazionale di promozione, ossia Cassa Depositi e Prestiti.

Le due linee di azioni: giovani e anziani 

Chiariti gli aspetti finanziari e di governance, il provvedimento si struttura su due linee d’azione: da un lato i giovani, le giovani coppie e i genitori separati, dall’altro la popolazione anziana. Per i primi il Piano punta su canoni agevolati e su contratti rent-to-buy, che permettono a chi affitta di vivere in un immobile pagando un canone mensile con la possibilità di acquistarlo a un prezzo prestabilito dopo un certo periodo.

Per semplificare, si tratta di un meccanismo per affrontare il crescente divario tra redditi e prezzi delle abitazioni, offrendo percorsi graduali verso la proprietà. Per gli anziani, invece, la strategia punta su soluzioni che rispecchiano la riforma dell’assistenza (introdotta dal decreto legge 29/2024) e attraverso quindi affitti calmierati, permute immobiliari e progetti di coabitazione assistita.

Si tratta anche su Bonus e affitti brevi

Sempre nel perimetro del mattone la maggioranza sta discutendo anche su altri aspetti. Tra cui la cedolare secca per gli affitti brevi, su cui appare sempre più probabile l’accordo su un’aliquota al 23% per tutte le abitazioni destinate a locazione turistica (rispetto al 26% sul primo immobile tramite intermediari). Da Forza Italia è arrivata infine la richiesta di proroga del bonus ristrutturazioni sulla prima casa al 50%, recuperando le risorse (circa 300 milioni tra il 2028 e il 2037) dal fondo per gli investimenti strutturali. Ma l’iter della manovra è ancora lungo, così come la lista dei desiderata. (riproduzione riservata)