Nuovo scossone all'interno del Garante della Privacy. Dopo il rifiuto di lasciare l'incarico da parte dei componenti del collegio a seguito delle richieste di dimissioni arrivate da più parti all'indomani dell'inchiesta di Report, il programma di Sigfrido Ranucci, a fare un passo indietro è la figura al vertice della macchina amministrativa dell’Autorità.
Il segretario generale del Garante per la protezione dei dati personali, consigliere Angelo Fanizza, ha rassegnato le proprie dimissioni il 20 novembre.
La decisione arriva in un momento di forte tensione all’interno dell’Autorità in seguito alle inchieste di Report. Il Collegio del Garante, si è limitato a dire che «nel prenderne atto, ringrazia il segretario generale per il lavoro svolto». Lo rende noto un comunicato del Garante per la protezione dei dati personali.
Angelo Fanizza era Segretario Generale del Garante per la protezione dei dati personali dal 29 luglio di quest’anno e sarebbe rimasto in carica fino alla stessa data del 2027.
Nato a Bari nel 1973, è un magistrato amministrativo e dottore di ricerca in diritto pubblico dell'economia. In passato è stato titolare per molti anni di incarichi di docenza nell’Università di Bari, era stato anche magistrato presso il Tar del Lazio. Ha, anche, svolto una lunga attività formativa ed è autore di numerose pubblicazioni. La sua nomina era stata decisa all’unanimità dal Collegio dell'Autorità, composto da Pasquale Stanzione, Ginevra Cerrina Feroni, Agostino Ghiglia, Guido Scorza.
Poi è arrivata la pietra dello scandalo: la multa da 150 mila euro a Report per la pubblicazione dell’audio tra l’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e la moglie.
«Poche ore fa è stato reso noto all'interno dell'Autorità un documento riservato in cui il Segretario Generale Angelo Fanizza chiedeva al dirigente del dipartimento informatico di provvedere urgentemente all'estrazione della posta elettronica, degli accessi vpn, degli accessi alle cartelle condivise, degli spazi di rete condivisi, dei sistemi documentali, dei sistemi di sicurezza. La richiesta di Fanizza di spiare i lavoratori dell'Autorità risale al 4 novembre, due giorni dopo la prima puntata dell'inchiesta di Report». Lo scrive Report su Facebook, motivando così le dimissioni di Fanizza.
«Secondo quanto riferito da fonti interne, oggi il dirigente del dipartimento per la sicurezza informatica ha informato i dipendenti e denunciato l'illegittimità di questa richiesta. I lavoratori del Garante della Privacy hanno chiesto le dimissioni dell'intero Collegio», conclude il post della trasmissione. (riproduzione riservata)