Piazza Affari batte Europa col Ftse Mib a 36.000 punti. Ecco come i gestori aggiornano il portafoglio su azioni e bond
Piazza Affari batte Europa col Ftse Mib a 36.000 punti. Ecco come i gestori aggiornano il portafoglio su azioni e bond
Il 2025 sarà dominato ancora da Wall Street. Ma Piazza Affari è diventata interessante con il governo Meloni, anche più dei listini del Vecchio Continente. Ecco che cosa ne pensano gli esperti di Kairos, Banca Mediolanum, Franklin Templeton e Swisscanto 

di di Elena Dal Maso e Jole Saggese 17/01/2025 19:30

Ftse Mib
36.508,25 12.33.59

-0,57%

Dax 30
21.500,19 12.33.45

-0,03%

Dow Jones
44.556,04 12.03.59

+0,30%

Nasdaq
19.654,02 7.25.15

+1,35%

Euro/Dollaro
1,0416 12.18.50

+0,98%

Spread
109,29 12.48.34

-1,28

Mentre il rendimento del T bond Usa decennale vola al 5% creando forte volatilità sui mercati e una decisa concorrenza alle azioni, venerdì 17 il Ftse Mib è tornato a quota 36.000 che non vedeva dal 2008. E’ un inizio d’anno un po’ movimentato. Come cambiano gli scenari in portafoglio? Sarà ancora Wall Street a dominare la scena degli investimenti, oppure l’Europa riuscirà a ritagliarsi un suo spazio nel 2025? Di più: può essere l’anno dell’Italia, con un governo stabile a differenza delle due maggiori economie, Germania e Francia? A confronto su questi temi a Class CNBC gli esperti di quattro sgr: Vittorio Gaudio, direttore asset management – Banca Mediolanum; Alessandro Fugnoli – strategist Kairos, Pierluigi Ansuinelli – portfolio manager Franklin Templeton e Andrea Ferrante - responsabile Italia Swisscanto.  

D. Milano ha rivisto quota 36.000 con lo spread stabile. E’ il momento di Piazza Affari?

R. Gaudio: È una situazione politica ed economica che, in termini relativi ma non assoluti, in questo momento premia l'Italia rispetto ai nostri cugini dell'Eurozona. Vediamo banche, utilities, settore energetico a favore del listino italiano. Listino italiano che, tra l'altro, sta vedendo anche una fase di operazioni straordinarie particolarmente interessanti che attirano l'attenzione degli investitori internazionali.

Ferrante: Piazza Affari oggettivamente è interessante, rimane sempre purtroppo però una questione di dimensione, per capitalizzazione rimane sempre più piccola. Questo è un problema che riguarda un po' tutte le borse europee che nel loro insieme negli ultimi anni hanno perso peso specifico rispetto ai mercati globali e agli Stati Uniti. Anche sulla parte obbligazionaria siamo ancora favorevoli ai titoli di Stato rispetto ai corporate.

Domanda. La volatilità intanto è tornata con il T bond al 5%: colpa di un’inflazione resiliente o dell’incognita Trump?

Risposta. Gaudio: Nell'ultima parte del 2024 abbiamo vissuto un momento straordinariamente positivo sui mercati dove c'era una crescita buona soprattutto negli Stati Uniti, inflazione in discesa e banche centrali accomodanti. Ci siamo poi accorti che questa crescita così forte ha anche il rovescio della medaglia: la ripresa possibile dell'inflazione. Il mercato ha cominciato a interrogarsi sul fatto che la Fed forse non proseguirà così rapidamente verso la discesa dei tassi. Alzerà i tassi ora? Mi aspetto di più una pausa prolungata che comunque cambierebbe i giochi sui mercati. La stessa salita dei rendimenti obbligazionari è un altro elemento di incertezza. E’ evidente che un tasso sui titoli del tesoro americano a lungo termine, che si avvicina al 5%, comincia a diventare un concorrente importante per il mercato azionario.

Fugnoli: Negli ultimi decenni, quando la Fed iniziava a tagliare, tutta la curva dei rendimenti scendeva. Invece nei tardi anni Settanta è successo il contrario. Questo è probabilmente dovuto a una mancanza di fiducia o quantomeno di sintonia tra il mercato e la Fed. L'inflazione non è più certo ai livelli di due anni fa, però è abbastanza vivace e quindi perché tagliare i tassi? Tutto questo in un contesto in cui le emissioni del Tesoro si fanno di trimestre in trimestre più grandi perché il debito pubblico aumenta.

Ansuinelli: L'elemento nuovo che non avevamo gli altri anni è Trump, molto di ciò che ha detto è potenzialmente inflazionistico. Mi focalizzerei su cosa serve fare per riportare l'inflazione verso un sentiero di discesa. Fondamentalmente sono tre le cose: la prima dovrebbe essere una crescita economica molto più debole e questo sarebbe contro ogni promessa di campagna elettorale. La seconda è che la Fed deve smettere di tagliare i tassi, noi non pensiamo che li alzerà, le attese di taglio sono già meno di uno per il 2025. La terza cosa da fare è ridurre la spesa pubblica.

Ferrante: Siamo a una valutazione del mercato americano che è arrivata quasi ai livelli della bolla del 1999. I gestori dei fondi globali hanno un livello di liquidità molto basso, l'americano medio continua a credere che il mercato tirerà. Direi che è una situazione da valutare bene, posizionandosi in maniera neutrale perché c'è anche da vedere come si muoverà il presidente Trump che ha già una serie di idee concrete visto che pare che sia pronto con una serie di decreti attuativi.


D. È l’ora del risk off in portafoglio?

R. Gaudio: E’ tempo di prudenza. Un po' di volatilità va messa in conto anche perché siamo in una situazione dove i mercanti hanno avuto una performance molto importante. Siamo di fronte a una presidenza Trump che immetterà elementi di incertezza nel breve periodo. C'è un cambiamento di rotta sulle politiche monetarie almeno a livello di percezione del mercato. Siamo all'interno di un cambiamento del sistema economico globale molto forte, ci sono tendenze in atto: la digitalizzazione , il riassetto delle catene del valore a livello internazionale. Pensiamo anche alle spese che saranno necessarie per la transizione energetica. Sotto questo aspetto non c'è alternativa all'investimento azionario per chi vuole godere ed essere socio in qualche misura di questi cambiamenti.

Fugnoli: Le correlazioni cambiano nel tempo. Nel 2022 abbiamo visto scendere i bond e la borsa insieme, poi è ripresa invece un meccanismo più regolare di correlazione inversa. Quest'anno è tutto da vedere. Per il momento abbiamo un effetto negativo sia sui bond sia sulla borsa che potrebbe proseguire se ci fosse davvero una ripresa dell'inflazione. Ma l'inflazione non è che stia risalendo in modo vistoso, si è riportata nella parte un po' più alta del range dell'ultimo anno, anno e mezzo. Anche le aspettative di inflazione non sono ancora particolarmente visibili nei bond indicizzati all'inflazione. Non c'è ancora questo effettivo aumento dell'inflazione. Siamo di fronte invece a un aumento dei rendimenti reali e a un aumento del term premium, cioè di quei premi che il mercato applica all'inflazione che sono frutto di vari fattori, lo squilibrio tra domande e offerta di titoli, l'incertezza, le alternative che ci sono presenti sul mercato, gli investitori si chiedono se sia meglio investire in bond, azioni o in oro.

D. È tempo di tornare a comprare l’Europa: azionario o obbligazionario?

R. Gaudio: l'Europa ha un tasso di crescita sicuramente inferiore a quello americano. Ma nel 2025 ci potranno forse essere novità positive: le elezioni tedesche potrebbero rappresentare un cambio di passo importante se emergesse la volontà del governo tedesco di essere più dinamico in termini di crescita e poi il tema geopolitico se il 2025 diventasse l’ anno della pace in Ucraina.

Ferrante: L’Europa potrebbe essere interessante magari su determinati mercati, penso alla Svizzera che in questo momento non è eccessivamente cara, potrebbe essere anche interessante il mercato UK che è più difensivo. Per quanto riguarda le elezioni in Germania, secondo noi potrebbe essere più un problema che un'opportunità, la situazione adesso è sicuramente molto difficile perché il Partito Social Democratico è in grandissima difficoltà, l'AfD, , il partito di estrema destra ha il vento in poppa. Se aggiungiamo che anche la Francia è politicamente in un momento molto difficile, abbiamo per prima volta l'Italia che dal punto di vista politico o del governo sembra di gran lunga essere il Paese più stabile, qualcosa che non si era mai visto. ,

Ansuinelli: Se parliamo di valutazioni, i Paesi emergenti sono ancora più a sconto. In realtà io devo guardare due cose, le valutazioni e che cosa può trasformare quelle valutazioni in un'opportunità di investimento. Aggiungerei il tema Cina, la ripresa cinese aiuterebbe l'Europa, così come una Bce più a supporto. Nel breve, riconosciamo l'opportunità valutativa dell’Europa, ma siamo ancora decisamente sovrappesati sugli Stati Uniti. Hanno un vantaggio in termini di competitività, tecnologia, se guardiamo la crescita reale è una crescita decisamente superiore al trend pre-Covid, mentre l'Europa è ancora sotto. Sui bond Usa, stiamo aggiungendo un po' di duration perché l'area del Treasury sopra 4,75% è interessante. (riproduzione riservata)