Non più solo banche e assicurazioni. Nell’ambito dell’iter della legge di Bilancio 2026, il Movimento 5 Stelle propone di estendere il perimetro degli extraprofitti anche ai settori dell’energia e della difesa, tassando in misura considerevole gli utili innalzati da condizioni di mercato particolarmente favorevoli e impreviste.
L’emendamento, firmato dai senatori Elisa Pirro e Concetta Damante, prevede un contributo straordinario di solidarietà temporaneo sulle imprese e consorzi che abbiano conseguito utili «eccezionalmente elevati rispetto alla media storica» e, nel concreto, superiori del 10% rispetto al quadriennio 2018-2021.
Nel mirino ci sono le grandi aziende energetiche (produzione e distribuzione di elettricità, gas e prodotti petroliferi) e le società del settore difesa (impegnate nella progettazione, produzione, import-export e manutenzione di armamenti registrati nel Registro nazionale). Il contributo si calcola sul 50% dell’utile eccedente la media storica, con un tetto pari al 25% del patrimonio netto dell’impresa.
E le risorse raccolte avranno finalità precise: il 70% finanzierà interventi per la transizione climatica, la prevenzione del dissesto idrogeologico e la sicurezza energetica dei consumatori, mentre il restante 30% confluirà in un fondo destinato a rafforzare il Servizio sanitario nazionale.
Secondo le proponenti si tratta di una misura finalizzata a redistribuire allo Stato quei profitti straordinari generati da fattori esogeni «come l’impennata dei prezzi energetici e le tensioni geopolitiche internazionali». Ma l’iter è ancora lungo.
Nell’attesa del nuovo vertice di maggioranza sulle modifiche al testo - che potrebbe tenersi tra mercoledì 26 e giovedì 27, al rientro della premier Giorgia Meloni dal G20 in Sudafrica - martedì 25 novembre la Commissione Bilancio del Senato è chiamata a una nuova scrematura con cui dovrebbe comunicare le proposte considerate inammissibili. E resta ferma l’indicazione politica: i saldi non devono cambiare.
Tra i 414 emendamenti ancora sul tavolo, l’attenzione resta concentrata sui temi già messi sul tavolo nelle scorse settimane. A partire dalla stretta sugli affitti brevi inserita nel testo bollinato che, sin da subito, ha registrato la contrarietà di Lega e Forza Italia. C’è poi il fronte pensionistico, con Fratelli d’Italia che ha proposto due interventi: da un lato il riscatto dei tirocini e dall’altro la proroga di Opzione donna. Fino ad arrivare al possibile incremento graduale della Tobin Tax fino allo 0,4%, imposta che potrebbe colpire tutte le transizioni sui mercati finanziari.
In Italia era stata introdotta per la prima volta nel 2012 come strumento per frenare le speculazioni in borsa. L’emendamento, a prima firma del senatore di Fratelli d’Italia Raul Rosso, ha già scosso gli operatori di borsa. Ma secondo quanto riferito a MF-Milano Finanza da una fonte di governo, la proposta dovrebbe avere vita breve. Non è intenzione di Palazzo Chigi o del Mef affossare la borsa, che continua a macinare record, in settimane cruciali per la riforma del Tuf che porta la paternità di Federico Freni.
La proposta potrebbe essere quindi declassata a «schermaglia» del Parlamento. Intanto a Palazzo Madama i ritmi sono serrati: si punta a passare la palla alla Camera il 19 dicembre, come deciso dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio. L’obiettivo del governo è concludere l’iter entro la scadenza di fine anno e, più concretamente, entro la settimana del 27 dicembre. (riproduzione riservata)