Un «no comment» che potrebbe valere dai 2,6 ai 4,4 miliardi di euro. È quanto potrebbe decidere di sborsare Meta per prendersi una quota del capitale (tra il 3 e il 5%) di EssilorLuxottica. Ed è quanto il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, sarebbe disposto a pagare per essere azionista del più grande produttore al mondo di occhiali, che in futuro potrebbero diventare i nuovi iWatch, l’orologio di Apple che fornisce informazioni sulla salute. Grazie all’ultima acquisizione della tecnologia diagnostica su lenti di Heidelberg Engineering da montare su occhiali intelligenti (smart-glasses), EssilorLuxottica va verso questa direzione industriale. Ma andiamo con ordine.
La posizione che arriva dal colosso dell’occhialeria controllato dalla famiglia Del Vecchio, in merito alle indiscrezioni su una trattativa in corso con Meta per un ingresso della società di Zuckerberg nel suo capitale, sa quasi di mezza ammissione. In questi giorni c’è fermento su Essilux. Non solo fra Milano e Agordo, i due quartieri generali (uno l’head office, l’altro la «fabbrica» come la chiamava Leonardo Del Vecchio) del big italo-francese da oltre 25 miliardi di ricavi, dopo che è iniziato a circolare che Mr Facebook potrebbe diventare il secondo azionista di Essilux e Francesco Milleri ha messo a segno in un solo giorno una doppia acquisizione miliardaria: quelle del marchio di streetwear e lifestyle di altagamma, Supreme e dell’azienda di ottica tedesca Heidelberg Engineering.
Venerdì 19 luglio, sul terminale Bloomberg, EssilorLuxottica è diventata la seconda quotata più cercata dagli investitori di tutto il mondo subito dopo Netflix, addirittura sopra al colosso taiwanese dei chip Tmsc. Proprio mentre i chip sono le nuove pepite d’oro in borsa. La collaborazione fra Essilux e Meta – che nel 2021 ha portato alla nascita del primo modello di smart-glasses (i Ray-Ban Stories) – risale al 2019. In quell’anno ci fu il primo avvistamento del fondatore ex Martinitt con Zuckerberg, in visita in elicottero alla fabbrica fra le montagne agordine. Avvistamento replicato, con tanto di foto dei due, a maggio 2022 mentre provano i Ray-Ban Meta, la seconda versione degli smart glasses. Da lì a qualche mese i Ray-Ban Meta sarebbero stati lanciati sul mercato. Essilux ha pure costruito in Cina, a Dongguan, il più grande stabilimento del gruppo dedicato solo alla terza generazione degli occhiali intelligenti (che sfruttano l’AI) e che ospiterà anche la produzione dei Nuance Audio, gli occhiali per persone con disturbi dell’udito.
I primi, già disponibili sul mercato nordamericano (circa 400 mila pezzi venduti in pochi mesi), potrebbero sbarcare in Europa entro la fine dell’anno. Le vendite dei secondi, in via di sperimentazione industriale, dovrebbero invece partire negli Stati Uniti entro dicembre. Lo sbarco nel Vecchio Continente sarà successivo. Ora, la collaborazione quinquennale potrebbe esser suggellata con un investimento azionario del colosso guidato da Zuckerberg.
Secondo quanto risulta a Milano Finanza, non ci sono trattative in corso. Si tratta perlopiù di ragionamenti in itinere da tempo a Menlo Park, sede di Facebook, ragionamenti che si stanno tramutando in intenzioni (il che giustificherebbe anche la presunta scelta di Morgan Stanley come advisor). Ma per il momento molto lontani dall’effettiva realizzazione. Visti i legami, potrebbe soltanto esser questione di tempo. E il fatto stesso che la Consob francese non abbia chiesto nulla di quanto sparato dal Financial Times al gruppo presieduto da Milleri lascia pensare che il fatto sia vero.
Ma perché Zuckerberg sta valutando di sborsare quasi 5 miliardi per comprarsi il 5% di Essilux? L’occhiale, accessorio alla moda leggero, elegante e griffato – così come l’aveva intuito in maniera geniale Del Vecchio – rappresenta per Meta una leva per portare al consumatore finale le proprie tecnologie software, le interconnessioni tramite social e Metaverso e l’AI. Si tratta di un prodotto indossabile, semplice da usare, meno invasivo e quindi più gettonato dal mass-market rispetto a quanto invece accaduto con i grandi visori Meta Quest o Vision Pro di Apple che i colossi della Silicon Valley hanno utilizzato per provare a portare la realtà virtuale fra il grande pubblico.
Essilux ha dimostrato di avere quelle capacità tecniche e di trovare soluzioni ingegneristiche per produrre quegli smart-glasses che possono invece stare anche bene sui visi delle persone. A questo si aggiunga che Essilux è il primo produttore al mondo di occhiali, che vende in ogni angolo del globo, con il maggiore numero di marchi (proprietari o in licenza; oltre 150 in tutto) ognuno con una community di riferimento e si comprende l’importanza industriale della leva Essilux per Meta. Leva su cui montare la propria tecnologia.
Dopo i Ray-Ban Meta e Nuance Audio (per il momento considerati più driver di diversificazione med-tech), Essilux potrebbe estendere e declinare la tecnologia degli smart glasses in tutti i 150 marchi del proprio portafoglio. A cominciare dagli occhiali sportivi o dalle mascherine da sci Oakley (che fa anche caschetti, sempre da riadattare in chiave tech) o dalla parte eyewear da sviluppare di Supreme. L’ultimo arrivato in casa Luxottica è un marchio esclusivo americano gettonato dalla Generazione Z, ovvero quella nata a cavallo del nuovo secolo, iper-connessa e che usa WhatsApp, prodotto di punta della galassia Facebook. Sono i consumatori del domani e il pubblico a cui Zuckerberg vuole continuare a parlare mentre fioccano altri social network concorrenti.
Il visionario Del Vecchio lo diceva nel 2021: «Gli occhiali saranno i nuovi smartphone». Apple è partita dai cellulari per sviluppare anche gli iWatch, aggiungendo al touchscreen dell’orologio le app in grado di monitorare la salute. Ma le stesse potenzialità le hanno le lenti intelligenti Essilor, su cui Milleri potrebbe in futuro montare la tecnologia diagnostica di Heidelberg Engineering in grado di decodificare tutte le informazioni sulla salute che arrivano dall’occhio. Finora, fra video social e audio, il futuro è passato soltanto dalla montatura. Ora passerà anche per le lenti e Zuckerberg vuole approfittarne. (riproduzione riservata)