Eredità Agnelli, faccia a faccia tra John Elkann e la madre in tribunale in Svizzera: a Thun si decide sulla residenza di Marella
Eredità Agnelli, faccia a faccia tra John Elkann e la madre in tribunale in Svizzera: a Thun si decide sulla residenza di Marella
Margherita de Pahlen: «Una storia penosa e triste». Il tribunale svizzero del cantone di Berna deve decidere se andare avanti nel giudicare la validità dei testamenti della vedova dell’Avvocato che nominano eredi i tre Elkann o rimettere le carte a Torino. Scontro tra le testimonianze di madre e figlio. Sentita anche Ginevra

di Fabrizio Massaro, inviato a Thun (Svizzera)  20/11/2025 09:15

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«È solo una storia penosa e triste, non capisco perché continuiate a seguirla»: sono le 7:30 del mattino e Margherita Agnelli de Pahlen concede a Milano Finanza un sorriso e un saluto nella hall di un hotel a Thun. Sta per avviarsi verso il tribunale della cittadina del cantone di Berna. Per lei e suo figlio John Elkann le udienze sull’eredità di Marella Caracciolo, la vedova dell’Avvocato Gianni Agnelli, sono per il momento forse l’unica occasione per guardarsi negli occhi. O, quantomeno, per ritrovarsi in una stessa stanza.

Così, a dodici mesi esatti dalle testimonianze incrociate rilasciate il 29 novembre 2024 – come rivelato da MF-Milano Finanza - davanti ai giudici di Ginevra dalla figlia dello storico presidente della Fiat da una parte, e dai suoi primi tre figli dall’altra, nella mattina di giovedì 20 novembre Margherita e John (stavolta senza i fratelli Lapo e Ginevra) rivivono quelle stesse vicende ereditarie di nuovo faccia a faccia. Ancora una volta, in Svizzera ma stavolta a Thun, nel Cantone di Berna. Lontano il più possibile dai riflettori, protetti dalla riservatezza elvetica, ancora più accentuata nei tribunali civili e ancor di più per un caso tanto clamoroso.

Le udienze di Thun

L’appuntamento è per le 8:15 del mattino nell’aula 5 del palazzo di giustizia di Scheibenstrasse, davanti alla giudice Antonie Meyes Schürch, presidente del tribunale regionale dell’Oberland, a Thun. Come John, anche Margherita è stata convocata in tribunale in qualità di testimone. E così la sorella di John, Ginevra mentre non è stato citato in nessuna delle quattro udienze fissate per la settimana – due si sono già tenute lunedì e martedì – l’altro fratello, Lapo. Ne usciranno solo dopo oltre otto ore, attorno alle 17. 

A un anno di distanza madre e figlio, assistiti da uno stuolo di avvocati, per un’intera giornata intervallata da diverse pause ripercorrono davanti all’ennesimo magistrato le vicende famigliari, in particolare sulla vita di Marella Caracciolo, madre di Margherita e nonna di John, già al vaglio dei giudici di Ginevra e di Torino (e anche a Thun, ma da altri magistrati) nei vari filoni di questa intricatissima partita successoria che vale miliardi di euro. Ma è un anno nel quale è successo di tutto.

Gli accordi con il Fisco e le scoperte della procura

John Elkann ha dovuto versare al Fisco italiano 183 milioni di euro di tasse e sanzioni per sanare le questioni relative alla successione della nonna Marella Caracciolo e al miliardo di euro detenuto all’estero e non dichiarato, come ricostruito dalle indagini di procura e Guardia di Finanza di Torino. 

Il presidente di Stellantis e numero uno di Exor, la holding quotata controllata dai vari rami della dinastia Agnelli saldamente nelle sue mani, ha per questo dovuto richiedere la messa in prova ai servizi sociali per dieci mesi presso i Salesiani di Torino per evitare di andare a processo per presunta frode fiscale e truffa ai danni dello Stato. La decisione del gip è attesa a giorni.

Il testamento ritrovato del 1998 e la donazione a Edoardo

Dalle carte dell’inchiesta della procura e della Guardia di Finanza di Torino è emersa la rete offshore che custodiva da anni il tesoro di Marella - e quindi, sostanzialmente, di Gianni Agnelli. Sono spuntati documenti inediti, ora riversati nelle cause civili sull’eredità, come un testamento dell’Avvocato del 1998 mai pubblicato al momento della sua scomparsa nel 2003 che vedeva il figlio Edoardo, fratello di Margherita – poi morto suicida nel 2000 – rientrare per successione dentro la Dicembre, la società semplice alla base dell’impero Exor che vale 35 miliardi di euro. E, ancora, un atto di donazione di quelle stesse quote del 25% da Gianni al figlio, redatto in bozza il 14 novembre, il giorno prima che Edoardo precipitasse dal viadotto della Savona-Torino.

Quella di pagare il Fisco – hanno spiegato i tre fratelli Elkann – è stata una scelta compiuta per «chiudere rapidamente e definitivamente una vicenda dolorosa sul piano personale e familiare», ma «senza alcuna ammissione neppure tacita o parziale della fondatezza delle contestazioni inizialmente ipotizzate». Invece la procura di Torino sottolinea un punto fondamentale emerso dalle indagini: la «fittizia residenza svizzera» di Marella.

Il nodo della residenza svizzera di Marella

Ed è proprio di questo che si discute a Thun. La causa è conosciuta nel gergo dei legali come «Thun 2» ed relativa alla validità dei testamenti svizzeri di Marella che nominano come suoi eredi i tre fratelli Elkann, tenendo esclusa Margherita sulla base del patto successorio firmato nel 2004 e dell’accordo transattivo con il quale margherita aveva rinunciato all’eredità del padre e a quella futura della madre in cambio di 1,3 miliardi di euro tra immobili, opere d’arte, titoli e cash.

Dopo mesi di lavoro sotterraneo, «Thun 2» ha ripreso con vigore entrando in una fase decisiva, ancorché preliminare, con quattro udienze programmate per la settimana (l’ultima venerdì 21). Il giudice di Thun deve decidere se andare avanti nella causa o stabilire che prevale il procedimento civile di Torino sull’eredità promosso da Margherita (quello di Thun è stato invece avviato dai tre Elkann).

Ma per arrivare a stabilire la giurisdizione italiana o svizzera, la giudice Antonie Meyes Schürch deve prima dirimere un punto fondamentale: dove era residente davvero Marella Caracciolo? Formalmente era in Svizzera, a Lauenen, un villaggio sulle Alpi nella regione dell’Oberland nel Canton Berna. E i legali di Elkann sostengono che ciò che conta non è il numero di giorni effettivamente passati in un luogo ma quello dell'elezione degli interessi. Ma la procura di Torino ha idee diverse. E le sue carte sono finite anche qui. Anche di questo hanno parlato John e Margherita, di nuovo faccia a faccia per un giorno. Chissà quando si rivedranno. (riproduzione riservata)