Eni, cura da cavallo per rilanciare Versalis. Ci vorranno 2 miliardi di euro
Eni, cura da cavallo per rilanciare Versalis. Ci vorranno 2 miliardi di euro
Un piano in cinque anni per completare la transizione verso prodotti chimici sostenibili ad alto valore aggiunto anche a colpi di acquisizioni e accordi. L’obiettivo intermedio è raggiungere il break even nel 2026 dopo la lunga sequenza di perdite 

di Angela Zoppo 22/10/2024 20:00

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Potrebbero volerci fino a due miliardi di euro per la terapia d’urto destinata a riportare in pista Versalis, la controllata della chimica di Eni. La cura è questa: attuare una transizione graduale dalla chimica di base verso i prodotti chimici più sostenibili e circolari, ad alto valore aggiunto, poggiando anche sul contributo di Novamont per lo sviluppo della biochimica da rinnovabili. Si pensa a nuove piattaforme specializzate, circolari e bio, e al business del risanamento ambientale verso nuovi mercati. Tutto, puntando al recupero di marginalità. Venerdì 25 ottobre, con la pubblicazione dei conti dei nove mesi, il Cane a sei zampe potrebbe fornire altri dettagli. Secondo Bloomberg il progetto di trasformazione potrebbe durare cinque anni. 

Gli impianti di Versalis in Sicilia e in Puglia vedranno una graduale riduzione e l'interruzione dell'uso degli steam cracker, che trasformano gli idrocarburi in etilene. Si tratta di stabilimenti che oggi riforniscono quelli del Nord Italia. In caso di chiusura degli impianti di cracking, questi ultimi si affideranno a prodotti chimici importati a base di combustibili fossili.

I conti in rosso

Non è una novità che la chimica di Eni sia in rosso. L'ultimo esercizio in utile risale al 2017. Ma nel secondo trimestre 2024 la perdita ha toccato la cifra record di 220 milioni di euro, e il rosso operativo si è allargato a 390 milioni di euro, più del doppio rispetto ai - 179 milioni di euro dello stesso periodo 2023. La causa per la capogruppo è da ricercarsi nelle stesse dinamiche di mercato che hanno colpito la raffinazione tradizionale, quindi l’eccesso di capacità e la pressione competitiva da parte di produttori che beneficiano di economie di scala e altri vantaggi di costo, come Cina, Medio Oriente e gli stessi Stati Uniti. Eni aveva già scontato il negativo andamento dello scenario petrolchimico nelle valutazioni di recuperabilità di Versalis del 2023, col sostanziale azzeramento di quasi tutte le Cgu (Cash Generating Unit) legate al ciclo tradizionale.

La ristrutturazione e il successivo riposizionamento di Versalis, secondo i piani di Eni, la riporteranno al break-even nel 2026. Un passaggio intermedio ma cruciale è atteso nel 2025, col pareggio dell’ebitda. Nell’immediato, invece, la situazione è destinata a rimanere pressoché la stessa. Eni, infatti, aveva scritto nella relazione al 30 giugno scorso che per la chimica «non si prevedono apprezzabili miglioramenti nel prossimo semestre». Nel frattempo, però, Versalis si è mossa: ha perfezionato l’acquisizione del 100% di Tecnofilm e avviato una collaborazione con Crocco, entrambe specializzate nei settori ad alto valore aggiunto del compounding e degli imballaggi da materie prime riciclate. (riproduzione riservata)