Un nuovo strumento per tutelare le aziende italiane strategiche da acquisizioni straniere e favorirne la crescita industriale. Nasce con questi presupposti Fondazione Praexidia, che ha l’obiettivo di diventare punto di riferimento per la tutela e la valorizzazione delle filiere industriali italiane più critiche, dalla Difesa all’aerospazio, dalle tecnologie dual use alle infrastrutture strategiche, dall’energia alle biotecnologie.
Alla regia c’è Pierluigi Paracchi (ceo e co-founder di Genenta Science), che sarà presidente della fondazione, insieme con alcune personalità del calibro di Giuseppe Orsi, ex ad di AgustaWestland e Leonardo, che siederà nel comitato nomine con Gianni Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri in quattro governi. Nel cda, tra gli altri, Alvise Biffi, presidente di Assolombarda, Giovanni Bozzetti, già consigliere del ministero della Difesa, Luca Goretti e Leonardo Tricarico, entrambi già capi di Stato Maggiore dell’Aeronautica.
«Tutto è nato da una riflessione sul futuro dell’industria della Difesa italiana», racconta Paracchi a MF-Milano Finanza. «Accanto ai grandi gruppi come Leonardo e Fincantieri esiste una rete di piccole e medie imprese fondamentali ma troppo fragili per affrontare da sole i mercati internazionali. Senza un’aggregazione rischiamo di perderle a favore di investitori stranieri». L’analisi da cui è partita Praexidia è chiara: negli ultimi 25 anni due acquisizioni di aziende italiane su tre sono state effettuate da investitori esteri. «In comparti strategici come Difesa, biotech o cybersecurity significa cedere pezzi di sovranità industriale», avverte Paracchi.
La soluzione proposta dalla Fondazione è un aggregatore industriale quotato in borsa, che acquisisca aziende con fatturati da 10 fino a 100 milioni di euro nei settori coperti dal golden power: Difesa, cybersecurity, aerospazio, biotech. La piattaforma (che potrebbe partire nelle prossime settimane) sarà promossa dalla Fondazione, che fungerà da garante della governance per assicurare che il controllo resti stabile e in mani italiane. «Non siamo un fondo di private equity tradizionale, che deve fare exit e massimizzare i ritorni finanziari - sottolinea Paracchi -, bensì vogliamo far crescere le imprese nel lungo periodo mantenendo il know-how critico in Italia e dando una prospettiva di sviluppo industriale».
Secondo Paracchi, l’aggregatore rappresenterà anche una risposta pratica alle restrizioni del golden power: «Quando un imprenditore vuole vendere e il governo blocca la cessione a un soggetto estero, deve esistere un’alternativa rapida e credibile. Praexidia può essere quella soluzione: garantiamo tempi certi, governance trasparente e transazioni compliance, senza passaggi tortuosi».
Il progetto partirà dalla Difesa, settore in cui il team vanta le maggiori competenze e dove sono disponibili capitali europei tramite il Fondo Safe, ma potrà estendersi a tutte le filiere strategiche. Il nuovo modello nelle intenzioni dei promotori potrà rendere più competitiva l’Italia anche di fronte ai capitali esteri. «Chi vende a un investitore straniero spesso si trova vincolato dal golden power», conclude Paracchi. «Con noi la vendita è immediata, certa e senza rischi: questo non è un compromesso ma un vantaggio competitivo». (riproduzione riservata)