Da Unicredit a Banco Bpm fino a Illimity, ecco tutti gli advisor in campo nel risiko bancario
Da Unicredit a Banco Bpm fino a Illimity, ecco tutti gli advisor in campo nel risiko bancario
L’ondata di m&a nel credito può valere fee per decine di milioni per le grandi merchant europee e, soprattutto, Usa. In campo ci sono Goldman Sachs e Citi, Ubs e Lazard e anche qualche istituto italiano

di di Luca Gualtieri 17/01/2025 21:00

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Il consolidamento bancario è partito e gli azionisti hanno già iniziato a stimare i ritorni delle operazioni in corso. Gli scenari però sono ancora aperti e resta difficile fare previsioni. Una cosa però è certa: le banche d’affari incasseranno milioni di euro di consulenze.

La partita Commerz

Nelle operazioni annunciate sinora si sono già schierate quasi tutte le grandi merchant internazionali e anche qualche italiana. La scena più affollata è quella della scalata di Unicredit a Commerzbank. Lo scorso 11 settembre la banca guidata da Andrea Orcel è uscita allo scoperto, comprando il 9,5% dell’istituto tedesco.

Nelle settimane successive piazza Gae Aulenti ha stipulato derivati con diverse controparti, salendo prima al 21% e poi al 28% di Commerz con total return swap. Orcel ha curato personalmente le operazioni, avvalendosi però dei buoni consigli di alcune banche internazionali di fiducia.

Per prima cosa Unicredit ha chiamato Barclays, Bank of America e Citi per costruire gli swap utilizzati su Commerz. Secondo quanto ricostruito dal Financial Times, le investment bank dovrebbero guadagnare 12 milioni di euro a testa in commissioni e altri redditi dall'operazione, anche se l’incasso potrebbe salire a 40-50 milioni se i contratti fossero estesi oltre il 2026 o altrimenti modificati. Alla pattuglia si è poi aggiunta Jefferies che ha costruito l’hedging delle posizioni, mettendo quindi l’istituto italiano al riparo dalle fluttuazioni del titolo.

E le contromosse di Francoforte

A sua volta anche Commerz ha schierato una pattuglia di banker. Al fianco del gruppo di Francoforte guidato da Bettina Orlopp sono scesi in campo Goldman Sachs e Ubs, mentre a settembre Jp Morgan ha assistito il governo tedesco nella dismissione del suo 4,5%. L’altro gigante di Wall Street, Merrill Lynch, ha invece fatto leva sul rapporto di lunga data con il vertice di Deutsche Bank per farsi ingaggiare dalla banca tedesca sul dossier Commerz.

Anche dietro sollecitazione di Berlino, Deutsche cautamente ha riaperto il dossier dell’ex competitor per valutare un’eventuale aggregazione. Per il momento nessuna decisione è stata presa ma le commissioni per l’advisor non mancheranno.

La privatizzazione di Mps

All’inizio di novembre la privatizzazione di Mps ha richiesto l’intervento di una sola banca d’affari. Il collocamento del 15% del Tesoro a una cordata italiana selezionata dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti è stato curato da Banca Akros, la merchant bank di Banco Bpm che è stata l’acquirente della quota pubblica al fianco di Anima, di Francesco Gaetano Caltagirone e di Delfin.

Più nutrito è il team di advisor che sta seguendo l’ops che a fine novembre Unicredit ha lanciato su Banco Bpm. Come nell’operazione Commerz, Orcel ha scelto di costruire autonomamente il deal senza affidarsi a consulenti esterni. Il ceo si è però affidato agli studio milanese Cappelli Riolo Calderaro Crisostomo Del Din & Partners (Crccd) per gli aspetti legali.

Le scelte di Banco Bpm

L’amministratore delegato del Banco Giuseppe Castagna si è invece fatto affiancare dagli storici consulenti Lazard e Citi e dallo studio Legance, che già erano scesi in campo per l'opa dell’istituto sulla sgr Anima Holding. Questi soggetti stanno aiutando il vertice di piazza Meda a costruire una strategia difensiva che consenta, se non di respingere, almeno di allentare la presa di Unicredit sull’istituto.

Dopo gli esposti presentati alla Consob e all'Antitrust, al vaglio del board dovrebbe arrivare un rilancio su Anima, mentre sembra ormai tramontata l’ipotesi di una fusione con il Mps. Anche Crédit Agricole ha fatto le sue mosse, portando al 15,1% la partecipazione potenziale sul Banco. In questa operazione avrebbe giocato un ruolo di primo piano il desk londinese della Jp Morgan, banca da sempre vicina al vertice della banque verte.

L’opas su Illimity

Il consolidamento ha interessato anche le banche digitali. Nell’opas di Banca Ifis su Illimity ha giocato un ruolo di primo piano Equita che ha affiancato l’istituto controllato dalla famiglia Fürstenberg insieme a CC & Soci, boutique di advisory finanziaria e investimenti fondata da Claudio Costamagna.

Al fianco dell’istituto fondato da Corrado Passera ci sarebbe invece Jefferies che nell’ultimo anno ha gestito il dialogo con diversi fondi di private equity come Crc e Bain Capital. (riproduzione riservata)