Criptovalute, svolta della Russia dopo le sanzioni: la banca centrale apre anche agli investitori retail
Criptovalute, svolta della Russia dopo le sanzioni: la banca centrale apre anche agli investitori retail
Gli investitori non qualificati potranno acquistare le criptovalute più liquide dopo aver superato un test di conoscenza, con un limite di transazioni pari a 300 mila rubli all’anno tramite un unico intermediario

di Mario Olivari  23/12/2025 17:08

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Il 23 dicembre 2025 la Banca di Russia ha dichiarato di aver elaborato un quadro concettuale per la regolamentazione delle criptovalute, che saranno ora accessibili «sia agli investitori qualificati sia a quelli non qualificati, ma con regole differenti». La banca centrale ha già presentato al Governo le proposte di modifica normativa. Il quadro legislativo di riferimento dovrà essere predisposto entro il 1° luglio 2026, come previsto dal documento.

Gli investitori non qualificati potranno acquistare «le criptovalute più liquide dopo aver superato un test di conoscenza, con un limite di transazioni pari a 300 mila rubli (circa 3.800 dollari) all’anno tramite un unico intermediario».

Gli investitori qualificati, invece, potranno acquistare quantità illimitate di qualsiasi criptovaluta, ad eccezione dei token anonimi - ossia criptovalute progettate per nascondere o rendere non tracciabili le informazioni sulle transazioni - , previo superamento di un test di consapevolezza del rischio. Inoltre, i residenti potranno acquistare criptovalute all’estero (utilizzando conti esteri) e trasferire, tramite intermediari russi operanti all’estero, le criptovalute acquistate in precedenza, fermo restando l’obbligo di comunicazione alle autorità fiscali.

Secondo la nuova impostazione normativa cripto e stablecoin sono asset valutari

Secondo il nuovo impianto regolamentare, le valute digitali e le stablecoin sono classificate come asset valutari: possono essere acquistate e vendute, ma non utilizzate come mezzo di pagamento all’interno della Russia.

Nonostante ciò, il regolatore continua a classificare i criptoasset come «strumenti ad alto rischio, in quanto privi di un emittente identificabile e non garantiti da alcuna giurisdizione». Inoltre, «sono caratterizzati da un’elevata volatilità e comportano rischi legati alle sanzioni». Nel decidere se acquistare criptoasset,continua la banca centrale, «gli investitori devono essere pienamente consapevoli della possibilità di perdere i propri fondi».

La ratio dell’apertura di Mosca alle valute digitali

Secondo Vladimir Chistyukhin, primo vicegovernatore della Banca di Russia, il motivo per cui il regolatore sta valutando di allentare alcune restrizioni sulle criptovalute è proprio legato alle sanzioni occidentali, che ostacolano l’uso di valute tradizionali nei pagamenti internazionali.

In un’intervista al quotidiano russo Kommersant, ripresa dalla testata di settore Cointelegraph, Chistyukhin ha esplicitamente collegato la possibile apertura regolamentata del mercato crypto all’esigenza di consentire ai cittadini e alle imprese russe di operare nonostante le limitazioni sui canali finanziari tradizionali imposte dopo l’invasione dell’Ucraina.(riproduzione riservata)