Cresce l’uso delle criptovalute in Italia. Audito dalla commissione Finanze del Senato, il vicecapo dipartimento Circolazione monetaria e Pagamenti al dettaglio di Bankitalia, Massimo Doria, spiega come i dati elaborati dall’Organismo agenti e mediatori (Oam) «mostrano che nel primo trimestre 2024 vi erano oltre 1,3 milioni di individui che detenevano cripto-attività presso Vasp registrati in Italia per un controvalore complessivo di 2,7 miliardi», ovvero il +85% sul quarto trimestre 2023.
Under 40 i più cripto-attivi
Nel periodo considerato, spiega Doria, la maggior parte dei clienti persone fisiche è compresa nelle fasce più giovani della popolazione: il 64% è under 40, mentre appena il 5% è over 60. Quasi la metà dei clienti persone giuridiche (il 49%) si concentra al Nord, con percentuali molto più basse per il Centro (11%) e il Sud (8%). Bene l’Estero con il 31%.
I dati italiani, sottolinea Doria, sono in linea con un trend crescente a livello mondiale: a giugno, la capitalizzazione di mercato globale è ricompresa tra 2,2 e 2,5 trilioni di dollari. Di questa cifra, la quota attribuibile a cripto-attività non garantite è circa il 93%, contro appena il 7% imputabile alle stablecoins.
Applicare correttamente MiCAR
Doria riprende il recente richiamo dell’Esma «al rischio che le piattaforme non regolate fuori dai confini europei possano gestire prodotti regolati in Europa e creare un effetto di turbativa all'interno dei nostri mercati». «Una corretta applicazione di MiCAR – che non sempre riesce a catturare tutte le complessità di questi nuovi mercati, sottolinea – può favorire nel settore delle cripto-attività iniziative in grado di coniugare innovazione tecnologica, sicurezza, guadagni di efficienza, benefici tangibili per la clientela».
In tale ottica, conclude, lo schema di decreto legislativo attuativo di MiCAR verso il quale via Nazionale ha più volte espresso apprezzamento, «traccia uno scenario in grado di confermare l'affidabilità della piazza finanziaria nazionale facendo anche leva sulle responsabilità affidate alla Banca d’Italia e alla Consob, in coerenza con il mandato istituzionale attribuito alle due autorità». (riproduzione riservata)