La Bce lascia a secco l’Ucraina, no alle garanzie per il mega prestito da 140 miliardi di euro
La Bce lascia a secco l’Ucraina, no alle garanzie per il mega prestito da 140 miliardi di euro
La spiegazione della Banca Centrale Europea: il prestito proposto dalla Commissione Europea utilizzando gli asset russi congelati violerebbe i Trattati, che vietano il finanziamento diretto agli Stati

di di Marcello Bussi e Rossella Savojardo 02/12/2025 21:20

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La Bce ha rifiutato di fornire garanzie per il prestito da 140 miliardi di euro destinato all’Ucraina, come parte del piano della Commissione Europea per un «prestito di riparazione» finanziato attraverso gli asset russi congelati (principalmente riserve della Banca centrale russa bloccate all’Euroclear, il depositario belga di titoli). La decisione è stata rivelata ieri dal Financial Times e confermata anche a Milano Finanza da fonti europee e vicine alla Bce, complicando gli sforzi di Bruxelles per sostenere Kiev in un contesto di carenza di liquidità e offensive militari russe in corso.

La Bce ha spiegato che la proposta della Commissione Europea violerebbe il suo mandato e che l’articolo 123 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea (Tfue) impedisce il finanziamento monetario diretto degli Stati. Questo articolo proibisce alla Bce di finanziare direttamente gli Stati membri o di intervenire in modo da compromettere l’indipendenza della sua politica monetaria. In sintesi, la Bce non può agire come «prestatore di ultima istanza» per garantire liquidità in caso di emergenze, come richiesto da Bruxelles per coprire rischi di rimborso del prestito.

Gli asset russi congelati

Fornire garanzie esporrebbe la Bce a potenziali pressioni sui mercati, soprattutto se gli asset russi, il cui valore è stimato in circa 210 miliardi di euro congelati dall’Ue dall’inizio del conflitto, venissero sbloccati in futuro e restituiti a Mosca. Ciò potrebbe creare una crisi di liquidità per Euroclear – la banca belga dove gran parte di questo denaro si trova – e di conseguenza per l’intera Eurozona, intaccando la credibilità dell’euro a livello internazionale.

Il piano prevedeva che i Paesi Ue fornissero garanzie statali condivise per il rimborso, ma i governi (tra cui quelli di Belgio, Francia e Italia) non sarebbero in grado di mobilitare fondi rapidamente in caso di problemi, aggravando i rischi. La Bce ha così ribadito che «una simile proposta non è in esame», sottolineando la sua riluttanza a finanziare indirettamente sforzi bellici o di ricostruzione attraverso meccanismi non convenzionali.

Il rifiuto complica così il sostegno a Kiev, che ha bisogno di 83,4 miliardi di dollari per spese militari e di 52 miliardi per altre voci nel 2026-2027. L’Ue ha già stanziato 50 miliardi di dollari in aiuti dal 2024 al 2027, ma alternative come garanzie dirette dagli Stati membri o prestiti bilaterali sono ora in discussione. Il summit Ue del 18 dicembre potrebbe registrare veti (per esempio dall’Ungheria di Viktor Orbán) e opposizioni (dal Belgio, che teme responsabilità legali).

Due americani al Cremlino

Da sempre la Russia minaccia «reazioni dure» contro l’uso degli asset congelati, definendolo un furto. E proprio ieri Vladimir Putin ha dichiarato che «la Russia non ha intenzione di combattere l’Europa, ma se l’Europa lo facesse saremmo pronti fin da subito».

In serata sono cominciati al Cremlino i colloqui sull’Ucraina tra lo stesso presidente russo, l’inviato della Casa Bianca Steve Witkoff e Jared Kushner, genero del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. L’inizio dell’incontro è stato trasmesso dalla televisione russa. «Sono così lieto di vedervi», ha detto Putin accogliendo Witkoff e Kushner, seduti fra i traduttori.

In precedenza il capo del Cremlino aveva annunciato la presa della città di Pokrovsk nel Donetsk, sottolineando che «contribuirà a garantire progressi costanti verso tutti gli obiettivi principali dell'operazione militare speciale». Ringraziando i comandi militari per il loro successo Putin ha detto che alle truppe «sarà fornito tutto il necessario per condurre le operazioni militari nel periodo invernale». (riproduzione riservata)