I controdazi Ue potrebbero far salire l’inflazione in Europa. «I prezzi aumenteranno», ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. La guerra commerciale inoltre avrà un effetto negativo sulla crescita. Per il momento tuttavia gli economisti ritengono che l’impatto delle misure annunciate da Bruxelles e Washington sia limitato. Ma ci sono timori per una possibile estensione dello scontro e anche per l’impatto indiretto delle misure.
Citi ha osservato che la ritorsione Ue su prodotti americani per 26 miliardi di euro rappresenta il 5,5% delle importazioni dagli Usa esclusa l’energia (in totale 470 miliardi di euro nel 2024, in forte crescita dai 320 miliardi del 2017) e solo lo 0,4% di tutti i beni importati al netto dell’energia (6.200 miliardi nel 2024).
«Gli interventi previsti finora sono troppo esigui per avere un effetto macro significativo sulla crescita», ha osservato Citi. «Tuttavia l’incertezza generata dall’escalation può di per sé agire da freno alla domanda nel breve periodo».
La banca americana ritiene che i dazi Usa saranno uno shock negativo per la domanda in Europa e ridurranno l’inflazione anche in presenza di una risposta Ue poiché farebbero arrivare prodotti esteri (soprattutto cinesi) a basso costo sul mercato europeo.
Per Nomura l’impatto delle misure annunciate potrà essere «notevole» su alcuni settori e linee di prodotto, ma «l’effetto macroeconomico aggregato sull’Europa sarà probabilmente modesto. L’aspetto più preoccupante è che si tratta solo di una mossa iniziale: l’Europa è ora nel mirino di Trump».
Anche secondo Nomura ci potrebbero essere «significativi effetti negativi» legati alla «incertezza commerciale e geopolitica» generata da Trump.
Per la banca giapponese l’impatto dei dazi sarà più forte sulla crescita che sull’inflazione europea, ma il pil Ue beneficerà dei piani di spesa della Germania. Perciò Nomura ora si aspetta soltanto un altro taglio dei tassi da parte della Bce. (riproduzione riservata)