Come costruire la tua pensione milionaria con 250 euro al mese (e vivere sereno a lungo)
Come costruire la tua pensione milionaria con 250 euro al mese (e vivere sereno a lungo)
Con versamenti periodici fin da subito si può uscire dal mondo del lavoro con grandi capitali. Ma è importante capire quando disinvestire e come proteggersi. Ecco cosa fare secondo Fideuram  

di di Marco Capponi 18/07/2025 20:00

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Andare in pensione con la prospettiva di poter vivere (e magari anche in salute) altri 20 se non altri 30 anni. Niente male, vero? Ma i consulenti finanziari, come grilli parlanti che forse sarebbe meglio ascoltare, da tempo lanciano l’allarme: non c’è niente di più rischioso che sopravvivere al proprio denaro.

E le possibilità che tutto ciò avvenga non sono così remote. Primo, perché con una popolazione che invecchia nel 2040 un terzo della popolazione italiana, secondo le stime Istat, avrà più di 65 anni. Chi pagherà le pensioni per tutte queste persone? Il patto tra generazioni previsto dal sistema italiano a ripartizione (i contributi di chi lavora oggi pagano le pensioni pubbliche di chi già si è ritirato dal mondo del lavoro) è sempre più in bilico. E gli assegni Inps in futuro saranno sempre più magri, con tassi di sostituzione - rapporto tra pensione e ultimo stipendio - destinati a scendere fino sotto il 70% dall’80% del 2020.

La risposta dietro l’angolo

Una soluzione esiste già ed è alla portata di tutti: investire nei mercati finanziari, utilizzando fondi di investimento, Etf, strumenti di previdenza complementare a fiscalità agevolata. «In Italia, soprattutto tra le fasce meno abbienti, è diffusa l’abitudine di mantenere una quota rilevante di liquidità nei conti correnti. Quando i tassi erano a zero e l’inflazione molto bassa, questo non rappresentava un problema. Ma oggi, con un’inflazione cumulata del 25% dal 2019, significa che un quarto del valore reale della ricchezza è andato perduto». Chi parla è Gianluca Serafini, condirettore generale di Fideuram-Intesa Sanpaolo Private Banking, che ha fatto della gestione della longevità uno dei pilastri strategici della sua offerta di consulenza evoluta.

Lo scenario demografico che si sta delineando in Italia (e in altri Paesi occidentali), aggiunge il manager, «rende imprescindibile il ruolo della pianificazione finanziaria, tanto più in un contesto macroeconomico e di mercato in cui sono tornate due dinamiche che sembravano praticamente scomparse nel decennio precedente: da un lato, il ritorno a tassi di interesse positivi che permette di investire ottenendo un flusso di reddito e, dall’altro, il ritorno dell’inflazione».

In pensione da milionari

Le simulazioni fatte dalla private bank di Intesa sono quanto mai incoraggianti. Ipotizzando versamenti periodici da 250 euro al mese per 45 anni, con un rendimento annuo del 6%, un capitale investito di circa 100 mila euro diventerebbe, al momento di ritirarsi dal mondo del lavoro, circa 1,5 milioni di euro. Certo, le variabili in gioco sono molteplici, dall’inflazione all’impossibilità di prevedere se i mercati continueranno a correre nei prossimi anni.

Ma il concetto resta: l’investimento è il più grande alleato del futuro pensionistico nel mondo della longevità. E tutto questo grazie a quello straordinario effetto moltiplicatore che è l’interesse composto. Un regime di capitalizzazione, si legge nel glossario di Borsa Italiana, in cui l'interesse matutato alla fine di ogni periodo viene capitalizzato, ossia si aggiunge al capitale iniziale e contribuisce a far maturare i nuovi interesse nel periodo successivo.

«In passato la vita era più breve, la pensione arrivava prima, il sistema sanitario pubblico copriva ogni esigenza e il meccanismo retributivo garantiva pensioni generose», ricorda Serafini. «Oggi il paradigma è completamente cambiato. Da qui la domanda: quando iniziare a pianificare il proprio futuro? La risposta è molto semplice: il prima possibile».

I tre quarti dei rendimenti di lunghissimo periodo, si vede nella torta in pagina, vengono costruiti nei primi vent’anni della carriera lavorativa, proprio grazie all’effetto dell’interesse composto. Purtroppo, lamenta il condirettore generale, «la scarsa educazione finanziaria non consente di comprendere appieno la forza di questo meccanismo, che rappresenta uno dei principali pilastri della pianificazione di lungo periodo».

Sos conto corrente

Certo, gli ostacoli per iniziare a investire fin da subito sono tanti. E il primo è di natura culturale: gli italiani costruiscono il loro fondo di emergenza agli imprevisti mettendo il denaro sotto il materasso, come certificano gli oltre 1.800 miliardi di euro di depositi censiti a giugno dall’Abi.«Il vero nodo resta la gestione della liquidità: molte famiglie, spesso sotto assicurate, utilizzano la liquidità per far fronte agli imprevisti. Per questo, grazie anche all’offerta assicurativa del gruppo Intesa Sanpaolo, siamo andati proprio a rafforzare i servizi dedicati a casa, famiglia e salute», prosegue Serafini.

L’idea di base è che, con premi contenuti, le famiglie possono tutelarsi, liberando così risorse da destinare agli investimenti di lungo termine. La private bank, non a caso, ha costruito anche un possibile percorso di pianificazione finanziaria che parta dalla vita attiva e arrivi fino alla fase di non-autosufficienza dosando una parte di accumulo (decrescente) una di decumulo (crescente) e una di protezione, che da marginale - ma comunque presente - durante la vita attiva diventa maggioritaria alla fine del percorso.

La strada verso la pensione

«Un altro ambito su cui stiamo lavorando è la fase di pre-pensionamento», sottolinea Serafini. «Le simulazioni pensionistiche devono essere fatte al netto di tasse e inflazione: solo così è possibile stabilire il reddito obiettivo al momento della pensione e costruire un portafoglio personalizzato che consenta di integrare il trattamento previdenziale». Positiva, in questo contesto, è la «crescente attenzione da parte dei clienti alla fase di accumulo, segno che sta maturando la consapevolezza del venir meno della redditività futura. In questo percorso, la vicinanza del consulente è fondamentale: non è qualcosa che si può fare da soli».

Il vero problema su cui lavorare d’ora in avanti, secondo il condirettore generale, è la «scarsa consapevolezza rispetto alla fase del decumulo: solo una piccola fascia di clientela molto evoluta ne ha piena contezza. Il nostro prossimo obiettivo sarà lavorare proprio in questa direzione».

Convivenza tra generazioni

Oggi, insomma, il capitale non va più solo preservato, ma deve generare flussi reddituali per garantire una qualità della vita adeguata anche nel lungo e lunghissimo periodo. E non solo per la propria pensione, ricorda Serafini: «Oggi ci troviamo di fronte, per la prima volta, alla gestione simultanea di più generazioni. Attualmente convivono sei generazioni, ciascuna con bisogni e stili di vita differenti». Come private banking, conclude il manager, «il nostro compito è servire tutte queste generazioni contemporaneamente». E sprigionare con ognuna di esse l’intero ventaglio di potenzialità offerto dai mercati. (riproduzione riservata)