La recente crisi energetica europea innescata dall’invasione russa dell’Ucraina ha rivelato «una dura verità: la nostra dipendenza dai combustibili fossili importati non è più sostenibile». Lo ha detto a Oslo la presidente Bce Christine Lagarde evidenziando che «le rinnovabili rappresentano «la strada più chiara» per raggiungere gli obiettivi di «sicurezza, sostenibilità e convenienza».
La presidente Bce ha sottolineato che «ora l’Europa deve decidere. O rimaniamo con uno status quo insostenibile e costoso, oppure creiamo un ambiente che possa sbloccare gli investimenti necessari» per la transizione verde, stimati dalla Commissione Ue in 1.200 miliardi all’anno, di cui oltre due terzi da parte del settore privato.
In tal senso sarà fondamentale secondo Lagarde un mercato dei capitali integrato in grado di canalizzare l’abbondante risparmio privato europeo verso gli investimenti.
A causa della guerra in Ucraina i prezzi dell’energia sono saliti del 37% soltanto nel 2022, spingendo l’inflazione complessiva all’8,4% nell’anno. Il costo di gas e petrolio, come ha ricordato Lagarde, ha causato «un impatto negativo duraturo sulla nostra competitività. Sebbene la fase acuta dello shock energetico sia ormai superata, la nuova realtà geopolitica ha lasciato un’impronta duratura sui costi energetici dell’Europa, indebolendo la sua posizione rispetto ad altre regioni».
I prezzi dell’elettricità nell’Ue sono ancora circa due volte e mezzo più alti rispetto agli Stati Uniti, mentre quelli del gas sono quasi quattro volte maggiori. Secondo Lagarde «crescono le preoccupazioni che i prezzi più elevati dell’energia possano addirittura contribuire alla deindustrializzazione, mentre le aziende europee lottano contro la concorrenza estera».
Inoltre «gli errori del passato dell’Europa stanno creando difficoltà anche per il futuro» poiché l’aumento dei prezzi dell’energia potrebbe rendere più difficile l’adozione di tecnologie che guideranno la produttività futura. In particolare l’accesso a energia abbondante e a basso costo sarà fondamentale per sfruttare al meglio l’intelligenza artificiale. L’Agenzia Internazionale per l’Energia (Iea) ha ricordato che la domanda di elettricità dei data center più che raddoppierà entro il 2030.
«Dobbiamo ridurre i costi energetici se vogliamo salvaguardare la competitività industriale dell’Europa e sostenere la crescita a lungo termine», ha detto Lagarde. «Tuttavia non possiamo permetterci di farlo rinunciando ad altri obiettivi. Dobbiamo garantire la sicurezza dell’energia e mantenere un fermo impegno nei confronti del clima», nonostante la «crescente negazione della crisi climatica». Il riferimento implicito è a Donald Trump che ha messo da parte le politiche verdi negli Usa.
In questo quadro la presidente Bce considera le rinnovabili come «unica strada possibile» perché «riducono l’impatto del cambiamento climatico», perché «offrono un livello di indipendenza che l’Europa non raggiungerebbe mai importando combustibili fossili» e perché «fanno scendere il costo dell’energia».
Riguardo allo scetticismo sulle riduzioni dei prezzi in Europa, Lagarde ha osservato che i costi dovuti all’intermittenza delle rinnovabili «possono essere ridotti in modo sostanziale se si continuerà a investire nella capacità di generazione, nelle reti e nello stoccaggio».
Inoltre per la presidente Bce «il costo delle tecnologie pulite è sceso di oltre metà nell’ultimo decennio» e l’Europa può essere avvantaggiata dall’esistenza di Paesi che sfruttano l’energia solare (quelli del Sud) e il vento (quelli del Nord). (riproduzione riservata)