Cassa di Risparmio di Asti riscrive i conti: la banca abbatte l’utile netto della semestrale dopo un’ispezione di Bankitalia
Cassa di Risparmio di Asti riscrive i conti: la banca abbatte l’utile netto della semestrale dopo un’ispezione di Bankitalia
Per l’istituto partecipato da Banco Bpm e Crt sono emerse nuove rettifiche su crediti per 33,7 milioni. Le poste deteriorate sono salite a 260,1 milioni (+48,66%). Non è in dubbio la solidità patrimoniale

di di Luca Carrello e Luca Gualtieri 22/10/2024 21:00

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Un’altra banca di territorio finisce sotto la lente degli ispettori di Banca d’Italia. Questa volta è toccato alla Cassa di Risparmio di Asti rimettere mano ai conti dopo un’ispezione della Vigilanza. A inizio ottobre l’istituto di credito piemontese - partecipato dalla Fondazione Cr Asti (31,8%), da Banco Bpm (9,99%) e dagli enti Cr Biella (12,91%), Cr Vercelli (4,2%) e Crt (quest’ultima entrata nella primavera scorsa con il 6%) - ha dovuto correggere l’ultima riga del conto economico semestrale. L’utile netto individuale è sceso da 29,7 a 8,5 milioni, mentre quello consolidato è passato da 25,4 a 4,2 milioni.

Le due variazioni, si legge in una nota della società, sono legate «alla contabilizzazione di ulteriori rettifiche nette di valore dei crediti per circa 33,7 milioni». Secondo fonti finanziarie, durante l’ispezione della Banca d’Italia sarebbero emerse perdite su crediti maggiori rispetto a quelle stimate dalla Cassa, che ne ha dovuto tenere conto abbattendo l’utile. L’ispezione sarebbe ancora in corso, ma le fonti precisano che la verifica è di routine e che la situazione non è preoccupante né tale da determinare interventi duri nei confronti della società.

Nessun dubbio sulla solidità patrimoniale

Interpellata da MF-Milano Finanza, la Cassa presieduta da Giorgio Galvagno e guidata dall’ad Carlo Mario Demartini ha declinato ogni commento riservandosi di tornare sul tema in occasione dei conti dei nove mesi, attesi a inizio novembre. Secondo l’istituto piemontese i nuovi dati di bilancio confermeranno la solidità dell’istituto, dimostrata già nella semestrale che ha evidenziato un incremento del coefficiente patrimoniale Cet1 consolidato al 15,1 (14,9% a dicembre) e un indicatore di liquidità Lcr al 223,9%.

I primi sei mesi di quest’anno si sono chiusi con un aumento del margine di interesse, salito a 154 milioni (+16,6%), mentre le commissioni nette sono scese del 21,79% a 46,4 milioni «principalmente a seguito delle maggiori cessioni di finanziamenti di cessione del quinto dello stipendio da parte di Pitagora». Si tratta della società controllata al 63% dalla Asti e partecipata dal 2021 da Iccrea con il 9,9%: per la controllata nel 2023 sono aumentate in maniera significativa le rettifiche su crediti, cresciute da 1,28 a 4,07 milioni.

Crescono i crediti deteriorati

Qualcosa di simile è successo per la capogruppo Asti. La semestrale evidenzia che il margine di intermediazione è sceso del 4,8% a 158,4 milioni per rettifiche di valore nette per rischio di credito per 76,6 milioni (+163,5%). La qualità degli impieghi si è insomma rivelata un aspetto critico per l’istituto.

Al termine del primo semestre è emerso un aumento dei crediti deteriorati, saliti a 260,1 milioni (+48,66%) con npl ratio lordo e netto rispettivamente al 6,26% (dal 4,36% del 2023) e al 3,53% (dal 2,36%). Il livello di copertura media degli npl si è attestato al 45,59%. Fra pochi giorni arriveranno i risultati dei nove mesi, che dovrebbero confermare la linea del rigore per l’istituto piemontese. (riproduzione riservata)