Il calo dei tassi dei titoli a breve termine dell’ultimo anno rilancia la raccolta delle polizze Vita di ramo I, strumenti adatti a chi punta ad avere portafogli prudenti e con rendimenti contenuti ma stabili, dato che investono i premi in gestioni separate a prevalente contenuto di titoli di Stato. Con i mercati azionari sui massimi e i Btp che rendono meno cresce l’interesse verso questi contratti che, nella versione più flessibile delle multiramo, offrono anche la possibilità di partecipare all’andamento dei mercati finanziari, tramite l’inserimento di una quota di ramo III (polizze unit linked che investono i premi in fondi o sicav).
Come emerge dall’osservatorio di Prometeia, le gestioni separate sottostanti alle ramo I, dette anche polizze rivalutabili, sono tornate in territorio positivo nei nove mesi con flussi netti di 2,72 miliardi di euro dopo i -834 milioni del 2024 e i -11,1 miliardi dello stesso periodo 2023 (tabella in pagina). Sono diminuiti i riscatti per via del minor appeal di prodotti alternativi come i titoli di Stato di breve termine e i conti di deposito a causa dei tagli del costo del denaro da parte della Bce, mentre i movimenti dei tassi sui Btp, che per queste polizze restano l’asset principale, sono stati cavalcati dalle compagnie per realizzare rendimenti.
«E’ proseguita anche nel terzo trimestre la ripresa del mercato Vita in termini di raccolta netta, dopo un biennio di deflussi. Includendo una stima della componente relativa alle compagnie Ue operanti in Italia, nei primi nove mesi di quest’anno la raccolta netta complessiva è risultata positiva e pari a poco più di 6,1 miliardi, a fronte degli oltre 8,1 miliardi di flusso netto negativo dell’analogo periodo 2024», spiega Stefano Frazzoni, senior partner, head of insurance wealth & asset management area di Prometeia.
Il risultato positivo, prosegue Frazzoni, «è ascrivibile in maniera pressoché esclusiva ai prodotti multiramo, che hanno più che compensato i flussi netti ancora negativi registrati sui prodotti collegati esclusivamente a gestioni separate e sui prodotti unit linked. Questo in conseguenza del fatto che la distribuzione, soprattutto di matrice bancassicurativa, di fronte ad una domanda che mantiene una significativa avversione al rischio, ha spostato decisamente la produzione verso queste tipologie di prodotto, rispetto al forte orientamento verso le rivalutabili pure che si era registrato nel 2023 e nel 2024, in corrispondenza della fase di crescita dei tassi di interesse». Le multiramo sono polizze Vita che combinano una componente di gestione separata, quindi ramo I, con il ramo III delle unit linked. Quest’ultimo permette al portafoglio sottostante una maggiore sensibilità all’andamento dei mercati, soprattutto quelli azionari, che invece la gestione separata, avendo contenuto prevalente in titoli di Stato, non riesce ad avere.
Nel frattempo iniziano a pubblicare i rendimenti 2025 le gestioni separate che chiudono i bilanci al 30 settembre o al 31 ottobre. Per conoscere le performance di queste polizze bisogna aspettare infatti la certificazione dei revisori dei conti che avviene una volta l’anno. Come si vede dalla tabella in pagina elaborata da Prometeia, «ad oggi il numero di gestioni separate che hanno definito e comunicato il rendimento 2025 è ancora molto limitato, pari a circa il 7% in termini di patrimonio complessivo», aggiunge Frazzoni. Ma si tratta comunque di un primo assaggio dal quale è possibile trarre un’indicazione di quello che sarà il dato definitivo che si avrà a fine febbraio 2026 quando, dopo i due mesi previsti, le compagnie assicurative pubblicheranno i rendimenti di tutte le altre gestioni che redigono i bilanci al 31 dicembre.
«Ciò che emerge dall’osservazione di questo campione», spiega Frazzoni, «è una tendenza all’incremento del rendimento rispetto al 2024, quantificabile mediamente nell’ordine dei 20 punti base, che ci aspettiamo venga ribadita anche dalle prossime uscite. Rispetto al 2024, i dati delineano inoltre un quadro che, se verrà confermato, si caratterizza nella formazione del rendimento da una minore incidenza degli utili provenienti dalla vendita delle azioni in portafoglio, mentre ancora rilevante risulta la componente riconducibile alle plusvalenze derivanti dalle cessioni di titoli di Stato». Infatti nelle gestioni separate i titoli sono valorizzati al costo storico (da qui la stabilità dei rendimenti) e le performance quindi derivano o dai dividendi e cedole incassati dalle azioni e dai bond in portafoglio, o dalla dismissione di questi titoli, operazione che permette di fare emergere eventuali plusvalenze latenti fino a quel momento.
Tra le gestioni più grandi e legate a prodotti in collocamento spicca per rendimento 2025 Athora Risparmio Protetto di Athora Italia con il 4,55%. «Questa nostra gestione di punta oggi ha circa 650 milioni di masse, in crescita rispetto ai 307 milioni del 2024. Il rendimento si è mantenuto stabile tra il 4,53% del 2024 e il 4,55% del 2025, collocandosi ai vertici del mercato. Alla luce dell’evoluzione dei tassi e della dimensione raggiunta, ci attendiamo che la gestione resti tra quelle sopra i 500 milioni con rendimenti stabilmente superiori alla media di mercato», dice Jozep Bala, ad di Athora Italia. Nel corso dell’ultimo anno, ricorda l’ad, la dinamica sul fronte dei tassi e degli spread sovrani è stata articolata. «Sulla parte lunga della curva i tassi di interesse sono aumentati di circa 50 punti base, per effetto delle politiche fiscali espansive e delle aspettative sulla crescita degli investimenti in difesa e infrastrutture, mentre la parte breve ha visto una riduzione dei tassi sulla scia dei tagli della Bce. Il risultato è stato un irripidimento della pendenza della curva, accompagnato da una riduzione degli spread dei Paesi periferici. Il tratto 5-10 anni, nel quale tipicamente investono i portafogli assicurativi, è rimasto stabile nell’anno», spiega Bala.
Sul fronte della raccolta premi, «il calo della parte breve rende più favorevole il confronto per i risparmiatori che valutano prodotti alternativi, contribuendo alla riduzione del tasso di riscatto che negli ultimi due anni aveva raggiunto il picco del 10%. Nel nostro caso i riscatti restano inferiori rispetto al mercato grazie alla clientela retail, tradizionalmente meno propensa al disinvestimento, con un trend complessivo positivo. Per il 2025 la raccolta lorda attesa è vicina ai 500 milioni, in aumento rispetto ai 160 milioni del 2023, anche grazie agli accordi distributivi finalizzati nel corso dell’anno e al consolidamento delle partnership esistenti», dice Bala. In ogni caso, la dinamica di riduzione dei riscatti e aumento dei tassi sulla parte lunga favorisce ulteriormente la performance e la bassa volatilità delle gestioni separate. «L’asset allocation delle nostre gestioni separate è rimasta stabile nel corso dell’anno, con una composizione orientata a garantire flussi di cassa prevedibili: 50% titoli governativi, di cui 25% di Btp sul totale portafoglio, l’altro 50% in obbligazioni corporate, di cui 20% investment grade quotate e il restante in credito privato non quotato», sottolinea Bala.
Per Sara Vita le due gestioni Fondo Più e Futuro & Previdenza, hanno registrato rispettivamente al 30 settembre il 3,43% e il 3,14%. «Questi rendimenti delle gestioni separate, da sempre punto di forza dell'offerta di Sara Vita, sono uno dei motivi alla base del nostro ottimo andamento produttivo nel 2025: la crescita della produzione rispetto all’esercizio precedente si registra su tutti i canali di vendita», afferma Emiliano De Salazar, direttore vita di Sara Vita.
E per quanto riguarda i portafogli, «nel 2025, la gestione finanziaria del gruppo è rimasta ancorata a un approccio prudente e proiettato al medio/lungo termine, con l’obiettivo di garantire ai nostri assicurati risultati stabili nel tempo. La nostra strategia ha continuato a privilegiare l’investimento in titoli con elevato standing creditizio aumentando la qualità del portafoglio. Date le persistenti incertezze macroeconomiche, acuite dalle tensioni geopolitiche e dal riemergere di politiche protezionistiche, abbiamo tatticamente ridotto l’esposizione all’azionario», spiega De Salazar.
In questo contesto, il gruppo ha puntato anche sugli investimenti alternativi: «gli investimenti in fondi di private market si sono consolidati come un pilastro strategico fondamentale della nostra gestione. La loro intrinseca decorrelazione rispetto alle asset class tradizionali, unitamente alla capacità di catturare il premio per l'illiquidità, offre ai nostri portafogli una maggiore diversificazione e contribuisce a rendimenti prospetticamente più elevati», conclude De Salazar. (riproduzione riservata)