Mentre l’m&a resta al centro della scena, gli analisti di Barclays fanno il punto sui conti del primo trimestre del 2025 delle banche italiane. Tre i trend principali emersi: primo, l’andamento del margine di interesse netto inizia a divergere; secondo, le commissioni sono risultate forti per i collocamenti (+6,2% in media) ma sarà fondamentale vedere un aumento dei flussi in entrata per gli asset under management (in media +0,6% trimestre su trimestre e +7,2% su anno); terzo, la generazione di capitale è stata solida.
Gli analisti di Barclays ritengono che con la discesa dei tassi e con la fine della stagione dei collocamenti (normalmente si concentra nel primo trimestre dell’anno), potrebbe essere possibile vedere più flussi netti anche per le banche, forse già dal secondo trimestre, anche perché aprile è stato eccezionale per alcune società di risparmio gestito specialmente considerando il periodo festivo in Italia, ma ancor più avanti nell’anno, assumendo condizioni di mercato normali, cioè in assenza di shock che possano influenzare l’avversione al rischio.
Comunque, nello specifico, il margine di interesse è calato in media del 5% trimestre su trimestre ma del 14% per il Credem, dell’8% per Mps o del 4% per Intesa Sanpaolo, a titolo d’esempio. «Questo è probabilmente il primo trimestre in cui le banche con maggior copertura hanno mostrato di saper proteggere meglio il margine di interesse», sottolineano gli analisti di Barclays.
Guardando ai trend sottostanti, i depositi sono diminuiti in media dell’1,5% trimestre su trimestre ma sono stati quasi piatti anno su anno (+0,2%); i prestiti sono risultati in media piatti trimestre su trimestre e in calo dello 0,8% anno su anno; lo spread con la clientela ha raggiunto il 2,8%, in calo di 17 punti base trimestre su trimestre.
Inoltre, «alcune banche hanno rivisto i portafogli di titoli di Stato nel primo trimestre; questo potrebbe aver avuto un impatto negativo sul margine di interesse, soprattutto per le banche che lo hanno fatto all’inizio del trimestre, ma positivo sulle entrate da trading: in media +45% rispetto al primo trimestre del 2024», osservano gli esperti di Barclays.
I portafogli di titoli di Stato sono stati comunque ricostruiti, dato che il loro stock è aumentato in media del +6% trimestre su trimestre e anche del +13% anno su anno con alcune banche ben al di sopra di questa media come Banco Bpm (+20% circa) e Intesa Sanpaolo (+16% circa); guardando solo ai titoli di Stato italiani si notano le stesse tendenze: lo stock è aumentato in media del +11% trimestre su trimestre e anche del +22% anno su anno (Intesa Sanpaolo +22% e Banco Bpm +32% circa). «Pensiamo che ciò possa sostenere il margine di interesse atteso nel secondo trimestre», affermano a Barclays.
Il peso dei titoli di Stato totali/italiani sul patrimonio tangibile era in media del 181%/87% rispettivamente (172%/ 83% rispettivamente nel quarto trimestre del 2024); l’aumento è dovuto anche al fatto che il patrimonio netto tangibile è aumentato del 3,4% trimestre su trimestre.
Infine, nel primo trimestre i ratio Cet1 sono stati in media superiori di +16bps trimestre su trimestre, nonostante l’impatto di Basilea 4. Gli asset ponderati per il rischio (Rwa) sono aumentati del +2,3% trimestre su trimestre. «Per quest’anno ci aspettiamo un Cet1 ratio medio al 15,6% dopo aver considerato i dividendi e i buyback», concludono gli analisti di Barclays. (riproduzione riservata)