Crédit Agricole si rafforza in Banco Bpm. L’istituto francese ha annunciato venerdì 11 che chiederà alla Bce di superare il 20% nella banca milanese attualmente sotto ops da parte di Unicredit e di cui oggi controlla il 19,8%.
Agricole vuole arrivare a qualificare la partecipazione nell’istituto guidato da Giuseppe Castagna nel contesto della «influenza significativa» e contabilizzarla secondo il metodo del patrimonio netto, «coerentemente» con la sua posizione di azionista di lungo termine e partner industriale, è scritto in una nota.
Quest’ultimo punto è tecnico: il cambio di contabilizzazione eviterà che la volatilità delle azioni Banco Bpm impatti sul bilancio del gruppo. Crédit Agricole ha precisato inoltre che non intende acquisire o esercitare il controllo su Bpm e che si manterrà sotto la soglia d’opa obbligatoria del 25%. Non dovrebbe neanche chiedere posti nel board.
Secondo quanto filtra da fonti vicine al dossier, il gruppo francese, rappresentato in Italia dal senior country officer Hugues Brasseur, ceo di Credit Agricole Italia, dovrebbe acquisire un pacchetto limitato di azioni per portarsi attorno al 21%.
Ma non c’è dubbio che avere l’ok Bce a superare quella soglia fa avere ad Agricole mani più libere negli scenari del risiko. Se non dovesse andare in porto l’ops di Unicredit, è possibile che Banco Bpm rivolga le sue attenzioni su Siena: in caso di un’integrazione tra Bpm e Mps-Mediobanca (se il Monte avrà conquistato nel frattempo Piazzetta Cuccia), Agricole si ritroverebbe molto facilmente come primo socio istituzionale del neonato colosso bancario italiano. (riproduzione riservata)