Bper scommette su se stessa e si difende preventivamente da un possibile raid esterno. L’istituto guidato da Gianni Franco Papa ha sottoscritto contratti derivati – probabilmente equity swap - per acquisire un’esposizione sintetica pari al 9,99% del capitale. Una quota che sul mercato vale circa 1,9 miliardi di euro. La controparte di Modena sarebbe una banca d’affari internazionale e sul mercato è circolato il nome di Jp Morgan che nei mesi scorsi aveva costruito una partecipazione indiretta del 10% proprio su Bper.
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L’operazione, che non comporta acquisto fisico di azioni, consente alla banca di ottenere un’esposizione economica equivalente, con l’obiettivo di rafforzare la fiducia del mercato e di preparare il terreno a un eventuale piano di buyback. Nonostante il +835% messo a segno dall’ottobre 2020 e una capitalizzazione di 19,6 miliardi, Bper quota «solo» 8,9 volte gli utili e 1,37 volte il patrimonio, multipli inferiori a quelli delle capolista Intesa Sanpaolo e Unicredit.
Il titolo ha insomma spazio per apprezzarsi e, se questo effettivamente si verificherà, Bper realizzerà un guadagno visto che la controparte le pagherà la differenza tra il vecchio e il nuovo prezzo. Sul piano strategico, la mossa vuole è insomma un segnale di fiducia nelle prospettive del gruppo, in vista dell’integrazione con la Popolare di Sondrio entro metà 2026, spiegano da Modena.
Ma c’è un’altra lettura che circola sul mercato. L’operazione appena annunciata riduce la liquidità del titolo e aumenta il costo di un’eventuale scalata ostile, poiché un potenziale acquirente troverebbe più difficile accumulare rapidamente una partecipazione rilevante senza far salire il prezzo.
Il derivato è sintetico, quindi non prevede l’acquisto diretto di azioni. Bper potrebbe però usare anche altre leve per difendersi da raid imprevisti, come spiegano gli analisti. Unipol per esempio, primo azionista della banca al 19,9%, potrebbe proiettarsi fino al 29,9% grazie all’innalzamento della soglia d’opa obbligatoria previsto dalle modifiche del Tuf in fase di approvazione.
Il principale indiziato è Unicredit, che oggi presenterà i conti dei nove mesi. La banca guidata da Andrea Orcel nega un interesse, anche se già in passato aveva messo nel mirino la Popolare di Sondrio e, dopo il ritiro dell’ops su Banco Bpm, sarebbe tornata sul dossier Bper-Unipol. Anche perché il polo emiliano consentirebbe a Unicredit di rafforzarsi non solo nel retail banking ma anche nel business assicurativo, che Orcel vuole far crescere.
L’operazione offre a Bper flessibilità nella gestione degli impatti patrimoniali ed economici, oltre alla possibilità di strutturare in futuro un piano di riacquisto di azioni proprie. La banca precisa che i derivati sottoscritti assicurano un’adeguata copertura del rischio e escludono qualsiasi ipotesi di regolamento fisico, quindi nessuna acquisizione effettiva di titoli Bper.
In un report pubblicato ieri gli analisti di Santander sottolineano la «sorpresa» nel leggere i dettagli di un’operazione che non pare «molto comune» in Italia. Gli esperti ritengono che «potrebbe anche essere una mossa difensiva contro una possibile offerta pubblica».
Anche perché, sottolineano, Bper «non è mai stata una grande amante del buyback, neppure quando veniva scambiata sotto una volta il valore di libro (p/tbv)». E ritengono che oggi abbia «meno senso dato che il titolo scambia a 1,3 volte». A questo si aggiunga che il ceo Papa ha recentemente commentato nella presentazione dei risultati del secondo trimestre 2025 che la banca non effettua «acquisti di azioni proprie come deciso a suo tempo».
In caso effettivo di buy back, riprendono gli analisti, Bper «avrebbe bisogno delle azioni fisiche per effettuare poi un annullamento delle stesse. La controparte che agisce sul mercato dovrà quindi acquistare azioni fisiche e detenere i diritti di voto, andando poi a votare in linea con i manager della stessa banca». L’istituto italiano resta la best pick di Santander tra le banche a media capitalizzazione, considerata «la valutazione interessante» con un rapporto prezzo/utile atteso al 2027 di 7,5 volte e «la solida posizione patrimoniale». (riproduzione riservata)