Borse oggi in diretta | Ftse Mib sul filo di 44.500, pesano i titoli della difesa. Il petrolio sale
Borse oggi in diretta | Ftse Mib sul filo di 44.500, pesano i titoli della difesa. Il petrolio sale
Futures sul Brent oltre 61 dollari al barile nonostante i venti di pace in Ucraina. Il rendimento del Btp 10 anni scende al 3,49% e quello del Treasury Usa al 4,108%. Rendimenti più bassi non sono solo possibili, ma anche coerenti con i fondamentali, secondo Payden & Rygel

di Francesca Gerosa 29/12/2025 08:30

Ftse Mib
44.450,73 11.05.45

-0,35%

Dax 30
24.267,66 11.05.43

-0,30%

Dow Jones
48.710,97 10.29.54

-0,04%

Nasdaq
23.593,10 7.25.15

-0,09%

Euro/Dollaro
1,1777 10.50.52

-0,01%

Spread
68,01 11.20.38

-0,56

  • Ore 09:05 Ftse Mib in calo, male Leonardo e Fincantieri con i venti di pace in Ucraina
  • Ore 08:30  Europa attesa positiva con i venti di pace in Ucraina, nuovo record dell’argento oltre 84 dollari

Le borse europee restano in calo (Francoforte -0,27%, Londra -0,03%, Parigi -0,02% e Milano -0,23% a 44.503 punti alle 10:20 con Leonardo e Fincantieri sotto pressione, di segno opposto Nexi, Diasorin, Amplifon e Mediobanca), mentre il petrolio sale (futures sul Brent +1,6% a 61,24 dollari al barile) nonostante i venti di pace in Ucraina. 

La bozza di accordo di pace in Ucraina

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha detto che la bozza di accordo di pace per porre fine alla guerra con la Russia prevede garanzie di sicurezza statunitensi per l'Ucraina della durata di 15 anni. Zelensky ha chiesto al presidente statunitense, Donald Trump, di fornire garanzie fino a 50 anni.

Payden & Rygel si aspetta rendimenti più bassi per il Treasury Usa

Il rendimento del Btp 10 anni scende al 3,49% e quello del Treasury Usa di pari scadenza al 4,108%. Rendimenti più bassi non sono solo possibili, ma anche coerenti con i fondamentali. Una delle narrazioni più diffuse sostiene che il Treasury decennale non possa scendere sotto la soglia del 4%. L’analisi comparata dei cicli e dei fondamentali mostra, invece, che un intervallo tra il 3% e il 3,5% è perfettamente compatibile con un contesto di crescita moderata e inflazione in rientro, sottolinea Jeffrey Cleveland, Chief Economist di Payden & Rygel.

Il parallelismo con gli anni ‘90 è spesso citato come motivo per attendersi rendimenti più elevati, ma la logica dietro al ciclo attuale è profondamente diversa. Senza contare che non sono i confronti storici a determinare i rendimenti, ma le aspettative su crescita e inflazione, entrambe orientate a livelli più contenuti. Questo lascia spazio a una curva dei rendimenti relativamente piatta e a un contesto favorevole per il reddito fisso, anche senza un allentamento monetario aggressivo.

«Il quadro che emerge è meno ambiguo di quanto sembri: una crescita che resta resiliente, un mercato del lavoro in via di normalizzazione senza segnali di stress sistemico, un’inflazione in graduale convergenza verso il target, consumi sostenuti dal reddito e politica monetaria con margini di allentamento. Lungi dal complicare le decisioni, questi elementi delineano un percorso chiaro per gli operatori obbligazionari e per gli investitori globali. Date queste premesse, riteniamo che il 2026 rappresenti un’occasione per consolidare esposizioni nel reddito fisso, in un quadro in cui volatilità, rendimenti e fondamentali macro appaiono più allineati rispetto agli ultimi anni», conclude Jeffrey Cleveland.

Ore 09:05 Ftse Mib in calo, male Leonardo e Fincantieri con i venti di pace in Ucraina

Borse europee in calo in avvio di seduta. Francoforte arretra dello 0,16%, Parigi dello 0,08% come Londra, Milano dello 0,26% a 44.488 punti dopo la pausa natalizia, con futures statunitensi che indicano un’apertura in leggero calo (-0,08% quello sul Dow Jones e -0,18% quello sull’S&P500). In assenza di dati macro, il dollaro resta debole nei confronti dell’euro (+0,17% a 1,1772) e lo spread Btp/Bund scende a quota 68,63 punti base.

A Milano male Leonardo e Fincantieri. Meglio Nexi, Maire e Kme. Vola Eles

Sul listino milanese con i venti di pace in Ucraina scendono sia Leonardo (-3,86% a 47,50 euro) sia Fincantieri (-3,38% a 16,27 euro) che con Prysmian (+0,12% a 86,04 euro) ha rilevato in joint venture (80% Prysmian e 20% Fincantieri) il gruppo inglese dei cavi Xtera, valorizzato a un enterprise value pari a 65 milioni di dollari.

Tra le banche, Intesa Sanpaolo, che ha definito in accordo con le organizzazioni sindacali le tematiche del contratto di secondo livello del gruppo relative al sistema di welfare integrato, è stabile a quota 5,867 euro. Il contratto prevede l'aumento al 4,50% della contribuzione datoriale e al 6% per il personale under 35, confermando il contributo annuo di 120 euro versato in favore di tutti i figli dei dipendenti sino a 24 anni e l'incremento del buono pasto che arriverà a 10 euro. Di particolare rilievo le misure introdotte in tema di genitorialità per favorire e incoraggiare le giovani famiglie come il bonus nascita figli di 1.200 euro per tutti i nuovi nati.

Invece, Mps, in calo dello 0,24% a 8,854 euro, sarebbe vicina a ottenere il via libera della Bce alle modifiche al proprio statuto, consentendo al consiglio di amministrazione di presentare una lista di candidati per il rinnovo. La lista del board sarà probabilmente l'unica presentata per nominare la maggioranza dei membri del consiglio perché non è previsto che gli azionisti chiave presentino liste concorrenti, nonostante abbiano il potere di farlo.

In tema di M&A, la francese Worldline non ha alcuna intenzione di fondersi con Nexi (+0,80% a 4,152 euro) o di vendere le proprie attività in Italia. Lo ha riferito l'ad di Worldline, Pierre-Antoine Vacheron, in un'intervista pubblicata sabato da la Repubblica.

Viceversa, il Tesoro potrebbe vendere una quota del 15%, di Enav (-0,17% a 4,72 euro) mantenendo, però, il controllo con una partecipazione del 38%. Intanto, la società ha acquisito l’85% del capitale di AIView, società specializzata nei servizi drone e nei sistemi unmanned. Il deal è stato finalizzato con un ev per il 100% di 10,5 milioni e un multiplo ev/ebitda 2025 di 7x.

E se Kme (+3,88% a 0,91 euro) ha raggiunto un accordo con Paragon per il riacquisto del controllo di Cunova, società tedesca di engineering leader nel settore dei materiali critici: il valore totale dell'operazione è di circa 250 milioni di euro (il closing è atteso nel primo trimestre 2026), Maire (+0,61% a 13,12 euro) ha annunciato che la controllata Nextchem ha firmato un accordo vincolante per acquisire l'intero capitale sociale del gruppo Ballestra, tra i principali operatori a livello globale nel licensing, nella progettazione e ingegneria di impianti di trasformazione, nonché nella fornitura di tecnologie e attrezzature proprietarie per l'industria chimica.

Il portafoglio ordini consolidato di Ballestra, pari a 275 milioni a fine settembre, è stato ulteriormente rafforzato nel quarto trimestre e si prevede che supererà i 315 milioni entro la fine dell'anno. I ricavi d'esercizio 2025 sono stimati a 235 milioni. L’accordo stabilisce un valore dell’impresa di 108,3 milioni. Sulla base della posizione di cassa netta consolidata di Ballestra al 31 dicembre del 2024, pari a  18,2 milioni, il prezzo di acquisto risulta pari a circa 126,5 milioni.

Infine, vola del 7,48% a 3,16 euro Eles. Xenon, il fondo di private equity che vuole delistare la società umbra di chip anche per la Difesa e che mira al pacchetto concorrente di Mare Group (-0,75% a 3,98 euro) al 35% dei diritti di voto, d'accordo con la famiglia Zaffarami, fondatrice di Eles, ha rilanciato e offerto 3,2 euro da 2,95 euro per azione. L'esborso massimo sarà di 50,58 milioni di euro. Il periodo di adesione all’opa è confermato fra il 5 gennaio e il 6 febbraio del 2026 mentre l'offerta di Mare termina il 30 dicembre.

Invece l’opa di Mare Group, che ha offerto 2,65 euro per azione, termina il 30 dicembre. In tal senso, i titolari di azioni Eles che hanno già aderito all'opa do Mare Group sono liberi di revocare l'adesione e aderire all'offerta di Xenon a 3,2 euro.

Il cda di Mare Group il 27 dicembre ha deciso di non aderire all’opa promossa da Xenon. E ha ribadito la natura industriale dell’investimento nella società umbra, finalizzato allo sviluppo tecnologico e alla crescita competitiva di entrambe le realtà in un’ottica di lungo periodo. In tale contesto, si legge nel comunicato di Mare Group, «la presenza di entrambe le società su Euronext Growth Milan costituisce un valore potenziale e che, considerata l'attuale composizione dell'azionariato, il delisting di Eles non rientra tra gli obiettivi del proprio progetto strategico».

Ore 08:30 Europa attesa positiva con i venti di pace in Ucraina, nuovo record dell’argento oltre 84 dollari

Borse europee attese positive (0,38% il futures sull’Eurostoxx50) con il presidente russo, Vladimir Putin, e quello ucraino, Volodymyr Zelensky, «forse molto vicini» a un accordo per mettere fine alla guerra, come ha detto il 28 dicembre il presidente americano, Donald Trump, ammettendo, tuttavia, che la questione del Donbass rimane irrisolta.

Prima dell'incontro con il presidente ucraino a Mar-a-Lago, in Florida, il tycoon ha parlato con Putin in una telefonata definita «produttiva» dal leader statunitense e «amichevole» dal Cremlino.

In giornata, invece, l'incontro a Mar-a-Lago tra il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, e Trump per discutere della prossima fase del piano per Gaza. Nei colloqui si affronteranno anche le preoccupazioni relative a Hezbollah in Libano e all'Iran.

Moynihan (BofA): il mercato punirà chiunque se non avremo una Fed indipendente

Mentre l’aspettativa di una politica monetaria più accomodante da parte della Fed nel 2026 continua a sostenere il sentiment, il presidente e ceo di Bank of America, Brian Moynihan, ha dichiarato che, mentre Trump cerca un nuovo presidente per la Federal Reserve, mantenere l’indipendenza del sistema bancario è fondamentale. Il mercato «punirà chiunque se non avremo una Fed indipendente», ha affermato Moynihan nel programma sulla Cbs Face the Nation with Margaret Brennan, registrato il 17 dicembre e trasmesso domenica 28. «E tutti lo sanno», ha aggiunto.

Nella riunione di dicembre, la Fed ha tagliato i tassi di interesse per la terza volta consecutiva, portandoli tra il 3,5% e il 3,75%, i livelli più bassi da novembre del 2022. Quest’anno Trump ha espresso ripetutamente il suo disappunto nei confronti di Jerome Powell, l’attuale presidente della banca centrale americana, il cui mandato scadrà a maggio 2026.

Sebbene il presidente della Fed sia nominato dal presidente degli Stati Uniti e confermato dal Senato, si tratta di un’agenzia indipendente e non esiste alcun precedente legale che permetta a Trump di licenziare il presidente se non per «giusta causa».  Moynihan ha detto che Trump ha «grandi candidati» pronti per quando Powell andrà in pensione a maggio. Tuttavia, ha avvertito che ritiene ci sia «troppa ossessione per la Fed» al momento.

«Siamo un Paese guidato dal settore privato, da ciò che fanno le persone, dalle aziende e dalle imprese, piccole, grandi o medie, dagli imprenditori, dai medici e dagli avvocati, tutte queste persone guidano la nostra economia», ha detto Moynihan. «L’idea che siamo, come dire, appesi a un filo perché la Fed muove i tassi di 25 punti base, mi sembra che sia un concetto fuori misura». Moynihan ha aggiunto che, pur ritenendo che la Fed abbia un ruolo importante nel «stabilizzare l’economia», «onestamente, non dovresti nemmeno sapere che esiste».

Lo spread risale verso 70 punti base

Dopo la pausa natalizia il rendimento del Btp 10 anni scende al 3,48%, viceversa lo spread Btp/Bund sale a 69,20 punti base. Non si svolgeranno le aste di Bot e Btp short originariamente in programma il 29 dicembre, cancellate dal Tesoro, come pure il collocamento a medio-lungo termine del 30, in ragione delle attività di gestione di cassa. Nel periodo gennaio-marzo via XX Settembre offrirà i nuovi Btp a 3, 5 e 7 anni, oltre a un nuovo Btp short con scadenza febbraio 2028. Il Tesoro ha ribadito che le emissioni lorde di titoli di Stato a medio-lungo termine l'anno prossimo dovrebbero essere tra 350 e 365 miliardi di euro contro i 380 miliardi del 2025.

Argento sopra 84 dollari, nuovo record

Con il dollaro debole (l’euro vale 1,1766 dollari, +0,12%, in assenza di dati macro), l’argento ha superato gli 80 dollari l’oncia raggiungendo un nuovo massimo storico, prolungando il rally di fine anno alimentato da operazioni speculative e da un persistente squilibrio tra domanda e offerta. Il metallo bianco è salito fino al 6% a 84,0075 dollari l’oncia, complice anche il commento di Elon Musk nel fine settimana che ha evidenziato il crescente entusiasmo degli investitori verso i metalli preziosi. Musk ha risposto su X a un tweet sulle restrizioni cinesi alle esportazioni dicendo: «Non è una cosa positiva. L’argento è necessario in molti processi industriali».

Le misure cinesi sono in realtà un proseguimento delle politiche precedenti e sono state annunciate per la prima volta dal Ministero del Commercio il 30 ottobre. Pur essendo tra i primi tre produttori mondiali di argento, Pechino è anche il maggior consumatore mondiale e quindi non un grande esportatore. L’argento ha guadagnato oltre il 40% questo mese e si sta dirigendo verso la sua migliore performance annuale dal record del 1951.

Una corsa alimentata dagli acquisti elevati da parte delle banche centrali, dagli afflussi negli Etf e dai tre tagli consecutivi dei tassi da parte della Fed. Così l’argento sta superando l’oro per diverse ragioni. Innanzitutto, il mercato è più sottile e la liquidità può evaporare rapidamente; mentre il mercato dell’oro a Londra è supportato da circa 700 miliardi di dollari di lingotti disponibili per prestiti in caso di scarsità, non esiste una riserva simile per l’argento. In Cina l’argento conservato nei magazzini collegati alla Shanghai Futures Exchange il mese scorso ha raggiunto i livelli più bassi dal 2015.

A differenza dell’oro, l’argento ha anche molte proprietà utili nel mondo reale, che lo rendono un componente prezioso in prodotti come pannelli solari, data center per l’intelligenza artificiale ed elettronica. Con scorte vicine ai minimi storici, esiste il rischio di carenze di offerta che potrebbero colpire molte industrie. Gli acquirenti stanno ora pagando un sorprendente premio del 7% per la consegna immediata rispetto all’attesa di un anno. Gli indicatori tecnici mostrano che il rally dell’argento potrebbe essere stato troppo rapido e intenso. L’indice di forza relativa a 14 giorni del metallo ha mostrato un valore superiore a 80, ben oltre il 70 considerato come ipercomprato.

A Milano occhio a Intesa Sanpaolo, Mps, Nexi, Enav, Kme, Maire, Eles e Mare Group

Sul listino milanese attenzione a Intesa Sanpaolo che ha definito in accordo con le organizzazioni sindacali le tematiche del contratto di secondo livello del gruppo relative al sistema di welfare integrato. Il contratto prevede l'aumento al 4,50% della contribuzione datoriale e al 6% per il personale under 35, confermando il contributo annuo di 120 euro versato in favore di tutti i figli dei dipendenti sino a 24 anni e l'incremento del buono pasto che arriverà a 10 euro. Di particolare rilievo le misure introdotte in tema di genitorialità per favorire e incoraggiare le giovani famiglie come il bonus nascita figli di 1.200 euro per tutti i nuovi nati.

Invece, Mps sarebbe vicina a ottenere il via libera della Bce alle modifiche al proprio statuto, consentendo al consiglio di amministrazione di presentare una lista di candidati per il rinnovo. La lista del board sarà probabilmente l'unica presentata per nominare la maggioranza dei membri del consiglio perché non è previsto che gli azionisti chiave presentino liste concorrenti, nonostante abbiano il potere di farlo.

In tema di M&A, la francese Worldline non ha alcuna intenzione di fondersi con Nexi o di vendere le proprie attività in Italia. Lo ha riferito l'ad di Worldline, Pierre-Antoine Vacheron, in un'intervista pubblicata sabato da la Repubblica.

Viceversa, il Tesoro potrebbe vendere una quota del 15%, di Enav mantenendo, però, il controllo con una partecipazione del 38%. E se Kme ha raggiunto un accordo con Paragon per il riacquisto del controllo di Cunova, società tedesca di engineering leader nel settore dei materiali critici: il valore totale dell'operazione è di circa 250 milioni di euro (il closing è atteso nel primo trimestre 2026),  Maire ha annunciato che la controllata Nextchem ha firmato un accordo vincolante per acquisire l'intero capitale sociale del gruppo Ballestra, tra i principali operatori a livello globale nel licensing, nella progettazione e ingegneria di impianti di trasformazione, nonché nella fornitura di tecnologie e attrezzature proprietarie per l'industria chimica.

Il portafoglio ordini consolidato di Ballestra, pari a 275 milioni a fine settembre, è stato ulteriormente rafforzato nel quarto trimestre e si prevede che supererà i 315 milioni entro la fine dell'anno. I ricavi d'esercizio 2025 sono stimati a 235 milioni. L’accordo stabilisce un valore dell’impresa di 108,3 milioni. Sulla base della posizione di cassa netta consolidata di Ballestra al 31 dicembre del 2024, pari a  18,2 milioni, il prezzo di acquisto risulta pari a circa 126,5 milioni.

Infine, occhio a Eles. Xenon, il fondo di private equity che vuole delistare la società umbra di chip anche per la Difesa e che mira al pacchetto concorrente di Mare Group al 35% dei diritti di voto, d'accordo con la famiglia Zaffarami, fondatrice di Eles, ha rilanciato e offerto 3,2 euro da 2,95 euro per azione. L'esborso massimo sarà di 50,58 milioni di euro. Il periodo di adesione all’opa è confermato fra il 5 gennaio e il 6 febbraio del 2026 mentre l'offerta di Mare termina il 30 dicembre.

Invece l’opa di Mare Group, che ha offerto 2,65 euro per azione, termina il 30 dicembre. In tal senso, i titolari di azioni Eles che hanno già aderito all'opa do Mare Group sono liberi di revocare l'adesione e aderire all'offerta di Xenon a 3,2 euro.

Il cda di Mare Group il 27 dicembre ha deciso di non aderire all’opa promossa da Xenon. E ha ribadito la natura industriale dell’investimento nella società umbra, finalizzato allo sviluppo tecnologico e alla crescita competitiva di entrambe le realtà in un’ottica di lungo periodo. In tale contesto, si legge nel comunicato di Mare Group, «la presenza di entrambe le società su Euronext Growth Milan costituisce un valore potenziale e che, considerata l'attuale composizione dell'azionariato, il delisting di Eles non rientra tra gli obiettivi del proprio progetto strategico». (riproduzione riservata)