Il Ftse Mib accelera nel finale e chiude a 43.438 punti, in rialzo dello 0,4%. La migliore è Fineco che guadagna il 4,7% sulla scia dei conti trimestrali, seguita da Moncler (+3,4%) e Mediobanca (+2,4%). In rosso Nexi, che cede il 7,9% dopo la pubblicazione dei conti, Lottomatica (-2,8%) e Diasorin (-2,8%). Spread Btp/Bund a 75 punti.
Intorno alle 16:15 le borse europee proseguono la seduta contrastate. Il Ftse Mib viaggia intorno alla parità. Sale Fineco, male Nexi, Lottomatica e Telecom Italia.
Spread a 75 punti, cambio euro/dollaro a 1,148.
Nel frattempo le borse Usa hanno aperto poco mosse, in attesa della sentenza della Corte Suprema sui dazi di Trump.
Con i futures Usa positivi dopo i dati macro sul mercato del lavoro, le borse europee risalgono dai minimi intraday (Dax -0,31%, Cac40 -0,04%, Ftse100 +0,22% e Ftse Mib -0,08% a 43.229 punti alle 14:40 grazie alla spinta di FinecoBank, +3,6% post conti, seguita da Moncler, Mediobanca, Stellantis e Ferrari).
L’euro è stabile a 1,1481 dollari, mentre il rendimento del Treasury Usa 10 anni sale al 4,11%. È cresciuta più delle attese l'occupazione nel settore privato Usa. A ottobre 2025 i posti di lavoro sono aumentati di 42 mila unità, contro i 32 mila previsti dal consenso e i -29 mila di settembre (dato rivisto da -32 mila).
Invece, sono calate ancora le domande di mutuo negli Stati Uniti. Nella settimana al 31 ottobre, l'indice che misura il volume delle domande di mutui ipotecari ha registrato un -1,9%, dopo il +7,1% della settimana precedente. I tassi sui mutui trentennali sono saliti al 6,31% dal 6,30%. Dopo l’ultimo taglio dei tassi da parte della Fed, I trader sono passati a prezzare al 65% dal 90% di una settimana fa un ulteriore allentamento di un quarto di punto percentuale al Fomc di dicembre.
Anche il rendimento del Btp 10 anni sale al 3,41% con lo spread con il Bund a 75,75 punti base. Il Tesoro ha riacquistato in un'operazione di buyback sei titoli di Stato: cinque Btp e un Ccteu con scadenza nel 2026 per l'importo massimo di 5 miliardi di euro.
Piazza Affari accelera al ribasso (-0,53% a 43.043 punti alle 12:20) con Nexi, la Popolare di Sondrio, Bper, Poste, Lottomatica, Stm e Tim sempre sotto pressione e dopo il monito del ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti: «Aumentare la spesa pubblica non è sicuro viatico per far crescere gli investimenti, al contrario una spesa fuori controllo è un fattore inibitore per gli investitori perché frena la fiducia degli investitori», ha detto Giorgetti, intervenendo in video collegamento al Selecting Italy 2025.
Tra gli effetti più gravi visti negli anni, ha aggiunto il ministro, «c'è soprattutto la crisi di fiducia che si è saldata con una storica cultura anti impresa che ha finito per minare la consapevolezza che l'Italia è un grande Paese industriale».
Lo spread Btp/Bund sale a 75,5 punti base e l’euro si stabilizza a 1,1486 dollari. A settembre l’Istat ha rilevato un calo delle vendite al dettaglio in Italia dello 0,5% su base mensile dopo la variazione di -0,2% (rivista) di agosto. La flessione ha riguardato in egual misura tanto i beni alimentari (-0,4%) quanto quelli non alimentari (-0,5%). A perimetro annuo, invece, c’è stato un incremento dello 0,5% dopo il rialzo dello 0,6% (rivisto) del mese prima.
In calo anche i prezzi alla produzione della zona euro. A settembre hanno registrato un -0,1% su base mensile rispetto al -0,4% del mese precedente, contro il dato invariato atteso dagli economisti. -0,2% il calo su base annua, in linea con il consenso, rispetto al -0,6% di agosto.
Con i futures Usa contrastati (+0,08% quello sul Dow Jones e S&P500 -0,13%) per i timori di bolla AI, le borse europee restano dimesse (Dax -0,63%, Cac40 -0,32%, Ftse100 -0,17% e Ftse Mib -0,50% a 43.045 punti alle 11:10 con Nexi, -6,7%, e tutte le banche sotto pressione. Male anche Leonardo, Lottomatica, Poste, Stm e Tim).
«Ci sono segnali che suggeriscono un rischio in aumento di correzione nei listini azionari, come la nota dell'International Monetary Fund (IMF) che ha avvertito come i mercati globali mostrano una probabilità crescente di una correzione disordinata, citando: valutazioni elevate, che non sembrano pienamente giustificate dai fondamentali, combinate con rischi geopolitici e finanziari», sottolinea a milanofinanza.it Francesco Megna, responsabile commerciale in banca.
Diverse analisi, prosegue l’esperto, evidenziano che i multipli di valutazione (ad esempio price-to-earnings) sono su livelli elevati e che la leva delle mega-cap pesa molto sul mercato. Storicamente poi, le correzioni, -10?%, «avvengono con una certa frequenza: ad esempio la media è circa una volta ogni anno-due secondo alcuni studi. Dall'altra parte, grandi società di asset-management sottolineano che, pur essendoci rischi, il contesto economico non è necessariamente quello di un crollo imminente: ad esempio, l’economia americana mostra ancora forza nel mercato del lavoro, la spesa dei consumatori tiene», aggiunge Megna.
«Alcuni analisti ritengono che ci sia più probabilità di una fase di movimenti laterali piuttosto che un ribasso brusco, dato che molti investitori sono già preparati o cauti. Cosa occorre allora tenere d'occhio? Le valutazioni: se i prezzi restano elevati mentre gli utili (earnings) iniziano a deludere, la vulnerabilità aumenta; la politica monetaria: se la Fed (o altre banche centrali) dovesse sorprendere rialzando i tassi o rinviando tagli, questo potrebbe pesare; la crescita economica/earnings: un rallentamento dell’economia o utili aziendali in calo sono fattori capaci di innescare una correzione», precisa Megna per il quale è ragionevole prepararsi alla possibilità di una correzione (ad esempio un calo del 10-20%) nel prossimo futuro con la volatilità (Vix) risalita ma sui livelli moderati (17-19), non su livelli di stress.
Lo spread Btp/Bund sale a quota 75,33 punti base con il rendimento del Btp 10 anni al 3,41%. L’euro vira al ribasso nei confronti del dollaro (-0,04% a 1,1476) in attesa dei dati macro Usa, importanti in chiave Fed.
Piazza Affari annulla le perdite di inizio seduta. Alle 10 l’indice Ftse Mib si è portato sulla parità a quota 43.262 punti. Bene Stellantis (+2,43%) con l'ad Filosa che ha dichiarato che il gruppo è pronto ad investire di più in Europa se cambiano le regole sui motori a combustione In evidenza anche Moncler (+1,88%) e Fineco (+1,73%), quest’ultima in scia ai buoni conti.
In calo, invece, Nexi (-6,7%), che paga una guidance 2025 sui margini cauta, e Leonardo (-1,33%), con la joint venture con Rheinmetall che ha annunciato il primo ordine con l'Esercito italiano.
Il dollaro resta debole nei confronti dell’euro, che vale 1,1490 (+0,08%), in attesa del dato Adp sull’occupazione negli Stati Uniti. Spread Btp/Bund stabile poco sopra 74 punti base. Mentre l’indice Pmi composito a ottobre finale dell’Eurozona si è attestato a 52,5 punti, il massimo da 29 mesi e in aumento rispetto al dato precedente a 51,2 punti (la previsione degli economisti era 52,2 punti).
Sul massimo da 17 mesi, invece, l’indice Pmi servizi a ottobre finale sempre dell’Eurozona a 53 punti. A 54 punti in Italia rispetto ai 52,5 di settembre. A 54,6 punti in Germania dai 51,5 punti di settembre, il valore più alto dal maggio 2023. Va ricordato che un valore superiore a 50 indica un'espansione, e più il valore è superiore a 50, più rapida è la crescita segnalata.
Borse europee in rosso in avvio di seduta. Francoforte perde lo 0,67%, Parigi lo 0,54%, Londra lo 0,25% e Milano lo 0,44% a 43.073 punti. I mercati azionari europei sono tornati in modalità risk-off per i timori relativi alle valutazioni elevate delle azioni, che potrebbero portare a una correzione dei listini, come paventato dagli ad di Morgan Stanley e Goldman Sachs. Nel frattempo, lo shutdown delle attività governative Usa entra nel suo 36° giorno, il più lungo della storia statunitense, continuando a lasciare gli investitori senza la bussola dei dati macro.
A confondere ulteriormente le prospettive sui tassi, i policymaker della Fed, dopo il taglio della settimana scorsa, hanno espresso opinioni contrastanti sullo stato dell'economia. I trader sono passati a prezzare al 65% dal 90% di una settimana fa l'eventualità di un ulteriore allentamento di un quarto di punto percentuale al Fomc di dicembre.
In mancanza dei numeri sui payroll di ottobre, originariamente in calendario questo venerdì, gli operatori monitoreranno il report Adp sugli occupati del settore privato, in arrivo questo pomeriggio, per valutare lo stato di salute del mercato del lavoro statunitense. Le attese sono per un aumento di 28.000 unità ad ottobre dopo il tonfo segnato a settembre.
Intanto a settembre gli ordini industriali tedeschi sono aumentati dell'1,1% rispetto al mese precedente, su base destagionalizzata e corretta per il calendario, secondo i dati dell'ufficio federale di statistica. Gli economisti si aspettavano un aumento dell'1%.
Il rendimento del Btp 10 anni è stabile al 3,40% con lo spread con il Bund in leggero aumento a 74,7 punti base. Il Tesoro effettuerà in mattinata un'operazione di buyback su cinque Btp e un Ccteu in scadenza l'anno prossimo, per un massimo di 5 miliardi di euro.
Sul listino milanese Eni perde solo lo 0,29% a 15,864 euro dopo aver annunciato che, insieme a Ypf, la principale società energetica argentina, ha sottoscritto un accordo non vincolante con Xrg, del gruppo Adnoc, relativo alla possibile partecipazione della società emiratina al progetto integrato upstream-midstream Argentina Lng.
Positiva Ferrari con un +0,8% a 353,3 euro ancora in scia ai risultati del terzo trimestre del 2025 migliori delle stime, con una crescita dell'ebitda del 5%, grazie a un mix di prezzo e di prodotti più ricco e alle maggiori personalizzazioni.
Ko, viceversa, Nexi (-9,45% a 4,042 euro) che nei primi nove mesi del 2025 ha registrato ricavi a 2.642,7 milioni di euro, +2,8% anno su anno, un ebitda a 1.395,7 milioni (+3,5%) con una crescita dell’ebitda margin pari a circa 35 punti base. E confermato la guidance 2025.
Meglio Fineco (+1,39% a 20,49 euro) che ha archiviato i primi nove mesi con ricavi pari a 969,6 milioni di euro, -1,5% rispetto ai 984,1 milioni dello stesso periodo del 2024, sostenuti dalla crescita dell'Investing (+10% grazie all'effetto volumi e al crescente contributo di Fineco Asset Management) e del Brokerage (+16,5% grazie all'allargamento della base degli investitori attivi), che hanno quasi compensano il calo del margine finanziario (-12,8% a causa dei tassi d'interesse più bassi). L'utile netto è stato pari a 480,5 milioni, in calo rispetto ai 490 milioni dello stesso periodo del 2024.
In rally (+5,36% a 1,768 euro) post conti Safilo: ha registrato una crescita del 2,1% delle vendite nette nel terzo trimestre a cambi costanti accompagnata da un significativo miglioramento del margine ebitda adjusted e da un aumento della generazione di cassa, nonostante l'impatto dei dazi e dei cambi.
Al test dei conti anche Snam, Leonardo, Diasorin, Tim (-1,36% a 0,4871 euro), Banca Generali, Buzzi, Anima e Ariston.
Infine, dopo essere volata di oltre il 17% il 4 novembre dopo aver rivisto al rialzo la guidance sull'ebitda margin per il 2025 alla luce dei risultati dei primo nove mesi del 2025 che hanno evidenziato una crescita a doppia cifra della marginalità operativa, Industrie De Nora storna dell’1,3% a 8,325 euro.
Borse europee attese in calo in avvio di seduta (-0,46% il futures sull’Eurostoxx50) in scia alla caduta del 4 novembre di Wall Street per i timori di una bolla AI. L’indice S&P 500 ha chiuso in calo dell’1,2% e il Nasdaq Composite del 2%. I future sugli indici azionari statunitensi sono contrastati (+0,20% quello sul Dow Jones e -0,03% quello sull’S&P500).
Il ribasso è arrivato dopo che i dirigenti delle principali banche statunitensi, tra cui quelli di Goldman Sachs e Morgan Stanley, hanno avvertito che i mercati potrebbero affrontare una correzione del 10-15%, mettendo in dubbio la sostenibilità del recente rally e alimentando i timori di una bolla tecnologica. Gli investitori stanno, inoltre, facendo i conti con l’incertezza sulla politica della Fed. Messaggi contrastanti da parte dei funzionari della banca centrale americana negli ultimi giorni hanno lasciato il mercato incerto sulle prospettive di tagli dei tassi, aumentando la cautela.
L’euro si rafforza nei confronti del dollaro, scambia a 1,1493 e sale dello 0,11%. Alle 8 sono in agenda gli ordini di fabbrica a settembre in Germania, alle 08:45 la produzione industriale a settembre della Francia, alle 10 l’indice Pmi servizi a ottobre dell’Eurozona, alle 13 l’indice settimanale richieste mutui degli Stati Uniti, alle 14:15 il dato sull’occupazione Adp a ottobre, alle 16 l’indice Ism Servizi a ottobre per chiudere alle 16:30 con le scorte di greggio, i cui prezzi salgono: futures sul Wti +0,15% a 60,65 dollari la barile e sul Brent +0,20% a 64,57 dollari al barile.
Anche il prezzo dell’oro rimbalza perché il clima di avversione al rischio nei mercati finanziari globali aumenta la domanda di beni rifugio, mentre gli operatori attendono i dati sull’occupazione privata negli Stati Uniti per avere indicazioni su futuri tagli dei tassi d’interesse. L’oro spot sale dello 0,9% a 3.966,56 dollari l’oncia, mentre i futures sull’oro avanzano dello 0,37% a 3.974,80 dollari. Il metallo giallo era sceso di quasi il 2% nella sessione precedente, toccando il minimo di una settimana.
Nonostante questa ripresa, l’oro rimane sotto pressione perché gli operatori hanno ridimensionato le aspettative per un taglio a dicembre dei tassi Fed dopo che il presidente, Jerome Powell, ha segnalato la scorsa settimana che i responsabili politici potrebbero sospendere ulteriori allentamenti. Anche il dollaro più resiliente, vicino ai massimi degli ultimi tre mesi, ha pesato sul metallo preziosi, rendendolo più costoso per gli acquirenti esteri, così come l’attenuarsi delle tensioni tra Stati Uniti e Cina.
Sul listino milanese attenzione a Eni che, insieme a Ypf, la principale società energetica argentina, ha sottoscritto un accordo non vincolante con Xrg, del gruppo Adnoc, relativo alla possibile partecipazione della società emiratina al progetto integrato upstream-midstream Argentina Lng.
Ancora a Ferrari il cui titolo ha chiuso la seduta del 4 novembre in rialzo del 3,2% in scia ai risultati del terzo trimestre del 2025 migliori delle stime, evidenziando una crescita dell'ebitda del 5%, grazie ad un mix di prezzo e di prodotti più ricco e alle maggiori personalizzazioni.
Nexi nei primi nove mesi del 2025 ha registrato ricavi a 2.642,7 milioni di euro, +2,8% anno su anno, un ebitda a 1.395,7 milioni (+3,5%) con una crescita dell’ebitda margin pari a circa 35 punti base.
Quanto a Fineco ha archiviato i primi nove mesi con ricavi pari a 969,6 milioni di euro, -1,5% rispetto ai 984,1 milioni dello stesso periodo del 2024, sostenuti dalla crescita dell'Investing (+10% grazie all'effetto volumi e al crescente contributo di Fineco Asset Management) e del Brokerage (+16,5% grazie all'allargamento della base degli investitori attivi), che hanno quasi compensano il calo del margine finanziario (-12,8% a causa dei tassi d'interesse più bassi). L'utile netto è stato pari a 480,5 milioni, in calo rispetto ai 490 milioni dello stesso periodo del 2024.
Mentre Safilo ha registrato una crescita del 2,1% delle vendite nette nel terzo trimestre a cambi costanti accompagnata da un significativo miglioramento del margine ebitda adjusted e da un aumento della generazione di cassa, nonostante l'impatto dei dazi e dei cambi.
Al test dei conti anche Snam, Leonardo, Diasorin, Tim, Banca Generali, Buzzi, Anima e Ariston.
È, infine, volata di oltre il 17% Industrie De Nora dopo aver rivisto al rialzo la guidance sull'ebitda margin per il 2025 alla luce dei risultati dei primo nove mesi del 2025 che hanno evidenziato una crescita a doppia cifra della marginalità operativa. (riproduzione riservata)