È la fine di un’era per Berkshire Hathaway, mentre Warren Buffett si prepara a lasciare la carica di ceo. Gli investitori non dovrebbero preoccuparsi di questo cambiamento; anzi, dovrebbero accoglierlo con favore.
La successione al vertice promette di essere una delle più osservate nel mondo del business americano. Dopo 60 anni alla guida, il 95enne Buffett passerà il testimone a Greg Abel, il suo successore scelto personalmente. Buffett non sparirà dalla scena: rimarrà presidente e continuerà a presentarsi quotidianamente negli uffici di Omaha per offrire consigli. Ma l’azienda non sarà più la stessa.
E non dovrebbe esserlo. I fan di Buffett forse non lo accetteranno facilmente, ma la transizione arriva al momento giusto. Negli ultimi anni Buffett ha rallentato il ritmo ed è diventato più prudente. Le enormi riserve di liquidità di Berkshire hanno frenato la performance; Buffett ha venduto azioni quando avrebbe dovuto comprarne; e le acquisizioni recenti non sono state brillanti. Nel 2025 il titolo Berkshire è salito del 13%, contro il +16% dell’S&P 500, e ha sottoperformato l’indice negli ultimi 3, 10 e 15 anni. Una performance poco in stile Buffett.
Greg Abel, 63 anni, veterano di Berkshire, appare ancora una figura poco conosciuta dal grande pubblico. Ha gestito le operazioni energetiche dell’azienda prima di diventare vicepresidente e responsabile del vasto settore non assicurativo nel 2018. Buffett si fida di lui. Ma per avere successo, Abel non potrà limitarsi a seguire le orme del suo mentore.
Se un tempo investire in Berkshire significava investire in Buffett, ora l’azienda dovrà prosperare come una società «normale» e fare cose che finora non servivano: pagare un dividendo, tenere conference call trimestrali sugli utili, e forse indicizzare parte delle sue partecipazioni azionarie. Berkshire deve diventare un’azienda diversa – e deve valorizzare le competenze di Abel.
«Abel ha un forte background operativo e finanziario» afferma Cathy Seifert, analista Cfra. «Non ha però esperienza nella gestione professionale di portafogli, e non ha la credibilità di Wall Street che aveva Buffett».
La credibilità di Buffett si è costruita in 60 anni, e nonostante le debolezze recenti, lascia Berkshire in ottima forma: una capitalizzazione di oltre 1.000 miliardi di dollari, quasi 50 miliardi di utili post-imposte da un gruppo diversificato di attività, un portafoglio azionario da 300 miliardi guidato da Apple e American Express, e quello che Buffett definisce un bilancio tipo «Fort Knox» con oltre 350 miliardi in contanti.
Berkshire è anche il più grande conglomerato al mondo, in un’epoca in cui i conglomerati non sono più di moda. La divisione principale è l’assicurazione danni (property & casualty), che rappresenta un quarto dei ricavi e circa metà del valore dell’azienda, e include Geico, il terzo assicuratore auto degli Usa. Altri settori chiave sono presidiati da Burlington Northern Santa Fe (una delle due grandi ferrovie a ovest del Mississippi), Berkshire Hathaway Energy (utility elettrica con gasdotti), e un’importante rete di intermediazione immobiliare. Ognuno di questi segmenti probabilmente vale almeno 100 miliardi.
Oltre alle unità principali, Berkshire controlla decine di altre divisioni: Lubrizol (chimica), Pilot (aree di servizio per camion), Precision Castparts (componenti aeronautici), e realtà come Dairy Queen, Duracell e NetJets, leader nei jet privati frazionati. In una lettera del Ringraziamento agli azionisti, Buffett ha scritto che nel complesso le attività Berkshire hanno «prospettive moderatamente migliori della media, guidate da alcune gemme non correlate e di dimensioni considerevoli».
La performance recente non ha rispettato queste aspettative. Lubrizol oggi guadagna quanto nel 2011, anno dell’acquisizione da 9,7 miliardi. La partecipazione in Kraft Heinz vale meno dei 9 miliardi investiti. Precision Castparts oggi vale più dei 37 miliardi pagati, ma ci sono voluti dieci anni, e molte altre azioni aerospaziali avrebbero reso meglio, incluso Boeing. L’acquisto di Pilot da 13 miliardi sembra discreto, non eccezionale. L’acquisizione di Alleghany nel 2022 per 12 miliardi è una delle poche operazioni davvero riuscite. In retrospettiva, investire quegli 80 miliardi in un ETF sull’S&P 500 avrebbe reso di più.
Berkshire è un’azienda del XX secolo senza un’importante divisione tech. I nuovi investimenti vincenti sono stati pochi, eccetto le società giapponesi di trading. Berkshire ha venduto molte azioni tra 2020 e 2022 a prezzi molto più bassi rispetto a oggi, inclusi JPMorgan e Wells Fargo.
Buffett ha anche incassato 100 miliardi di profitti da Apple, ma avrebbe potuto ricavarne 50 miliardi in più se avesse mantenuto la partecipazione. Le vendite di Apple hanno contribuito all’accumulo degli oltre 350 miliardi in contanti.
«Berkshire ha perso il rally del mercato mentre accumulava liquidità» dice Jim Shanahan, analista Edward Jones.
Nonostante tutto, c’è apprensione per l’imminente uscita di Buffett. Da maggio, quando ha annunciato a sorpresa che avrebbe lasciato la carica di ceo a fine anno, il titolo Berkshire ha sottoperformato l’S&P 500 di oltre 20 punti percentuali. Parte del «premio Buffett» si è dissolto. Da allora Berkshire è scesa del 5%, mentre l’S&P 500 è salito del 20%.
Oltre a rimanere presidente, Buffett manterrà una «significativa quantità» di azioni Berkshire fino a quando Abel non si sarà affermato. Possiede quasi il 14% dell’azienda – per un valore di 150 miliardi – e controlla il 30% dei voti grazie alle azioni di classe A. Ne dona circa il 5% all’anno.
Abel è un manager operativo capace, e Buffett gli attribuisce il merito di aver migliorato le performance delle controllate. In una recente lettera del Ringraziamento, Buffett ha scritto che Abel è un «grande manager, un lavoratore instancabile e un comunicatore onesto. Gli auguro un lungo mandato».
Tuttavia, anche Buffett aveva Charlie Munger, il defunto vicepresidente della Berkshire, ad aiutarlo. Abel invece non ha ancora chiarito su chi farà affidamento nella gestione del vastissimo impero Berkshire. Alcuni dirigenti chiave potrebbero ritirarsi presto, tra cui Ajit Jain, 74 anni, responsabile dell’area assicurativa e fidato consigliere di Buffett. Potrebbe andare in pensione nel prossimo anno o tra due.
I potenziali sostituti sono i dirigenti assicurativi della Berkshire, Kara Raiguel di General Re e Joe Brandon di Alleghany.
Poi ci sono i gestori degli investimenti Todd Combs, 54 anni, e Ted Weschler, 64 anni, che ora gestiscono circa il 10% del portafoglio azionario da 300 miliardi di dollari. Quando sono entrati a far parte di Berkshire più di un decennio fa, Buffett ha detto che l'avrebbero rilevata quando si fosse fatto da parte, ma in seguito ha detto nelle riunioni annuali che Abel avrebbe dovuto gestire il portafoglio, sollevando domande sul ruolo futuro di Weschler e Combs.
Combs ha anche gestito Geico, l'unità di assicurazione auto del Berkshire per sei anni, ma quel lavoro, che avrebbe dovuto essere temporaneo, potrebbe essere vicino alla fine con la rinascita finanziaria di Geico negli ultimi due anni.
Berkshire non ha dipartimenti tipici dei grandi gruppi come investor relations, Pr o ufficio legale. Abel potrebbe voler introdurre alcune di queste funzioni. Potrebbe anche attingere a talenti esterni, cosa molto insolita per Berkshire.
Con i conglomerati fuori moda, qualcuno sostiene che Berkshire vada spezzata. Ma molte società cercano di diventare più simili a Berkshire. Chris Davis, membro del board, ha dichiarato: «Tutti gli attivisti diranno che senza Warren e Charlie la struttura non dovrebbe sopravvivere. Io credo che Berkshire meriti di essere difesa».
Tuttavia, Abel dovrebbe considerare lo spin-off di attività minori: Berkshire è troppo grande per essere gestita al meglio. Le acquisizioni dovrebbero essere meno vincolate e focalizzate sui settori dove Abel ha più competenza, come energia.
Con una buona allocazione del capitale, Berkshire può ancora battere l’S&P 500, soprattutto se i rendimenti dell’indice torneranno su livelli più moderati. Storicamente, il prezzo dell’azione Berkshire ha seguito la crescita del suo book value. Con la sua potenza di utili, dovrebbe riuscire a generare una crescita annua a una cifra medio-alta nei prossimi anni.
«Ciò che mi tranquillizza è la forza finanziaria assoluta» dice Bill Stone, cio di Glenview Trust. «Possiede business diversificati e un bilancio impressionante.» Buffett ha ribadito che «Berkshire ha meno probabilità di subire un disastro devastante rispetto a qualsiasi altra azienda che conosca.»
Tra le prime scelte: cosa fare dell’enorme cassa. Gli investitori potrebbero volere un piano per ridurla, dato che un’acquisizione enorme sembra improbabile. Una possibilità è riavviare i buyback (che non avvengono da maggio 2024), ma anche pagare un dividendo – cosa che Berkshire non fa dagli anni Sessanta.
Un dividendo del 2% costerebbe 20 miliardi l’anno, meno del 50% degli utili operativi. Persino un dividendo speciale sarebbe giustificato.
Buffett ha detto che se Berkshire non riesce a battere il mercato, tanto vale investire in un Etf sull’S&P 500. Abel potrebbe indicizzare parte del portafoglio. Potrebbe anche nominare un cio o iniziare a costruire un portafoglio obbligazionario più simile a quello delle assicurazioni tradizionali. Oggi Berkshire ha solo 17 miliardi in bond.
Abel deve costruire la propria credibilità comprando più azioni Berkshire. Ha investito circa 100 milioni tra 2022 e 2023, e ora possiede circa 175 milioni. Il suo patrimonio totale è probabilmente vicino al miliardo. Acquistare altre azioni sarebbe un segnale forte.
Dovrebbe anche tenere conference call trimestrali, fornire più disclosure e rendere più trasparenti settori come Lubrizol e Geico.
Buffett ha detto che ci sono tre milioni di conti azionari Berkshire. Ma il pubblico degli investitori sta invecchiando. Abel dovrà definire una nuova visione per Berkshire senza Buffett. Potrebbe essere qualcosa del genere:
«Intendo costruire sulla piattaforma creata da Warren Buffett e usare gli utili consistenti di Berkshire per investimenti, acquisizioni, buyback e dividendi. Berkshire sarà un’azienda più focalizzata, con maggiore trasparenza finanziaria, e manterrà un bilancio da Fort Knox. So che non posso essere Warren Buffett. Ma con l’aiuto dei nostri manager talentuosi, migliorerò le nostre controllate e trasformerò il più grande conglomerato del mondo nel conglomerato meglio gestito. Voglio attrarre una nuova generazione di investitori e ottenere rendimenti superiori al mercato nel tempo.»
Con oltre l’80% dei ricavi provenienti dagli Stati Uniti e un insieme di business diversificati, Berkshire rimane l’equivalente più vicino a un fondo comune nel mercato azionario – e un investimento che merita ancora attenzione. (riproduzione riservata)