Bce: le stablecoin sono un rischio per i depositi delle banche e per la stabilità finanziaria
Bce: le stablecoin sono un rischio per i depositi delle banche e per la stabilità finanziaria
Secondo Francoforte le cripto possono causare la riduzione un’importante fonte di finanziamento per le banche. Pericoli di contagio per i titoli di Stato Usa. Intanto Lagarde avverte: l’Europa non perda il treno dell’AI

di Francesco Ninfole 24/11/2025 20:00

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Le stablecoin possono essere un rischio per i depositi bancari e per la stabilità finanziaria, secondo la Bce. Al momento nell’Eurozona i pericoli legati a queste criptoattività sono «limitati ma la rapida crescita giustifica un attento monitoraggio, mentre i rischi derivanti dall’arbitraggio normativo transfrontaliero devono essere risolti», ha osservato la banca centrale anticipando un articolo del rapporto sulla stabilità finanziaria.

La capitalizzazione di mercato delle stablecoin ha raggiunto i 280 miliardi di dollari, l’8% del settore delle criptoattività. Il comparto è dominato dalle valute legate al dollaro e in particolare da Tether (184 miliardi di dollari) e Circle (75 miliardi). Alcune previsioni tuttavia suggeriscono che la capitalizzazione possa crescere molto nei prossimi anni, arrivando a 2 mila miliardi entro il 2028.

L’analisi Bce

La Bce ha rilevato che oggi le stablecoin sono usate in larga parte per entrare e uscire dal comparto cripto eliminando la necessità della conversione in valute tradizionali. Circa l’80% delle operazioni su piattaforme di trading di criptovalute coinvolge le stablecoin. Altri casi d’uso esistono (per esempio nei pagamenti transfrontalieri e come riserva di valore nei Paesi emergenti) ma hanno un ruolo ridotto.

Secondo Bce «la principale vulnerabilità delle stablecoin è che gli investitori perdano la fiducia nella possibilità di poterle riscattare al valore nominale» e questo «può innescare una corsa ai rimborsi e causare lo sganciamento dalla parità con la valuta di riferimento. Un forte shock sarebbe dannoso per i mercati delle criptovalute».

Anche altri asset sarebbero coinvolti, considerando le interconnessioni con la finanza tradizionale. Tether e Circle hanno dimensioni paragonabili a quelle dei 20 maggiori fondi monetari globali e sono stati i maggiori acquirenti netti di titoli di Stato Usa da inizio 2024. Una crisi di fiducia perciò avrebbe conseguenze per i Treasury.

Quanto alle banche, «una crescita significativa delle stablecoin potrebbe causare deflussi di depositi, riducendo un’importante fonte di finanziamento per gli istituti di credito», ha rilevato la Bce. «Questi deflussi potrebbero essere amplificati se ai fornitori di servizi di criptottività fosse consentito pagare interessi sulle stablecoin».

In Europa il regolamento Mica vieta il pagamento di interessi e negli Usa le banche stanno chiedendo divieti simili. Le differenze normative sulle stablecoin, a cominciare da quelle su riserve e commissioni nei rimborsi, per la Bce (così come per la Banca d’Italia) sono «una fonte primaria di rischio per l’area euro». Francoforte ha già avvisato in passato sul pericolo di emissioni multiple in Paesi Ue e non-Ue di stablecoin fungibili.

Intanto la presidente Bce Christine Lagarde ha invitato l’Europa a non perdere il treno dell’AI: «Dobbiamo rimuovere tutti gli ostacoli che ci impediscono di abbracciare la trasformazione dell’AI. Altrimenti rischiamo di lasciarci sfuggire l’onda e di compromettere il futuro dell’Europa». (riproduzione riservata)