Sostegno a Jerome Powell e ottimismo sui dazi. È una Christine Lagarde fiduciosa quella che parla ai microfoni di Cnbc a Washington a margine del meeting di primavera del Fmi e della Banca Mondiale. La presidente della Bce ha difeso il suo collega della Fed, finito nel mirino di Donald Trump che vorrebbe licenziarlo.
«Spero che quest’opzione non sia sul tavolo», dichiara Lagarde. «Nutro un immenso rispetto per il lavoro che svolge Powell, per la sua lealtà verso l’incarico e per la sua capacità di essere il più diligente e disciplinato possibile nel portare a termine il suo mandato. Per lui, credo, e ne sono certa anche per me, il mandato è la bussola. Dobbiamo rispettarlo».
Il presidente americano ha definito Powell un «perdente» perché non taglia i tassi d’interesse, ora al 4,25-4,5% negli Usa. Il numero uno della Fed teme che i dazi possano risvegliare l’inflazione e preferisce guardare i dati di volta in volta prima di intervenire. Il leader dei repubblicani è convinto invece che l’immobilismo della banca centrale americana possa provocare un recessione.
Lo scontro si è già riverberato sui mercati, che vedono l’indipendenza della Fed messa in dubbio. Il dollaro è sceso ai minimi da tre anni sull’euro (il cambio è vicino a quota 1,15) e anche Wall Street ha pagato pegno subito dopo la pausa pasquale (oggi, 22 aprile, invece le borse Usa rimbalzano). Lagarde si è rifiutata di commentare il possibile impatto sui mercati del licenziamento di Powell, opzione che spera «non rappresenti un rischio».
A differenza della Fed, la Bce ha tagliato i tassi sette volte e ora quello sui depositi è al 2,25%. In Europa l’inflazione è rientrata nei ranghi e Francoforte è più concentrata sulla possibile frenata dell’economia per colpa dei dazi di Trump.
Anche sotto questo fronte, però, Lagarde è ottimista: «Sono certa che ci sia spazio per i negoziati con gli Usa sul commercio. È nella natura dei politici sedersi a un tavolo per discutere le proprie ragioni e indicare i propri imperativi. Sono certa che si possa instaurare un dialogo e mi sorprenderei in caso contrario». (riproduzione riservata)