Bce, con la crisi di Francia e Germania è il momento del test decisivo
Bce, con la crisi di Francia e Germania è il momento del test decisivo
Il dibattito sulla politica monetaria si concentra su una possibile revisione della linea, con alcuni governatori favorevoli alla riduzione dei tassi, ma resta incerto il passo da intraprendere

di Angelo De Mattia 05/12/2024 19:14

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In un contesto nel quale i due motori dell'Unione Europea - Francia e Germania - sono in evidenti difficoltà, inizia in previsione della riunione del Consiglio direttivo della Bce del 12 dicembre il periodo di massimo riserbo tra i componenti, durante il quale non dovremmo assistere alla prosecuzione del dibattito in atto sull'adeguatezza dei tassi d'interesse di riferimento.

Dalla Bundesbank al ruolo di Lagarde

A maggior ragione per il contesto globale in cui questo momento si colloca. Tuttavia, un fatto importante, benché poco evidenziato nelle cronache, si è verificato: la proposta dell'attenuazione della linea rigoristica tedesca ad opera addirittura della principale interprete e sostenitrice, la Bundesbank con il presidente Joachim Nagel, a proposito della necessità di allentare la normativa sul freno al debito - un cardine dell'austerità teutonica - considerata l'esigenza di misure che stimolino la crescita.

Quanto alla Francia, si inizia, invece, nel dibattito pubblico, a concentrarsi sui rischi potenziali della crisi di governo, anche se visti in lontananza, e ci si chiede cosa deciderà la francese Christine Lagarde - che alcuni ritengono una potenziale presidente del Consiglio o addirittura una candidata alla presidenza della Repubblica - a seconda di come evolverà la crisi francese, se si dovessero verificare problemi per la stabilità finanziaria.

La revisione della politica monetaria

Intanto, quasi a dover fare rilevare come poco, almeno finora, abbia giovato il predetto dibattito in cui diversi governatori si sono espressi favorevolmente alla riduzione dei tassi il 12 prossimo - rimanendo però incerto il quantum tra i 25 e i 50 punti base - madame Lagarde ha ripetuto, nell'audizione di mercoledì presso la Commissione economica dell'Europarlamento, la solita giaculatoria delle decisioni che saranno prese dalla Bce in base ai dati e seguendo il criterio dell'adozione «riunione per riunione». Si stava facendo strada, nel pur confuso dibattito a distanza, la linea del superamento della giaculatoria per passare a un orientamento che constati l'esigenza di un approccio non restrittivo della politica monetaria e che riproponga la «forward guidance» o qualcosa di simile. Insomma, una revisione netta della politica monetaria fin qui seguita.

Ora, è vero che la Lagarde ha richiamato i rischi di un aumento, sia pure temporaneo, dell'inflazione, a fronte del quale, tuttavia, già diversi governatori si erano mostrati cauti sostenendo che, per esempio, l'incremento dei salari nell'area sarebbe stato riassorbito dai profitti e che l'impatto proveniente dai servizi sarebbe stato rapidamente superato. Allora, si tratterà di verificare se la presidente ha ritenuto di non sbilanciarsi nell'audizione in questione prospettando un nuovo orientamento oppure se ella ritenga effettivamente non ancora mature le condizioni per modificare le strategie.

Un test importante per il futuro

A questo punto diventa importante un dibattito vero, non accomodante, nel direttivo, non potendosi ritenere che i sostenitori del cambiamento abbiano mutato rapidamente opinione, per di più quando Germania e Francia militerebbero per la conferma della linea della revisione da loro sostenuta. Si tratterà di poter rilevare se le argomentazioni svolte finora e apprezzate nei rispettivi Paesi terminino in essi la loro esternazione o diventino un elemento di battaglia intellettuale nell'organo decisionale.

Quello del 12 dicembre sarà un test del funzionamento dell'organo stesso e del rapporto tra ciò che si dichiara pubblicamente e ciò che si sostiene nelle sedi competenti, ovviamente sapendo bene che il funzionamento di queste ultime esige anche mediazioni e convergenze, che sono cosa diversa da sintesi a priori o da autocensure. Insomma, è sperabile che non si verifichi l'eterna espressione di Ovidio: «Video meliora proboque, deteriora sequor», vedo il meglio e l'approvo ma poi pratico il peggio. (riproduzione riservata)