Bank of America: il 58% dei gestori prevede più di quattro tagli dei tassi Usa in 12 mesi. Ma occhio ai rischi
Bank of America: il 58% dei gestori prevede più di quattro tagli dei tassi Usa in 12 mesi. Ma occhio ai rischi
La quota di liquidità nei fondi globali è ai minimi degli ultimi cinque anni. L’85% dei gestori esclude una recessione. Ma il 49% si aspetta un’inflazione più alta 

di Mario Olivari 16/09/2025 17:31

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Il sondaggio di settembre tra i gestori di fondi globali condotto da Bank of America mostra il sentiment più rialzista dall’inizio del 2025. Il 57% dei gestori si aspetta che ci saranno più di quattro tagli nei prossimi 12 mesi. Nello specifico, il 17% degli intervistati vede più di cinque tagli entro settembre 2026. In secondo luogo, la frazione degli asset in gestione detenuta in cash o equivalenti è scesa al 3,9% negli ultimi tre mesi. Si tratta di uno dei valori più bassi degli ultimi cinque anni. Inoltre, l’allocazione azionaria sale al massimo degli ultimi sette mesi, con il 28% degli asset manager che sovrappesa l’equity.

Una conferma dell’ottimismo dei gestori si riscontra anche nelle loro attese per lo scenario macroeconomico prevalente nei prossimi 12 mesi. Se solo il 10% si aspetta una recessione – valore storicamente basso ma in aumento rispetto al 5% registrato in agosto -, il 67 % prevede un rallentamento della crescita senza un’effettiva contrazione economica . Addirittura il 18% non teme  nessun rallentamento. 

Ma rimangono rischi al ribasso

Nonostante lo scenario descritto dal sondaggio di Bank of America appaia idilliaco per le sorti del mercato azionario, permangono dei rischi da non sottovalutare. Tra questi, in primis, la bassa quota di liquidità nei fondi, variabile che rappresenta il rovescio della medaglia della forte esposizione dei gestori ad azioni e obbligazioni. Come evidenziato nel report, il segnale di “vendita” per la regola della liquidità di BofA Global Fms è stato attivato a luglio, quando la liquidità è scesa dal 4,2% al 3,9%.

Inoltre, a fronte di un indice dei prezzi al consumo “appiccicoso” e fermo al 3% da più di due anni, la percentuale degli asset manager che prevede un aumento dell'inflazione è aumentata nel 2025 al 49%, rispetto al minimo del 9% di settembre 2024. Legato a questa tema, è da rilevare che il 23% degli investitori intervistati si aspetta tassi più elevati a lungo termine. Si tratta della percentuale più alta da agosto 2022.

Da ultimo, ma non per importanza, il 58% degli investitori che hanno risposto al sondaggio ritiene che i mercati azionari globali siano sopravvalutati, in leggero aumento rispetto al 57% di agosto.

I trade più “affollati”

Il trade "Long Magnificent 7" si conferma l'operazione più affollata per il secondo mese consecutivo, secondo il 42% dei fund manager intervistati da BofA. Al secondo posto segue l’oro, con il 25% dei partecipanti al sondaggio che ha posizioni lunghe (rialziste) sul metallo prezioso. Ciò rappresenta un aumento rispetto al 12% di agosto. 

Medaglia di bronzo per lo short sul dollaro, con il 14% dei gestori che dichiara di scommettere contro il biglietto verde. Nonostante il podio, l’operazione sta perdendo di popolarità  rispetto ai due mesi passati. Nella survey relativa al mese di luglio erano più del 20% gli asset manager a essere ribassisti su dollaro, in quella di giugno più del 30%.

Il 9% degli intervistati afferma di essere long sulle criptovalute e strumenti finanziari collegati. Inoltre, solo il 5% dichiara di scommettere su un rialzo del rendimento Usa a due anni . Il dato si rivela coerente con l’inizio di un ciclo di taglio dei tassi da parte della Federal Reserve. In ultima posizione l’azionario europeo, con solo il 2% dei gestori con posizioni lunghe aperte.

La fine dell’eccezionalismo europeo

La visione di un “eccezionalismo” europeo mostra segnali di cedimento: il sovrappeso sulle azioni Ue scende e il divario rispetto al sottopeso Usa è al minimo da febbraio. 

Le preoccupazioni sui dazi si affievoliscono: il 52% ritiene l’effetto già prezzato, mentre il rischio di recessione da guerra commerciale scende al quarto posto. 

La preferenza per i titoli finanziari resta elevata, ma tra i singoli settori la sanità guida le performance attese. La Germania è il paese più amato, mentre la Francia sorpassa la Svizzera come meno favorita a causa delle recenti incertezze politiche.(riproduzione riservata)