Banco Bpm, ecco perché il rinnovo del cda dipenderà anche dai fondi azionisti. E dalle scelte di Assogestioni
Banco Bpm, ecco perché il rinnovo del cda dipenderà anche dai fondi azionisti. E dalle scelte di Assogestioni
Se Agricole correrà da solo, la lista del cda dovrà fare affidamento sul voto degli istituzionali a partire da Davide Leone. Il ruolo della Bce

di di Andrea Deugeni e Luca Gualtieri 16/12/2025 19:00

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Il rinnovo del cda di Banco Bpm sarà una delle partite finanziarie più calde del 2026. Il cda uscente, guidato dal ceo Giuseppe Castagna e presieduto da Massimo Tononi, sta ragionando su una lista di candidati conforme alle nuove regole della Legge Capitali. L’ideale per il vertice di Piazza Meda sarebbe coinvolgere anche Crédit Agricole, partner industriale e primo azionista con una quota del 19% della banca, destinata a salire fino al 29% con l’imminente autorizzazione della Bce. Ma i francesi tengono ancora le carte coperte.


Nonostante le smentite di Castagna sull’avvio di trattative ufficiali, un possibile punto di equilibrio potrebbe essere costituto da un raddoppio della rappresentanza di Crédit Agricole in cda, passando da due a quattro amministratori. L’accordo però non è scontato. La banca francese potrebbe infatti decidere di correre con una propria lista, anche se in questo caso saranno cruciali i margini di manovra concessi dalla Bce in materia di governance. Finora infatti la banque verte è stata un socio rilevante, ma non ha esercitato direzione e coordinamento, cioè non ha influenzato in modo stabile e continuativo le strategie della partecipata e non è chiaro se, con il superamento del 20%, questo cambierà.

Gli occhi puntati su Assogestioni


In una corsa a due comunque il ruolo dei fondi e del loro organismo di rappresentanza, Assogestioni, diventerà cruciale. Buona parte del capitale di Banco Bpm oggi è detenuta da investitori istituzionali, mentre il secondo azionista, con circa l’8%, è il pool di fondi dell’imprenditore Davide Leone. Per assicurarsi il successo in assemblea, il cda (che ieri si è riunito per tematiche ordinarie) dovrà incassare il sostegno del maggior numero possibile di questi soggetti.

Castagna potrà certamente far valere i risultati positivi portati negli ultimi anni, i dividendi staccati e il forte rally registrato dal titolo in Piazza Affari. Ma è chiaro che l’obiettivo sarebbe più accessibile se Assogestioni non presentasse una lista. Al contrario, se il comitato dei gestori raccogliesse un consenso significativo tra i soci italiani e internazionali, la vittoria dei candidati del board non può essere data per scontata. Una situazione simile insomma a quella registrata nell’ultima assemblea di Generali, quando Assogestioni nei giorni prima del voto giocò il ruolo di ago della bilancia nello scontro tra Mediobanca e Delfin-Caltagirone.


Anche il governo segue con attenzione gli sviluppi della partita e, in particolare, le mosse del socio francese. Palazzo Chigi, scottato dalla recente bocciatura europea sul Golden Power Unicredit, adotta al momento una strategia attendista. Non è escluso, però, che nei prossimi mesi possa condizionare la vicenda, magari sfruttando come canale di influenza proprio il mondo degli investitori istituzionali e il consenso verso una eventuale lista Assogestioni.

Il ruolo delle casse

Chi anche segue con attenzione il processo di formazione della lista del board e le dinamiche fra Castagna e l’Agricole sono i soci italiani riuniti nel patto di consultazione che controlla il 6,51% del capitale dell’istituto. In vista del rinnovo di primavera l’accordo parasociale potrebbe potrebbe rafforzarsi con l’1,5% dell’Enasarco ora fuori patto. Si tratta di alcune casse previdenziali (Enpam, Forense e Inarcassa) e fondazioni bancarie (Lucca, Alessandria, Manodori e Carpi) che sul da farsi al momento hanno adottato un atteggiamento di «vigile attesa». Intanto Piazza Meda ha deciso di esercitare il diritto di rimborso del bond tier 2 da 350 milioni di euro, emesso il 14 dicembre 2020 con scadenza dieci anni (gennaio 2031) e rimborsabile anticipatamente a gennaio 2026. (riproduzione riservata)