Banche italiane, chi batterà le attese sui dividendi 2024-2026 con rendimenti fino al 14%
Banche italiane, chi batterà le attese sui dividendi 2024-2026 con rendimenti fino al 14%
Jefferies resta positivo sul settore bancario italiano, poiché il consolidamento in atto (ops lanciata da Unicredit su Banco Bpm, tre gli scenari simulati con un concambio migliore) può aumentare l'efficienza, mentre l'impatto dei tassi più bassi sarà compensato da altre voci in bilancio. I nuovi target price, un unico downgrade

di Francesca Gerosa 03/12/2024 00:00

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Nel 2024 si è assistito a una significativa rivalutazione del settore bancario italiano, con revisioni degli utili per azione in media del +20% rispetto a ritorni totali del 50%. Jefferies pensa che questo trend possa continuare anche nel 2025 e vede due temi da seguire: M&A e ritorno del capitale. «Rimaniamo positivi sul settore, poiché il consolidamento in atto (ops lanciata da Unicredit su Banco Bpm, ndr) può aumentare l'efficienza, mentre l'impatto dei tassi più bassi sarà quasi compensato da altre voci del conto economico delle banche», assicura il broker che segue il tema del consolidamento tramite Unicredit e quello del ritorno del capitale tramite Intesa Sanpaolo.

Il calo del margine di interesse non preoccupa 

Nel complesso, il margine di interesse delle banche italiane diminuirà, ma altri fattori compenseranno ampiamente, supportando la redditività delle stesse. «Rispetto ai 250 punti base di impatto negativo sul Rote a causa dei tassi e della normalizzazione delle svalutazioni sui crediti nel 2026 rispetto al 2024, prevediamo 230 punti base di elementi positivi, tra cui la crescita delle commissioni, +100 punti base, una riduzione delle spese operative, +40 punti base, altri elementi come la riduzione sia dei contributi ai fondi bancari sia dei costi di ristrutturazione (+90bps), il che significa che gli elementi positivi compenseranno quasi interamente quelli negativi nei bilanci. La crescita del net asset value tangibile spiega una riduzione ulteriore di 60bps del Rote che non rappresenta un vero e proprio aspetto negativo per gli investitori», prevede Jefferies.

Tre scenari per il deal Unicredit-Banco Bpm

L'M&A sarà un tema chiave per il 2025. Il consolidamento del settore può generare sinergie e influire positivamente sul Rote delle banche. «Seguiamo questo tema tramite Unicredit, poiché riteniamo che il deal con Banco Bpm abbia senso sia strategico sia finanziario. Abbiamo simulato tre scenari basati su diversi prezzi di offerta: 6,4 euro (concambio implicito 0,175), 7,7 euro (concambio 0,211) e 8 euro (concambio 0,221). Ebbene, riteniamo che l’operazione sia accrescitiva a livello di utile per azione: +6,9% nel 2026 post acquisizione e decrescitiva per il net asset value tangibile: -1,1%/-4,2%/-5,8% nei tre scenari, assumendo naturalmente una conclusione favorevole dell'offerta pubblica di scambio di Banco Bpm su Anima», afferma Jefferies, stimando anche un consumo di capitale tra 80 bps e 140 bps, considerando il premio offerto e le rettifiche in bilancio, che sono gestibili nel contesto degli attuali buffer a livello di Cet1.

Intesa Sanpaolo regina di ritorni agli azionisti

Anche i ritorni di capitale da parte del settore sono interessanti. Intesa Sanpaolo, in questo senso, è un punto di riferimento. «Acquistando il settore bancario italiano oggi e mantenendolo per i prossimi tre anni si prevede un ritorno totale del 40%. Due terzi di questo ritorno proviene dal rendimento del dividendo, il resto dalla crescita del capitale tangibile, assumendo un multiplo prezzo/book value stabile», sottolinea Jefferies.

Chi batterà le attese del consenso sui dividendi nel 2024-2026 e offrirà fino al 14%

Nel caso di Intesa Sanpaolo il ritorno totale è il più alto, pari al 45% (dividendo atteso da Jefferies a 0,34 euro per azione nel 2024 con uno yield del 9,4%, a 0,36 euro nel 2025 con uno yield del 10% e a 0,38 euro nel 2026 con uno yield del 10,5%, oltre le attese del consenso pari a 0,33, 0,36 e 0,36 rispettivamente). Per quanto riguarda Unicredit Jefferies stima un dividendo a 2,40 euro per azione nel 2024 con uno yield del 6,6%, a 3,09 euro nel 2025 con uno yield dell’8,5% e a 3,68 euro nel 2026 con uno yield del 10,1%. Il consenso si aspetta 2,46, 3,07 e 3,33 rispettivamente.

Invece, da Banco Bpm Jefferies si attende un dividendo pari a 0,83 euro per azione nel 2024 con uno yield dell’11,7%, a 0,62 euro nel 2025 con uno yield dell’8,7% e a 0,62 euro nel 2026 con uno yield dell’8,7%, oltre le stime del consenso a 0,71, 0,57 e 0,56, rispettivamente. Quanto a Bper Jefferies prevede un dividendo pari a 0,62 euro per azione nel 2024 con uno yield del 10,8%, a 0,70 euro nel 2025 con uno yield del 12,2% e a 0,74 euro nel 2026 con uno yield del 12,9%. 0,62, 0,69 e 0,68, rispettivamente, le stime del consenso. Infine nel caso di Credem Jefferies si aspetta un dividendo pari a 0,72 euro per azione nel 2024 con uno yield del 7,1%, a 0,83 euro nel 2025 con uno yield dell’8,2% e a 0,84 euro nel 2026 con uno yield dell’8,3%, oltre le previsioni del consenso a 0,65, 0,60 e 0,60, rispettivamente.

I rendimenti dei dividendi sono attraenti rispetto ad altri settori maturi che pagano dividendi, come le utilities e le telecomunicazioni, che offrono un rendimento cumulato del 18%, continua Jefferies. «A nostro avviso, un generoso rendimento da dividendo e una solida redditività dovrebbero sostenere l'interesse degli investitori generalisti nel settore bancario italiano. Anche la stabilità politica gioca a favore delle banche italiane. Come hanno sottolineato i nostri economisti in una recente nota sulla macroeconomia italiana, la stabilità politica è migliorata da quando il governo della premier Giorgia Meloni è salito al potere nel 2022, rendendo il paese sempre più attraente per gli investitori stranieri. Questo avviene anche in un momento in cui paesi come la Francia e la Germania stanno affrontando tensioni politiche crescenti», osserva Jefferies.

Rischi limitati

Occhio, però, non mancano i rischi per il settore nel 2025, come un possibile calo dei tassi di interesse più consistente del previsto. «Nelle nostre stime abbiamo incorporato le ipotesi sull'Euribor allineate con le aspettative di mercato: Euribor a 3 mesi a 195 punti base in media nel 2026 e un leggero aumento del costo del rischio. Per quanto riguarda la tassa sugli extra profitti delle banche, vediamo una bassa probabilità di azioni unilaterali improvvise da parte del governo su nuove imposte bancarie, vista la decisione recente del governo italiano di applicare una «tassa invisibile» tramite il rinvio dell'assorbimento delle Dta», precisa Jefferies.

I nuovi target price, un unico downgrade

Per quanto riguarda, infine, le valutazioni Jefferies ha alzato il target price di Unicredit da 47 a 49 euro (rating buy) dopo aver alzato le stime di utile per azione 2024 da 5,58 a 5,67 euro, di Banco Bpm da 7 a 7,30 euro (rating hold, eps da 1,19 a 1,25 euro), di Bper Banca da 7 a 7,30 euro (rating buy, eps da 1,01 a 1 euro), della Banca Popolare di Sondrio da 6,60 a 8 euro (rating hold, eps da 1,01 a 1,25 euro). Il target price su Intesa Sanpaolo resta 4,40 euro (eps da 0,49 a 0,48 euro) e il rating buy. Per quanto riguarda, invece, il Credem Jefferies ha tagliato il rating da buy a hold e il target price da 11,90 a 11,50 euro (eps da 1,49 a 1,73 euro) perché a questi prezzi considera l’azione correttamente valutata. (riproduzione riservata)