Banche europee, i dazi di Trump fanno salire il costo del rischio: ecco le più vulnerabili
Banche europee, i dazi di Trump fanno salire il costo del rischio: ecco le più vulnerabili
La volatilità del mercato è elevata e, secondo Morningstar Dbrs, può portare a un aumento del costo del rischio delle banche europee dai livelli attualmente bassi. Le banche più esposte

di Francesca Gerosa 15/04/2025 12:42

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Nonostante la parziale inversione di rotta di Donald Trump con i dazi reciproci degli Stati Uniti contro l’Ue, il Regno Unito e altre economie a livello globale eccetto la Cina, la volatilità del mercato è rimasta elevata e, secondo Maria Rivas, Senior Vice President, e Marcos Alvarez, Managing Director di Morningstar Dbrs, potrebbe anche portare a un aumento del costo del rischio delle banche europee dai livelli attualmente bassi.

In mezzo a questo quadro sempre più incerto, «ora ci aspettiamo livelli di costo del rischio più alti per le banche europee nell’esercizio finanziario 2025, rispetto a quanto inizialmente previsto nel nostro precedente commento di gennaio, man mano che le banche aggiornano le loro proiezioni economiche per incorporare nuovi scenari che riflettono una possibile crescita più debole e livelli persistentemente alti di volatilità», avvertono di due esperti di Morningstar Dbrs.

Il confronto con il periodo Covid

Come durante la pandemia di Covid, se verranno imposte tariffe statunitensi più alte, «ci aspettiamo che le banche europee adottino un approccio cauto verso le loro esposizioni ai settori che sono più vulnerabili alle tariffe, oltre ai settori automobilistico, dell’alluminio e dell’acciaio, dove le tariffe Usa sono già implementate, includendo i settori industriale, chimico, dei beni di consumo e sanitario», precisano Rivas e Alvarez. In tal caso, «ci aspettiamo che le banche registrino livelli di accantonamenti più elevati e aumentino i prestiti stage 2», cioè crediti performing che manifestano un incremento significativo del rischio di credito.

Più Npl in vista

Intanto la maggior parte delle banche centrali europee ha segnalato che ulteriori tagli dei tassi d’interesse sono all’orizzonte. Nonostante ciò, gli esperti di Morningstar Dbrs si attendono che i tassi rimangano alti rispetto al contesto di tassi ultra-bassi vissuto in precedenza. «A nostro avviso, l’attuale quadro sui tassi potrebbe portare a livelli più alti di prestiti deteriorati, richiedendo accantonamenti più elevati nel 2025, specialmente se i Paesi europei sperimenteranno un indebolimento significativo delle condizioni economiche e una maggior disoccupazione, che sono di solito i principali motori di maggiori insolvenze da parte dei clienti», precisano Rivas e Alvarez.

Sebbene l’impatto economico delle decisioni tariffarie statunitensi sui livelli del costo del rischio e sulla qualità degli attivi delle banche europee rimanga molto incerto, «riteniamo che le banche europee dispongano ancora di riserve extra che potrebbero essere utilizzate per compensare parte del potenziale bisogno di aumentare gli accantonamenti. Di conseguenza, non prevediamo che le banche europee assisteranno a un cambiamento drammatico né del costo del rischio né dei livelli di prestiti Stage 2 quest’anno, che ci aspettiamo rimangano decisamente più bassi rispetto al periodo della pandemia, anche se è probabile che aumentino rispetto al 2024», stimano Rivas e Alvarez.

50 banche europee ai raggi x

Morningstar Dbrs ha analizzato un campione di 50 banche in Europa, includendo Austria, Francia, Germania, Italia, Irlanda, Grecia, Paesi Bassi, Spagna, Svezia, Norvegia, Portogallo, Danimarca, Finlandia, Belgio e Regno Unito nel 2024. Ebbene il loro costo medio del rischio è stato di 31 punti base nel 2024, stabile rispetto ai 30 del primo semestre del 2024 e leggermente migliorato rispetto ai 39 del 2023 e ai 36 del 2022. Questi livelli rimangono significativamente inferiori rispetto ai 107 punti base osservati nel 2020.

Al contempo, la maggior parte delle banche europee ha riportato livelli di costo del rischio nel 2024 simili a quelli del primo semestre, con la maggior parte del campione che ha registrato livelli più bassi rispetto al 2023. Solo le banche in Austria, Regno Unito e Belgio hanno registrato lo scorso anno un certo peggioramento nei livelli di costo del rischio rispetto al primo semestre, sebbene i livelli siano rimasti in linea o inferiori rispetto a quelli del 2023. Per alcune banche, i bassi livelli di costo del rischio sono stati supportati anche da rilasci di accantonamenti nel 2024. 

Rispetto al 2022, solo le banche spagnole e tedesche hanno riportato livelli medi di costo del rischio significativamente più alti nel 2024. Mentre le banche in Grecia e Spagna (Santander e Bbva) hanno continuato a riportare i livelli medi di costo del rischio più alti nel campione, seguite da quelle in Germania. Ma escludendo Bbva e Santander, il costo del rischio medio delle banche spagnole è migliorato rispetto al 2023.

In Germania, le banche hanno riportato un peggioramento dei livelli medi di costo del rischio nel 2024 rispetto al primo semestre dell’esercizio, causato principalmente dall’aumento del costo del rischio per DZ Bank. Al contrario, le banche in Danimarca, Svezia e Finlandia hanno continuato a superare il resto delle banche del campione con livelli medi di costo del rischio molto bassi. Come le banche in Irlanda (molto bassi nel 2024 rispetto al primo semestre e al 2023), «sebbene ciò sia stato in gran parte legato ai rilasci di accantonamenti presso Permanent Tsb, che ci aspettiamo continuino in una certa misura nel 2025», spiegano i due esperti. Quanto alle banche in Portogallo hanno continuato a riportare livelli più bassi di costo del rischio nel 2024, il che è da attribuire in gran parte ai rilasci significativi di accantonamenti presso Caixa Geral de Depósitos, anche se il resto delle banche portoghesi ha anch’esso migliorato i livelli rispetto al 2023.

Chi ha registrato la maggior riduzione del costo del rischio

Invece, le banche in Grecia, Portogallo e Irlanda hanno registrato la maggior riduzione del costo del rischio dal 2023. In particolare, quella più significativa è stata ottenuta da Piraeus Bank (-90 punti base), nonostante la banca abbia effettuato ulteriori accantonamenti nel secondo semestre del 2024 per anticipare un ulteriore processo di riduzione del rischio (derisking). Nel frattempo, Alpha Bank, che aveva riportato un aumento del costo del rischio nel primo semestre del 2024 rispetto al 2023 — principalmente a causa dell’impatto della cessione di esposizioni deteriorate — è riuscita a mantenere i livelli del 2024 leggermente più bassi rispetto al 2023, sostenuta da una crescita significativa dei prestiti nel secondo semestre dello scorso anno, che ha avuto un effetto positivo sull’indicatore.

Comunque, il calo dei livelli di costo del rischio nel 2024 per le banche in Portogallo e Irlanda è stato in gran parte legato al rilascio di accantonamenti da parte di alcune banche. Al contrario, le banche in Austria, Belgio e Germania hanno riportato gli aumenti più significativi dei livelli del costo del rischio rispetto al 2023, «anche se consideriamo questi aumenti come relativamente modesti, nel range tra 7 e 10 punti base, e partivano da livelli bassi», puntualizzano Rivas e Alvarez, avvertendo, infine, che il costo del rischio delle banche tedesche è destinato a peggiorare ulteriormente nel 2025.

Costo del rischio in aumento per le banche tedesche

Le banche tedesche hanno registrato un aumento graduale dei livelli di costo del rischio a partire dal 2019. Pur non avendo subito incrementi significativi durante la pandemia, le debolezze nei settori immobiliare commerciale e automobilistico, insieme a un contesto economico in peggioramento, hanno spinto gradualmente verso l’alto il costo del rischio delle banche tedesche. In media, hanno riportato 42 punti base di costo del rischio nel 2024, in aumento rispetto ai 38 del 2023, ma decisamente più alti rispetto ai 16 del 2019 e ai 9 del 2020. «A nostro avviso, le sfide esistenti nel settore automobilistico tedesco, le prospettive economiche ancora deboli per la Germania e l'incertezza sui dazi statunitensi si tradurranno probabilmente in un aumento del costo del rischio per le banche tedesche nel 2025». (riproduzione riservata)