Colpo di scena al vertice di Banca Profilo, l’istituto milanese di private banking controllato da Arepo, il veicolo del fondo Sator dall'ex banchiere di Capitalia Matteo Arpe. Martedì primo aprile, dopo giorni di rumors su contrasti all’interno del board della banca, si è dimessa la maggioranza dei consiglieri e quindi è decaduto l'intero board. L’assemblea ordinaria è convocata il prossimo 20 maggio per la nomina del nuovo vertice.
A fare un passo indietro sono stati i cinque consiglieri indipendenti Michele Centonze, Francesca Colaiacovo, Giorgio Gabrielli, Gimede Gigante, e Paola Santarelli e la consigliera non esecutiva Maria Rita Scolaro. I cinque indipendenti hanno indicato che le ragioni delle dimissioni si ricollegano a «un dissenso in merito all'applicazione del sistema di governance e alla connessa opportunità di rimettere ai soci la determinazione circa un ricambio, in tutto o anche solo in parte, nella composizione dell'organo amministrativo», spiega una nota.
Scolaro ha motivato le proprie dimissioni con «la piena condivisione sui temi di governance sollevati dai consiglieri indipendenti e sulla opportunità di rimettere ai soci la determinazione della composizione dell'organo amministrativo», fa sapere l’istituto. Restano invece in carica il presidente Giorgio Di Giorgio e l’amministratore delegato Fabio Candeli.
Banca Profilo è da anni al centro di un irrisolto processo di cessione, vendita che però, non si è mai realizzata, pare anche per complessità di trattative legata agli intrecci fra l’istituto e Tinaba, la fintech controllata da Profilo (al 15%) e dallo stesso fondo Sator (all’85%). I primi tentativi di cessione risalgono al 2020 quando il fondo di Arpe, dopo circa 11 anni, avviò i primi sondaggi per valorizzare la partecipazione, detenuta attraverso il veicolo Arepo.
Almeno sei tentativi sono andati in fumo. In un primo momento ci avevano provato Attestor Capital e il banchiere di Finint Enrico Marchi, poi nel 2021 Banor Sim, nel 2022 una cordata di imprenditori capeggiata dai fratelli Di Terlizzi, titolari di L&B Partners e di cui avrebbe fatto parte anche un esponente della famiglia Moratti, il fondo RiverRock e nel 2023 i francesi di Twenty First Capital.
Nell’estate dello scorso anno Arpe aveva aperto una trattativa in esclusiva con Barents Re (riassicuratore con sede a Panama) in cordata con un altro paio di investitori italiani tra cui Lmdv Capital, il family office di Leonardo Maria Del Vecchio. Ma anche con questi potenziali compratori la trattativa era poi saltata ad agosto.
Rumor recenti parlano di un interesse di Banca Patrimoni Sella per il ramo private. Il comunicato diffuso dall’istituto precisa comunque che il cda «opererà in regime di prorogatio, in pienezza di poteri, fino alla data di ricostituzione dell’organo amministrativo, con l’unanime volontà di pieno supporto all’operatività della banca ed al processo in corso per la sua valorizzazione», conclude la nota. (riproduzione riservata)