Il contesto macroeconomico in Europa, sebbene sfidante, supporta una rotazione verso le small cap. «Il taglio graduale dei tassi di interesse, l’inclinazione potenziale della curva dei rendimenti e il miglioramento delle condizioni di credito possono favorire una rotazione verso le small cap nel 2025», sottolineano Luca Arena e Andrea Zampaloni, esperti di Alantra (la banca d’affari copre mid e small cap di qualità con una capitalizzazione di mercato combinata superiore a 2,4 miliardi di euro, principalmente nei settori della tecnologia, 37%, e dell’industria, 32%), nel report intitolato: «Small caps, big opportunities». Sebbene alcuni fattori idiosincratici, come la domanda debole dalla Cina e l'impatto potenziale dei dazi Usa, possano influire, «crediamo che le aziende di piccole dimensioni, essendo relativamente meno esposte ai mercati dell’Unione Europea, offrano un certo livello di protezione verso questi rischi».
Opportunità di valore tra le small cap italiane
I due esperti di Alantra vedono le small e mid-cap italiane come una via promettente per gli investitori alla ricerca di asset sottovalutati e ad alto potenziale. Il segmento, infatti, offre una «rara combinazione di società di valore e qualità, pronte a generare ritorni superiori man mano che le condizioni di mercato si normalizzano. La nostra analisi si concentra su 238 azioni italiane quotate con una capitalizzazione di mercato tra 15 milioni e 1 miliardo di euro», spiegano. I 238 titoli rappresentano il 58% di quelli quotati in Italia ma solo il 6% in termini di valore di mercato, pari a 40,2 miliardi di euro. La selezione è prevalentemente orientata verso il settore industriale (20% del totale della capitalizzazione di mercato), seguito da quello dei consumi ciclici (17%), dal tecnologico (11%) e dei materiali non-energetici (10%), tra gli altri.
Lo sconto delle pmi italiane vs quelle europee si è ampliato
I dati rivelano che le small cap europee (capitalizzazione di mercato tra 15 milioni e 1 miliardo di euro) stanno scambiando ben al di sotto della loro media storica (-9% rispetto alla media quinquennale sulla base del multiplo ev/ebitda), con le azioni italiane che mostrano uno sconto ancora maggiore rispetto alla loro media (-16%), avvicinandosi ai minimi storici. In particolare, lo sconto delle pmi italiane rispetto a quelle europee si è ampliato al 14%, rispetto a una media storica del -7%.
Ma le small cap italiane attualmente scambiano con uno sconto significativo non solo rispetto a quelle europee, ma anche rispetto alle azioni italiane a grande capitalizzazione (oltre 1 miliardo di euro). In particolare, lo sconto rispetto alle large cap italiane si è ampliato al -21%, con le small cap che si trovano vicine ai loro minimi storici. Negli ultimi cinque anni, le small cap italiane sono state valutate con uno sconto del 18% rispetto alla media, mentre le aziende più grandi con uno sconto solo del 3%. «Questo crea un gap notevole di valutazione, offrendo potenziali opportunità per gli investitori alla ricerca di asset sottovalutati», suggeriscono i due esperti.
«Sebbene questa sottovalutazione possa derivare da una liquidità minore e dal premio al rischio percepito associato a questi titoli più piccoli, riteniamo che tale divario possa ridursi man mano che alcuni venti macroeconomici contrari, come i tassi di interesse elevati, si attenueranno», prevedono Arena e Zampaloni.
I criteri per scegliere: crescita, qualità, momentum e valore
L’importate è essere selettivi. Per navigare nel panorama delle small e mid-cap italiane Alantra ha sviluppato un modello basato sullo screening di fattori fondamentali. Per identificare i nomi più interessanti, la metodologia di selezione incorpora quattro fattori chiave: crescita (trend triennali di ricavi, ebitda e utile per azione: storici e stimati), qualità (Roe, Roic, rendimento del free cash flow, ebitda/margine sull’utile netto e indici di leva finanziaria), momentum (cambiamenti a livello di ricavi, ebitda e utile per azione nelle previsioni del consenso negli ultimi 12 mesi) e valore (multipli ev/ebitda, ev/ebit, p/e e p/b a sconto rispetto ai rispettivi settori).
Chi primeggia in cosa
Ebbene, le prime 20 aziende che mostrano una crescita superiore alla media, evidenziando la loro capacità di continuare a espandersi anche in periodi complessi sono: Newlat Food, Next Geo, Wiit, The Italian Sea Group, Txt Esolutions, Italian Exhibition, Tinexta, Powersoft, Marr, B&C Speakers, Icop, Altea, Reway, Officina Stellare, Cyberoo, Red, Eurogroup Laminations, Ala, Dhh e Fae Technology.
«Riteniamo che questo fattore introduca un pregiudizio verso la crescita inorganica, favorendo le aziende con un forte focus nell'esecuzione di operazioni di M&A. Tuttavia, considerando esclusivamente la crescita organica, aziende come Next Geo, Powersoft, Marr, Icpo e Altea emergono come leader», precisano i due esperti.
Negli ultimi tre anni, i settori tecnologico, industriale e quello dei servizi al consumatore sono stati i più performanti, mentre quelli più difensivi: consumi non ciclici e salute sono rimasti indietro. «Nei prossimi anni ci aspettiamo una crescita interessante in settori come consumi non ciclici, salute e business services. Inoltre, prevediamo un miglioramento rilevante per utilities e telecomunicazioni. Mentre le azioni tecnologiche saranno supportate dai tagli dei tassi e dal trend reflazionistico di lungo termine; un approccio selettivo potrebbe, quindi, offrire opportunità di upside. Al contrario, per industriale, materiali non energetici e consumi ciclici il contesto futuro resta sfidante», avvertono.
Per quanto riguarda la qualità, i primi 20 nomi selezionati sono D’Amico, Next Geo, Pharmanutra, Altea Green Power, Powersoft, The Italian Sea Group, B&C Speakers, Redelfi, Edil San Felice, Cembre, Officina Stellare, Franchi Umberto Marmi, Erredue, Trawell Co, Digital Bros, Fope, Res, Cyberoo, Bifire e Omer.
Più in dettaglio, Next Geo si distingue per un Roe superiore, riflettendo un'efficienza del capitale elevata. D’Amico, invece, conferma la sua posizione tra i migliori performer, supportata da una solida esecuzione operativa nonostante una crescita leggermente inferiore del Roe futuro. Altri nomi come Altea, The Italian Sea Group, Powersoft, B&C Speakers, Edil San Felice e D’Amico combinano Roe e rendimenti del free cash flow allettanti, rendendoli candidati interessanti per portafogli focalizzati sulla qualità.
Tra i migliori performer, Altea, D’Amico, Redelfi e Next Geo offrono margini di profitto solidi, ben al di sopra della media del cluster analizzato. Edil San Felice, The Italian Sea Group e Powersoft mantengono una posizione di cassa netta e un ridotto rischio finanziario, garantendo flessibilità per investimenti strategici o per affrontare periodi incerti. Inoltre, una leva finanziaria bassa è sempre più importante, offrendo stabilità e riducendo i rischi di rifinanziamento.
Ancora. Un momentum positivo, evidenziato da revisioni al rialzo delle stime, segnala un miglioramento dei fondamentali di un’azienda e la posiziona tra i potenziali outperformer, anche in contesti volatili. I 20 nomi principali sono Fiera Milano, Altea, Italian Exhibition, Txt E-solutions, Ala, Wiit, The Italian Sea Group, Pharmanutra, Tinexta, Ferretti, Fine Foods, Piovan, Powersoft, Comal, Avio, Fae Technology, Garofalo Healthcare, Redelfi, Franchetti e Pattern.
Come per il fattore crescita, il momentum è spesso influenzato da una crescita esterna legata a fattori esogeni. Tuttavia, considerando esclusivamente la crescita organica, aziende come Fiera Milano, Altea, Fine Foods e Pharmanutra emergono tra i migliori performer.
C’è chi spicca, infine, per le valutazioni accattivanti. Gli sconti extra sono sempre allettanti, soprattutto durante le stagioni dei saldi, quando le opportunità di valore diventano più evidenti. «Crediamo che, con molte aziende a bassa capitalizzazione che scambiano a sconto rispetto al loro potenziale a livello di utili, vi siano opportunità di crescita interessanti per gli investitori che danno priorità alla solidità dei fondamentali piuttosto che alla volatilità di breve termine», continuano Arena e Zampaloni.
Man mano che le condizioni macroeconomiche cambiano, «riteniamo che il valore offerto dalle small cap diventerà sempre più attrattivo, soprattutto per quelle aziende caratterizzate da una forte generazione di flussi di cassa, basso livello di indebitamento e capacità di affrontare un contesto di costi in aumento. Abbiamo, quindi, selezionato i primi 20 nomi classificati nei fattori crescita, qualità e momentum, misurando i loro multipli a 12 mesi: ev/ebitda, ev/ebit, p/e e p/b. Questi sono stati poi confrontati con la media dei multipli di ciascun settore rilevante, ovvero: utilities, business services, finanziario, tecnologico, servizi al consumatore, tlc, industriale, consumi ciclici, salute, materiali non energetici e consumi non ciclici. Sulla base di quest’analisi, abbiamo classificato i 20 migliori nomi che offrono multipli inferiori alla media del loro rispettivo settore. Sono Digital Bros, D’Amico, Bifire, Icop, Ferretti, The Italian Sea Group, Erredue, Newlat Food, Redelfi, Italian Exhibition, Tinexta, Eurogroup Laminations, Fae Technology, Next Geo, Altea, Powersoft, B&C Speakers, Edil San Felice, Trawell Co e Txt E-solutions». In particolare, aziende come Digital Bros, D’Amico, Bifire e Icop scambiano con uno sconto significativo rispetto alle medie dei rispettivi settori, quindi offrono un potenziale di ri-valutazione interessante.
La top 10
La rosa delle migliori è poi stata ristretta a 10 azioni che hanno costantemente ottenuto punteggi elevati, considerando tutti i fattori citati sopra. I nomi selezionati sono NextGeo (tassi di crescita attesi: ricavi +37,7%, ebitda +31,3% e utile netto +29,5% nel 2024), Italian Sea Group, Italian Exhibition, Altea, Tinexta, Powersoft (tassi di crescita attesi: ricavi +7,9%, ebitda +1,7% e utile netto -3,3% nel 2024), B&C Speakers (tassi di crescita attesi: ricavi +6,2%, ebitda +4% e utile netto +28,2% nel 2024), Redelfi, Txt e Fae Technology (tassi di crescita attesi: ricavi +27,2%, ebitda +25,6% e utile netto +40,4% nel 2024), suggeriscono Arena e Zampaloni, osservando, infine, che questi top performer hanno sovraperformato in modo considerevole gli altri indici, segnando un ritorno del +35% negli ultimi cinque anni. (riproduzione riservata)