Azioni, ecco le banche italiane più difensive in caso di recessione. I nuovi target price di Jefferies
Azioni, ecco le banche italiane più difensive in caso di recessione. I nuovi target price di Jefferies
Jefferies stima una redditività (Rote) sempre a doppia cifra per le banche italiane  anche se scenderà nel 2026. I rendimenti cumulativi dei dividendi variano tra il 20% di Unicredit e il 32% di Banco Bpm. Solo in un caso il target price scende. Tre le top picks del broker

di Francesca Gerosa 01/10/2024 11:28

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Con i tassi in calo la redditività delle banche italiane resta solida. Jefferies ha valutato la redditività del settore alla luce del calo di 60 punti base dei futures sui tassi Euribor dall'inizio dell'estate, arrivando alla conclusione che il comparto è ancora interessante e capace di generare un Rote (rendimento del patrimonio netto tangibile) a doppia cifra nel 2026.

Rote sempre a doppia cifra anche se scenderà al 13,4% nel 2026

Un tema chiave per il settore è il dibattito sui tassi, dato che i futures sull’Euribor sono scesi in modo significativo nei mesi estivi e a settembre. I futures sull’Euribor a 3 mesi ora implicano tassi a 190 punti base nel 2026, rispetto ai 250 punti base di giugno. «Sebbene tassi più bassi eserciteranno una pressione negativa sulla redditività delle banche italiane, supponendo che i tassi terminali rimangano intorno al 2%, prevediamo che gli istituti di credito italiani continueranno a garantire solidi ritorni nei prossimi anni. Il Rote dovrebbe rimanere ben al di sopra della doppia cifra, anche se scenderà dal 15% del 2023 al 13,4% nel 2026», calcola Jefferies.

I fattori positivi compenseranno (quasi) quelli negativi

Certo, il loro margine di interesse diminuirà, ma altri fattori compenseranno parzialmente questo calo, sostenendo la redditività delle banche. A fronte di un impatto negativo di 240 punti base sul Rote dovuto ai tassi e alla normalizzazione degli accantonamenti per perdite su prestiti, Jefferies ha previsto 230 punti base di voci positive, tra cui la crescita delle commissioni (+160 punti base), una riduzione delle spese operative (+10 punti base), minori contributi ai fondi bancari e il calo dei costi di ristrutturazione (+60 punti base), il che significa che i fattori positivi quasi compenseranno quelli negativi. La crescita del tangible net asset value spiega l’ulteriore riduzione (impatto di 150 punti base sul Rote).

I rendimenti cumulativi dei dividendi variano tra il 20% di Unicredit e il 32% di Banco Bpm

Inoltre Jefferies nota che i rendimenti cumulativi dei dividendi nei prossimi tre anni variano tra il 20% di Unicredit e il 32% di Banco Bpm e questo dovrebbe sostenere ulteriormente il settore. Anche perché questi rendimenti sono più interessanti rispetto a quelli di altri settori maturi che pagano dividendi, come le utilities e le telecomunicazioni, che offrono un rendimento cumulativo del 18% tra il 2024 e il 2026. «A nostro avviso, il rendimento da dividendo generoso e la solida redditività dovrebbero mantenere l’interesse degli investitori generalisti nel settore», prevede Jefferies che ha rivisto i target price sui titoli delle banche italiane che copre.

I nuovi target price di Jefferies

Nel caso di Intesa Sanpaolo (rating buy) il target price passa da 4,10 a 4,40 euro, nel caso di Unicredit (buy) da 48 a 47 euro, nel caso di Banco Bpm (hold) da 6,10 a 7 euro e nel caso di Bper Banca (buy) da 6 a 6,20 euro. Il tutto dopo aver tagliato in media del 3% l’utile per azione di Unicredit. Per Intesa Sanpaolo, Banco Bpm e Bper i target price sono stati aumentati grazie al mix di utili più alti, nonostante l’impatto dei tassi più bassi, dopo aver abbassato le stime sul costo del capitale. «Le nostre top picks sono Unicredit e Bper Banca per le quali vediamo un maggior potenziale di rivalutazione e fattori catalizzatori imminenti», afferma Jefferies.

Le tre top picks

Per quanto riguarda Unicredit Jefferies segue naturalmente gli sviluppi legati alle mire su Commerzbank: «presupponendo un deal a 16,5 euro in un mix di contanti e azioni, una potenziale acquisizione della banca tedesca non comprometterebbe questo caso d’investimento». Nel frattempo, però, il broker nota che l’azione offre un potenziale di upside anche su base stand-alone, con la banca che viene ancora scambiata a 6,5 volte l’utile 2026 (1,1 volte il multiplo prezzo/tangible net asset value con un Rote stimato al 2026 del 14,7%). Inoltre, l’istituto guidato da Andrea Orcel dispone di maggiori riserve di capitale e di uno dei buffer overlay più alti tra le banche italiane, che offre protezione in uno scenario di rallentamento macroeconomico, con un elevato livello di payout e flessibilità per perseguire opportunità di M&A. 

Invece, Bper Banca presenterà il nuovo piano industriale il 10 ottobre «e ci aspettiamo che il management fornisca un messaggio positivo sulla remunerazione degli azionisti. Abbiamo aumentato il payout ratio dei dividendi al 60% tra il 2024 e il 2027 per Bper, poiché riteniamo che i solidi livelli di capitale, ulteriormente supportati dall’emissione recente di un bond AT1, giustifichino una politica di distribuzione dei dividendi più allineata ai competitor», spiega Jefferies. L’elevata sensibilità dell’istituto ai tassi di interesse ha contribuito ad aumentare significativamente la redditività, che continuerà a mantenersi a doppia cifra beneficiando della nuova normalità di tassi ben al di sopra dello zero. Un portafoglio prestiti difensivo, grazie a una copertura elevata, nonché l’orientamento verso prestiti alle famiglie e al settore dei servizi, è rassicurante e può dimostrarsi più difensivo in caso di deterioramento macroeconomico. Bper è scambiata a 0,7 volte il tangible net asset value con un Rote stimato al 2026 del 10,3%.

Infine, c’è Intesa Sanpaolo. L’elevata diversificazione dei ricavi della banca può sostenere i suoi risultati anche se i tassi di interesse iniziano a scendere e la forte generazione di capitale organico supporta la distribuzione agli azionisti. L’elevato rendimento del dividendo deve essere visto anche nel contesto di un’attività difensiva rispetto ad altre banche, supportata dai risultati più recenti degli stress test della Bce, dove la banca ha registrato una delle minori riduzioni del Cet1 nello scenario avverso. Intesa Sanpaolo è scambiata a 1,5 volte il tangible net asset value con un Rote stimato al 2026 del 18% (circa 7 volte gli utili stimati per il 2026). (riproduzione riservata)