Il mercato azionario europeo, a forte sconto e pressoché privo di settori a forte crescita come quello tecnologico, sta diventando sempre più un territorio da scoprire per chi vuole investire in titoli ad alto dividendo. Uno stile di investimento che, rispetto al passato, ha visto «l’universo investibile allargarsi a quasi tutti i settori», come osserva Gianmarco Rania, portfolio manager di Banor, che spiega a milanofinanza.it come costruire un portafoglio europeo ad alto dividendo nell’attuale scenario di mercato.
«Oggi è possibile costruire portafogli di titoli azionari europeo che puntino a un rendimento totale da dividendo tra il 6-7%, grazie a una congiuntura particolarmente favorevole per un asset class che da sempre è considerata adatta per i cosiddetti cassettisti», sottolinea il money manager, che nella sua analisi elenca una serie di fattori: l’elevata liquidità di cassa delle aziende del continente (conseguenza diretta della fase del Covid), la svalutazione dei prezzi delle azioni Ue rispetto a quelle americane, un boom di buyback che si sommano alle cedole («soprattutto nel settore finanziario»), portando «i rendimenti a viaggiare a doppia cifra: 6-7% dalle cedole e 3-4% dai buyback».
Rania si avventura quindi nell’analisi di due titoli interessanti. Da una parte c’è l’italiana Poste, «leader in settori a forte crescita come ramo assicurazioni Vita e pagamenti digitali». L’azienda guidata da Matteo Del Fante, prosegue il gestore, «oggi dà esposizione a vari servizi finanziari senza rischio di credito. Inoltre, la forte solidità patrimoniale e l’elevato rendimento da dividendo, vicino al 7%, la rendono a nostro avviso un investimento molto interessante».
Dall’altra parte c’è un’azienda inglese, British Petroleoum o BP. Il titolo, spiega Rania, «offre un rendimento da dividendo pari al 6,5%, che viene ulteriormente elevato all’8-8,5% grazie ad una robusta attività di acquisto di azioni proprie». Lato industriale, «la recente entrata del fondo attivista Elliot nell’azionariato porterà sicuramente a modifiche strategiche che favoriranno una maggiore estrazione di valore e, probabilmente, un ulteriore aumento dei rendimenti per gli azionisti», ipotizza il money manager.
Nel presentare i loro bilanci diverse quotate italiane hanno stimato dividendi in rialzo: Rania nella sua analisi cita ad esempio i casi di «Intesa Sanpaolo e Snam». Più in generale, a livello di singoli settori il dividend yield atteso più alto è quello del tabacco (che non ha quotate in Italia), al 9,35%. Seguono banche (5,71%), tlc (5,49%) e automotive (5,22%). Sopra il 5% anche assicurazioni (5,13%), e utility (5%).
Proprio sui business regolamentati si concentrano le conclusioni del money manager: «Confrontando il livello di rischio/rendimento di un Btp con quello di un’azione europea di un business regolamentato, si possono compiere scelte molto più efficienti: senza rinunciare ad un flusso cedolare stabile e un livello di rischio contenuto». (riproduzione riservata)