Rally di Natale 2024, le azioni più promettenti di Piazza Affari a Dicembre negli ultimi 50 anni
Rally di Natale 2024, le azioni più promettenti di Piazza Affari a Dicembre negli ultimi 50 anni
I mercati confidano sempre nel rally di dicembre, anche se ora bisogna fare i conti con dazi e guerre. Ecco quali listini hanno corso di più negli ultimi 50 anni fra i maggiori 14 al mondo. E quali titoli del Ftse Mib sono andati meglio (e peggio)

di di Elena Dal Maso 29/11/2024 17:00

Ftse Mib
36.267,63 17.40.00

+1,25%

Dax 30
20.903,39 18.00.00

+1,20%

Dow Jones
43.487,83 22.20.00

+0,78%

Nasdaq
19.630,20 22.21.51

+1,51%

Euro/Dollaro
1,0274 22.06.49

-0,25%

Spread
111,23 17.29.54

+0,56

I mercati hanno sempre grandi attese sulla fine dell’anno in borsa. Da un lato perché una buona performance a dicembre fa comodo ai fondi comuni che redigono il resoconto per i clienti sui 12 mesi solari, dall’altro perché trovare sotto l’albero di Natale un cosiddetto Santa rally, una corsa finale delle azioni, è un regalo molto gradito a chi investe. L’autunno non è stato brillante in tal senso, il Ftse Mib ha perso negli ultimi tre mesi il 3,5%, pur essendo ancora positivo da gennaio (+9,3%). Le tensioni geopolitiche restano, da un lato i timori di dazi diffusi con il presidente eletto negli Usa, Donald Trump, dall'altro le due guerre che non cessano, in Ucraina e Medio Oriente.

Chi arriva primo a Natale

Ma quali sono i mercati che storicamente hanno regalato le maggiori soddisfazioni a Natale? Lo ha calcolato eToro, andando a guardare le performance medie del mese di dicembre degli ultimi cinquant’anni relative ai 14 maggiori indici mondiali. Il primo dato interessante che emerge è che il podio lo conquista l’indice di Hong Kong, l’Hang Seng, molto volatile quest’anno. Partito in grande depressione a causa dell’economia cinese poco brillante, ha perso il 5,3% nell’ultimo mese, ma è positivo per il 14% da gennaio. La performance media storica degli ultimi 50 anni è del 3,09%, +2,15% la sovra performance dell’indice in questo mese rispetto al resto dell’anno, ovvero il 23% della performance complessiva di tutto l’anno (quasi un quarto in sole quattro settimane).

Al secondo posto si colloca il Ftse 100 di Londra con il 2,29% (performance media di dicembre) che incide addirittura per il 36% dell’anno, terzo arriva il Nikkei 225 del Giappone (1,98%), mentre l’indice Eurostoxx 600 europeo si colloca solo settimo con l’1,71%, davanti però al Nasdaq (+1,53%). E il Ftse Mib? Arriva in dodicesima posizione, +1,26% (i calcoli però sono stati fatti dal 1998 ad oggi), performance che rappresenta il 39% di quella annuale. Un’incidenza importante, significa che in particolare per Piazza Affari il Santa Rally è particolarmente significativo.

L’importanza di restare investiti

Secondo Gabriel Debach, market analyst di eToro, «sebbene le performance passate non siano mai una garanzia dei rendimenti futuri, dicembre è stato storicamente un mese eccezionale per i mercati azionari globali, con il cosiddetto rally di Babbo Natale che ha sempre dato buoni risultati». L’analisi condotta, riprende Debach, «rivela che dicembre rappresenta in media quasi un quarto dei rendimenti annuali, una statistica che sottolinea l'importanza di rimanere investiti. Sebbene le ragioni alla base di questa spinta stagionale possano variare - dall'ottimismo per il nuovo anno all'aumento dell'attività di trading - è chiaro che perdere questo periodo potrebbe essere costoso per gli investitori finali».

Il Grinch di Natale

Su tutti e 14 gli indici analizzati da eToro, l'unico Grinch a rovinare la festa è l'indice Ibex 35 spagnolo, con un dicembre che sotto performa i ritorni medi da gennaio a novembre dello 0,14%. «Dai dati emerge chiaramente che il rally di Babbo Natale è molto più generoso in alcune parti del mondo: Hong Kong e il Regno Unito hanno registrato performance fenomenali a dicembre negli ultimi decenni, mentre l'Ibex 35 spagnolo sembra essere sulla lista dei cattivi», riprende Debach. Queste particolarità regionali «ci ricordano che non esiste un approccio univoco ai mercati globali e che gli investitori più accorti dovrebbero tenere d'occhio le dinamiche locali per sfruttare al meglio la stagione», avverte l’analista. Ovvero: il tanto atteso rally di Babbo Natale potrebbe in realtà concretizzarsi in primavera o in estate, per fare un esempio.

Ftse Mib in rosso una volta su due

E Piazza Affari? Osservando l’andamento del Ftse Mib da inizio secolo (2000), dicembre emerge come un mese dal doppio volto, «mediamente positivo, ma tutt’altro che privo di sorprese», riprende Debach. Negli ultimi 24 anni, infatti, il mese ha chiuso «in negativo nel 50% dei casi, con il calo del -9,3% del 2002 a rappresentare la peggiore performance e la corsa del +13,6% nel 2016 il massimo storico». Secondo l’analisi di eToro, con una performance media del +0,4% e mediana del +0,2%, dicembre si posiziona non al primo, ma al sesto posto tra i mesi più profittevoli, contribuendo al 31,25% della performance annuale (dati dal 2000 in poi), un apporto significativo ma inferiore ai mesi di punta come aprile (164,56%) e ottobre (130,73%).

Chi corre e chi soffre a Natale

Il mese di dicembre offre un panorama diversificato per i principali titoli del Ftse Mib, con dati che evidenziano «differenze significative tra media e mediana. Prysmian si distingue come il top performer con una media del +4,6% e una mediana del +3,9%, seguita da Generali (+3,7% di media, +1,3% di mediana) e Intesa Sanpaolo (+3,0% di media, +1,8% di mediana).

Ferrari (-2,4% di media e -3,8% di mediana), StM (-1,3% di media, -2,7% di mediana) e Stellantis (-0,2% di media, 0,0% di mediana) evidenziano invece una difficoltà strutturale nel mese di dicembre, particolarmente marcata per Ferrari e StM, «dove la mediana sottolinea una debolezza persistente anche oltre gli eventi estremi», nota Debach.

Titoli come Enel (+0,3% di media, -0,5% di mediana) e Unicredit (+2,3% di media, +1,9% di mediana) «mostrano una discreta stabilità, con risultati meno estremi rispetto ai leader o ai perdenti», riprende l’analista di eToro.

La forza di Generali, Intesa, Unicredit

L’analisi va poi a osservare nello specifico il contributo del mese di dicembre sulla performance media sui primi 10 titoli per capitalizzazione, da cui si osserva come dicembre si confermi un mese strategico per i titoli finanziari. «Generali domina contribuendo alla performance del mese con un eccezionale 195,2%, trainando il settore finanziario assieme a Intesa Sanpaolo (64,6%) e Unicredit (61,3%)», racconta Debach.

Nella parte bassa della classifica invece «StM contribuisce negativamente alla performance del mese (-28,3%), ribadendo la sua fragilità in dicembre: ha chiuso in perdita in 14 degli ultimi 24 anni, una frequenza negativa superata solo a giugno. Anche Ferrari non brilla, con un calo del -7,6% e chiusure negative nel 75% degli ultimi 8 anni, rendendo dicembre uno dei mesi peggiori per il titolo», conclude Debach.

Il Natale 2024

Come si profila il Natale di Piazza Affari 2024? L’anno è davvero particolare, caratterizzato dal ritorno di Donald Trump alla guida degli Stati Uniti con la sua politica di America First e l’intenzione di rafforzare l’economia interna e alzare le barriere doganali con il resto del mondo, Europa inclusa. Un fatto che rischia di mettere in difficoltà il comparto industriale dell’Eurozona nel momento in cui finalmente la Bce ha iniziato il percorso di discesa dei tassi che dovrebbe sostenere le imprese. Sullo sfondo restano le due guerre, in Ucraina e in Medio Oriente, sempre pronte a infiammarsi e a superare i confini, alzando il rischio di un conflitto su vasta scala. Piazza Affari poi inizia l’ultimo mese con il riaccendersi del risiko bancario dopo l’ops lanciata da Unicredit a fine novembre su Banco Bpm che segue quella di inizio novembre dello stesso stesso Banco Bpm su Anima. Intanto anche il Mef si è mosso, collocando il 15% di Mps sul mercato, quota rilevata sempre dal Banco, dalla stessa Anima, Caltagirone e Delfin. Piazza Affari si aspetta quindi un Natale quantomeno vivace sotto il profilo finanziario. (riproduzione riservata)