Borse asiatiche poco mosse, ecco quella della Corea del Sud. I volumi bassi di fine anno e la partecipazione limitata hanno mantenuto gli investitori cauti, anche se l’aspettativa di una politica monetaria più accomodante da parte della Fed nel 2026 continua a sostenere il sentiment.
Gli indici di Wall Street hanno chiuso la seduta di venerdì 26 dicembre leggermente in ribasso. I futures sugli indici azionari statunitensi scambiano poco sotto la parità (-0,03% quello sul Dow Jones e -0,05% quello sull’S&P500).
L’indice Kospi della Corea del Sud si è distinto con un +1,82% (+75% quest'anno, il migliore a livello mondiale) grazie al rally dei titoli tecnologici, in particolare dei produttori di chip. SK Hynix è balzato del 6,68%, la chiusura più alta dal 1999, dopo che la Borsa coreana ha ripristinato la possibilità di andare a leva sull’azione.
Ryu Young Ho, analista di NH Investment & Securities, ha aumentato il target price sul titolo da 860.000 a 880.000 won, ritenendo che la valutazione resti ancora conveniente. L’esperto ha anche rivisto al rialzo le stime sugli utili del quarto trimestre, grazie all’incremento dei prezzi delle memorie superiori alle attese.
Bene pure il produttore di chip Samsung Electronics, cresciuto dell'1,79% raggiungendo un nuovo massimo storico. «Le esportazioni della Corea del Sud di dicembre, che saranno pubblicate giovedì 1° gennaio, probabilmente registreranno una crescita trainata dai semiconduttori, il che potrebbe alimentare un rally di inizio anno», ha dichiarato Han Ji-young, analista di Kiwoom Securities.
Altrove, l’indice Nikkei giapponese ha ceduto lo 0,62%, mentre l’indice più ampio Topix è rimasto fermo. Il board della Banca del Giappone ha dibattuto della necessità di continuare ad alzare i tassi di interesse anche dopo la mossa di dicembre che ha portato il tasso di riferimento allo 0,75%, il massimo da 30 anni, con uno dei membri del consiglio della BoJ che ha chiesto aumenti a «intervalli di pochi mesi», secondo quanto è emerso dalle minute della riunione di politica monetaria del 18-19 dicembre.
In Cina l’indice Shanghai Composite è sceso dello 0,14%, mentre lo Straits Times Index di Singapore ha guadagnato solo lo 0,13%. La Turchia ha imposto una misura antidumping del 3,95% su alcuni prodotti siderurgici cinesi, secondo un decreto pubblicato sabato 27 dicembre.
La decisione è arrivata dopo che la Turchia ha stabilito che le importazioni di acciaio inossidabile laminato a freddo dalla Cina stanno danneggiando la produzione locale. Invece, ha deciso di non imporre misure antidumping sui prodotti provenienti dall’Indonesia. «Vediamo questa decisione come il primo passo nell’attuazione di misure che salveranno il settore da perdite significative e crediamo che ne seguiranno altre», ha dichiarato il ceo del produttore siderurgico turco, Kibar Holding, Haluk Kayabasi.
Nel frattempo, la Cina nel fine settimana ha approvato alcune modifiche a una legge per rafforzare la capacità di Pechino nella guerra commerciale, limitare le esportazioni, per esempio, di minerali strategici e aprire ulteriormente la sua economia da 19.000 miliardi di dollari. La revisione si concentra su aree quali il commercio digitale, insieme a disposizioni in materia di proprietà intellettuale.
Dal lato macro, gli utili industriali in Cina a novembre sono scesi al ritmo più rapido da oltre un anno (-13,1% tendenziale da -5,5% di ottobre), con la debolezza della domanda interna che ha messo in ombra la resilienza dell'export, secondo i dati diffusi nel fine settimana.
Aumenta, inoltre, la tensione tra la Cina e Taiwan. Infatti, Pechino ha avviato esercitazioni militari con armi da fuoco attorno all’isola, una mossa arrivata dopo che gli Stati Uniti hanno annunciato uno dei più grandi pacchetti di forniture militari mai concessi alla roccaforte taiwanese fino a 11 miliardi di dollari.
Le esercitazioni, iniziate il 29 dicembre, coinvolgono esercito, marina, aeronautica e forza missilistica. Le manovre, denominate «Justice Mission-2025», serviranno a «testare la reale capacità di combattimento delle truppe in operazioni congiunte. Si tratta di un severo avvertimento alle forze separatiste per l’indipendenza di Taiwan ed è un’azione legittima e necessaria per salvaguardare la sovranità e l’unità nazionale della Cina», ha dichiarato il colonnello Shi Yi.
L’esercito popolare di liberazione cinese ha aggiunto che martedì 30 dicembre, dalle 8 alle 18, si terranno esercitazioni in cinque aree attorno a Taiwan e ha avvertito che «qualsiasi nave o aereo è invitato a non entrare» nella zona. Le autorità marittime cinesi hanno indicato altre due vaste aree in cui l’esercito «organizzerà lanci con munizioni vere». Alcune di queste zone si trovano nello Stretto di Taiwan, una delle rotte marittime più trafficate al mondo.
Il ministero della Difesa di Taipei ha criticato la Cina per «azioni provocatorie irrazionali». Comunque gli investitori a Taiwan hanno minimizzato questo tipo di attività militari. L’indice Taiex è salito dello 0,89% a 28.810 punti, nuovo massimo storico grazie ai titoli dei produttori di chip avanzati e della difesa.
Si tratta delle prime grandi esercitazioni al largo di Taiwan da aprile. E arrivano a soli due mesi dall’inizio della tregua annuale raggiunta con gli Stati Uniti nella disputa commerciale. Secondo Dylan Loh, professore associato alla Nanyang Technological University, è improbabile che le esercitazioni compromettano l’accordo e l’esercito popolare di liberazione cinese probabilmente eviterà mosse che possano provocare una reazione americana. Nel 2022 lanciò missili direttamente sopra l’isola di Taiwan in risposta alla visita a Taipei dell’allora speaker della Camera Usa, Nancy Pelosi.
Sotto tono anche l’indice Hang Seng di Hong Kong che ha perso lo 0,29% come l’indice indiano Nifty 50 (-0,25%) e l’Asx 200 (-0,42)%. (riproduzione riservata)