Apparecchi acustici, un mercato che fa gola a molti: da Luxottica ad Amplifon e Sonova, ecco chi si posiziona meglio
Apparecchi acustici, un mercato che fa gola a molti: da Luxottica ad Amplifon e Sonova, ecco chi si posiziona meglio
Un report di Morgan Stanley stima che il mercato crescerà del 6% nel 2025 e supererà i 14 miliardi di dollari nel 2026. Tra le aziende del settore gli analisti puntano su Amplifon 

di di Sara Bichicchi 17/01/2025 20:30

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Entro il 2050 una persona su quattro nel mondo avrà problemi di udito. Facendo un calcolo grossolano, si parla di oltre 2,4 miliardi di individui se, come prevede l’Onu, la popolazione globale arriverà a 9,7 miliardi quell’anno. Una platea enorme che rende evidentemente attraente il mercato degli apparecchi acustici anche per chi finora ha fatto tutt’altro, come EssilorLuxottica. La società dei Del Vecchio è pronta a portare in Italia i Nuance Audio, gli occhiali acustici lanciati un anno fa proprio per entrare in questo business. Essilux a parte, il comparto poggia su un gruppo ristretto di produttori e su una pluralità di rivenditori retail. In quest’ultima categoria il leader è l’italiana Amplifon, con una quota di mercato del 13%.

Un mercato multi miliardario

Le stime sul settore variano, ma gli analisti sono concordi nel dire che il trend nei prossimi anni sarà di crescita. L’edizione 2025 dell’Hearing aid market report di Cognitive Market Research, ad esempio, prevede che il mercato possa arrivare a 18 miliardi di dollari nel 2030, con una crescita media annua del 9,1%. Un’analisi di Morgan Stanley Research invece stima che le vendite - intorno ai 12 miliardi nel 2023 - crescano del 6% nel 2025 e superino i 14 miliardi il prossimo anno. Il distretto dovrebbe beneficiare, oltre che dell’invecchiamento della popolazione mondiale, di alcuni fattori che potrebbero sostenere la spesa per apparecchi acustici. Tra questi la presentazione di nuovi prodotti e la possibile introduzione di incentivi all’acquisto in alcuni paesi, come il Regno Unito.

Le carte di Amplifon

In questo contesto gli esperti di Morgan Stanley credono che Amplifon sia - tra le società quotate del comparto - quella posizionata meglio. «Il suo storico di crescita organica è impressionante, con una media di circa il 7% nell’ultimo decennio», riepiloga la banca d’investimento. «Questo risultato è stato integrato da un livello salutare di m&a (+5% in media in dieci anni) guidato dalle Americhe, dove il contributo delle acquisizioni ha rappresentato il 9% delle vendite tra il 2019 e il 2023». In più, geograficamente Amplifon può contare su un mix favorevole.

La società italiana realizza circa due terzi delle vendite nell’area Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) ed è meno legata di altri player alle Americhe (19% dei ricavi contro il 37% di Sonova e Gn). Al contrario, Amplifon è più esposta verso la Francia (13%) rispetto a Sonova e Gn, che realizzano nel Paese appena il 5% e il 3% del fatturato rispettivamente, ma anche a Demant (10%). Tutti elementi che per Morgan Stanley potrebbero avvantaggiare Amplifon nel 2025. Se ad esempio il presidente degli Stati Uniti Donald Trump dovesse introdurre dazi sugli apparecchi prodotti in Cina e poi importati negli Usa, Amplifon sarebbe meno colpita.

Il radicamento in Francia invece potrebbe avere un risvolto positivo: a quattro anni dall’avvio del programma di rimborso integrale degli apparecchi acustici, introdotto da Parigi nel 2021, è in scadenza il primo ciclo di garanzia, il che potrebbe incentivare la sostituzione di diversi prodotti. «Amplifon e Demant dovrebbero essere i maggiori beneficiari» di questa dinamica, sostiene Morgan Stanley, «con una crescita stimata tra il 10% e il 20% in Francia».

I competitor

Oltre ad Amplifon Morgan Stanley passa ai raggi X performance, prospettive e multipli di altre aziende del settore, a partire dalla svizzera Sonova e dalle danesi Demant e Gn, che si spartiscono il mercato non retail. Il primo produttore è Sonova con una quota di mercato di circa il 32%. La multinazionale di Zurigo è, assieme alla connazionale Gn, la più esposta alle Americhe. In più, gli analisti di Morgan Stanley trovano la valutazione del titolo poco attraente: Sonova, si legge nello studio, scambia con un rapporto price/earning (p/e) pari a 28 (stime 2024) e risulta «costosa» rispetto alla media storica (venerdì 17 le azioni hanno chiuso a 303,7 franchi). I titoli più convenienti invece sono Amplifon e Demant con un p/e rispettivamente di 25,5 e 20,6.

Nel complesso comunque «la valutazione del settore degli apparecchi acustici si trova al di sotto della media di lungo termine», conclude la banca d’affari, «e anche la valutazione delle aziende rispetto al medtech europeo si colloca al di sotto della media storica». Lo spazio per crescere dunque c’è. (riproduzione riservata)