???L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha imposto a Meta (-0,20% nell’after hours) la sospensione immediata delle condizioni contrattuali che di fatto escludono i chatbot di intelligenza artificiale concorrenti da WhatsApp. La decisione arriva al termine del procedimento cautelare avviato nell’ambito dell’istruttoria per presunto abuso di posizione dominante, aperta a luglio 2025.
Nel dettaglio, l’Antitrust contesta a Meta Platforms Inc (Meta Platforms Ireland Limited, WhatsApp Ireland Limited e Facebook Italy S.r.l.) l’integrazione del servizio Meta AI all’interno dell’app di messaggistica WhatsApp in una posizione di particolare preminenza rispetto ai servizi rivali, in possibile violazione dell’articolo 102 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea.
L’indagine è stata ampliata il 25 novembre scorso, con l’avvio di un sub-procedimento cautelare, per includere anche le nuove clausole contenute nei WhatsApp Business Solution Terms, introdotte il 15 ottobre 2025 e destinate a entrare pienamente in vigore entro il 15 gennaio 2026. Secondo l’Autorità, tali condizioni avrebbero l’effetto di escludere completamente dalla piattaforma WhatsApp le imprese concorrenti di Meta AI nel mercato dei servizi di chatbot basati su intelligenza artificiale.
Dopo l’esame delle memorie difensive e l’audizione delle parti, l’Agcm ha ritenuto sussistenti i requisiti per l’adozione della misura cautelare ex articolo 14-bis della legge n. 287/1990. In particolare, la condotta di Meta viene giudicata potenzialmente abusiva perché idonea a limitare lo sviluppo tecnico, la produzione e gli sbocchi nel mercato dei servizi di chatbot AI, con un danno diretto per i consumatori.
Secondo l’Autorità, inoltre, il comportamento contestato potrebbe causare un danno grave e irreparabile alle dinamiche competitive, compromettendo la contendibilità del mercato durante il tempo necessario alla conclusione dell’istruttoria di merito. Per questo motivo, l’Agcm ha ordinato a Meta di sospendere immediatamente l’applicazione delle clausole contrattuali dei WhatsApp Business Solution Terms, così da garantire l’accesso alla piattaforma anche ai chatbot di intelligenza artificiale concorrenti di Meta AI.
L’Autorità italiana ha infine reso noto di essere in coordinamento con la Commissione europea, con l’obiettivo di assicurare un intervento efficace e coerente a livello Ue su una vicenda che tocca uno dei nodi centrali della concorrenza nei mercati digitali e dell’intelligenza artificiale.
«La decisione dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato è infondata», si legge in una nota diffusa da un portavoce di Meta. L«’emergere di chatbot di intelligenza artificiale sulle nostre Business Api ha messo sotto pressione i nostri sistemi, che non erano stati progettati per supportare questo tipo di utilizzo. L’Autorità italiana parte dal presupposto che WhatsApp sia, in qualche modo, un app store di fatto. I canali di accesso al mercato per le aziende di IA sono gli app store, i loro siti web e le partnership di settore, non la piattaforma WhatsApp Business. Faremo ricorso». (riproduzione riservata)