Tim sale in borsa con il risiko delle tlc europee, perché gli analisti credono nell’azione italiana
Tim sale in borsa con il risiko delle tlc europee, perché gli analisti credono nell’azione italiana
Bouygues, Iliad e Orange presentano un’offerta da 17 miliardi per Altice France, immediatamente respinta dalla società. Ma il mercato scommette sul consolidamento delle tlc e premia Tim a Piazza Affari

di Andrea Boeris 15/10/2025 11:31

Ftse Mib
43.767,28 17.40.00

-0,52%

Dax 30
23.590,52 23.30.16

-1,20%

Dow Jones
46.590,24 1.07.45

-1,18%

Nasdaq
22.708,07 23.30.00

-0,84%

Euro/Dollaro
1,1588 1.06.51

-0,09%

Spread
74,03 17.30.05

-0,80

Tim si mette in evidenza a Piazza Affari, spinta dall’effetto domino del risiko delle telecomunicazioni in Europa. Il titolo del gruppo guidato da Pietro Labriola nella seduta di mercoledì 15 sale fino del 4,8% a 0,5 euro, sostenuto dalle scommesse del mercato su nuove operazioni di consolidamento nel settore dopo la maxi offerta presentata in Francia per gli asset di Altice.

L’offerta da 17 miliardi per Altice France

Nella serata di martedì 14 Bouygues Telecom, Iliad (gruppo Free) e Orange hanno annunciato di aver presentato un’offerta congiunta non vincolante da 17 miliardi di euro per acquisire la maggior parte delle attività francesi di Altice, controllante dell’operatore SFR. L’operazione - che esclude le partecipazioni in Intelcia, UltraEdge, Xp Fibre, Altice Technical Services e le attività nei territori d’oltremare - valorizza Altice France oltre 21 miliardi di euro. Un’offerta che, riferisce l’Afp, Altice ha «immediatamente respinto», stando a quanto ha scritto il ceo della società, Arthur Dreyfuss, in un messaggio inviato ai dipendenti.

L’obiettivo dichiarato è ridurre da quattro a tre gli operatori infrastrutturati sul mercato francese, favorendo una maggiore efficienza industriale e un riequilibrio competitivo in un settore da anni caratterizzato da margini compressi e investimenti ingenti in rete e 5G.

Come sarebbe ripartito il gruppo

Secondo quanto comunicato dalle tre società, la divisione degli asset è già stata delineata: il business B2B (servizi alle imprese) verrebbe rilevato in gran parte da Bouygues Telecom e dal gruppo iliad; i servizi ai clienti privati sarebbero condivisi tra tutti e tre gli offerenti; infrastrutture e frequenze sarebbero divise proporzionalmente tra i partner, fatta eccezione per la rete mobile di SFR nelle aree rurali, che finirebbe nelle mani di Bouygues.

Il contributo economico all’offerta vedrebbe Bouygues coprire il 43% del valore complessivo, iliad il 30% e Orange il 27%.

Effetti attesi su Tim e sul mercato italiano

A Milano l’effetto contagio si è fatto sentire subito. Gli investitori scommettono che un via libera europeo al deal francese possa spianare la strada a un consolidamento anche nel mercato italiano, dove da tempo si parla di possibili operazioni di integrazione tra operatori.

Gli analisti di Mediobanca sottolineano che «sono in corso trattative per operazioni di m&a in diversi Paesi dell’Europa meridionale - Francia, Italia e Spagna - e un accordo in Francia potrebbe agevolare il percorso di consolidamento nei Paesi limitrofi, grazie anche a un atteggiamento più favorevole delle autorità Ue».

Anche Intermonte ritiene che le ricadute siano «positive per Tim e per l’intero mercato italiano delle tlc», che da tempo attende un contesto regolatorio più stabile e favorevole all’integrazione. (riproduzione riservata)