Nexi centra le attese nel terzo trimestre, ma cade in borsa sulla guidance 2025: margini a rischio. La paytech italiana ha archiviato i primi nove mesi del 2025 con ricavi pari a 2,642 miliardi di euro, in crescita del 2,8% rispetto allo stesso periodo del 2024. Nel solo terzo trimestre hanno raggiunto quota 927,3 milioni, in crescita dell'1,8% rispetto al terzo trimestre dello scorso esercizio e pressoché in linea con la stima del consenso Bloomberg a 930,5 milioni. La crescita dei ricavi underlying (escludendo la perdita ormai nota di alcuni clienti bancari in Italia a seguito di operazioni di m&a) è stata pari a +6% in entrambi i periodi.
In nove mesi l’ebitda della società guidata da Paolo Bertoluzzo è migliorato del 3,5% a 1,395 miliardi con un ebitda margin pari al 52,8% (+35 punti base). Ma nel terzo trimestre la crescita dell’ebitda si è limitata a un +0,9% a 526,4 milioni, a ridosso della stima del consenso a 529,1 milioni, con un ebitda margin in calo al 56,8%, -54 punti base per effetto del mix dei ricavi e del phasing di alcuni costi operativi. -40 punti base rispetto al consenso al 57,2%, di riflesso anche a una base di confronto sfidante e al contesto macro debole.
L’indebitamento finanziario netto è sceso a 5,040 miliardi (5,097 miliardi del primo semestre del 2025), riflettendo una forte generazione di cassa nel periodo, con un rapporto debito netto/ebitda a 2,6 volte. A settembre, Nexi ha concluso il programma di buyback, acquistando 58,6 milioni di azioni (pari al 4,77% del capitale sociale), per un controvalore complessivo di 299 milioni di euro, a un prezzo medio di 5,1 euro.
A livello si singole divisioni, Merchant Solutions, che rappresenta il 57% dei ricavi del gruppo, ha registrato in nove mesi un giro d’affari pari a 1,516 miliardi, +2,7%, con 14.942 milioni di transazioni gestite (+4,8%) per un valore pari a 621,1 miliardi (+1%). Nel terzo trimestre la crescita dei ricavi è stata più modesta: +0,6% a 537,2 milioni (544,2 milioni la stima del consenso) a causa del mix sfavorevole dei volumi e del pricing nell'e-commerce in Polonia, mentre i ricavi in Germania sono cresciuti a doppia cifra rispetto all’anno precedente.
Bene Issuing Solutions (32% dei ricavi del gruppo) con una crescita dei ricavi in nove mesi del 4,2% a 851,6 milioni e 16.199 milioni di transazioni gestite (+8,9%) per un valore di 697,3 miliardi (+6,1%) grazie alla performance degli International Schemes. 296,8 milioni di ricavi (+6,6%; 287,9 milioni la stima del consenso) solo nel terzo trimestre, grazie ad alcuni effetti di phasing, per cui si prevede un’inversione nel quarto trimestre del 2025.
Non è stata al passo l’area Digital Banking Solutions (10% dei ricavi del gruppo) che ha evidenziato ricavi in calo sia nei primi nove mesi a 274,4 milioni (-0,7%) sia nel terzo trimestre a 93,2 milioni (-4,8%; 98,5 milioni la stima del consenso). Nexi ha previsto che la crescita dei ricavi tornerà positiva nel quarto trimestre e nell’intero esercizio 2025.
Come nelle attese degli analisti, Nexi ha confermato i target 2025: crescita dei ricavi low-to-mid-single digit anno su anno, influenzata da impatti eccezionalmente elevati relativi alla vendita dei business di acquiring da parte di alcune banche e a rinegoziazioni di contratti rilevanti in termini di size.
Al netto di tali impatti, la crescita underlying dei ricavi è prevista in accelerazione anno su anno; ebitda margin in miglioramento di almeno 50 punti base, ma ha avvertito che «molto dipenderà dal mix dei volumi e dei ricavi nel quarto trimestre», e generazione di cassa in eccesso di almeno 800 milioni. Attualmente il consenso prevede una crescita dei ricavi del 2,6%, un margine ebitda al 53,5% e una generazione di cassa extra di 804 milioni.
Sul fronte m&A Nexi non ha più alcun impegno o obbligo di acquistare la divisione di pagamenti retail della spagnola Sabadell, ma rimane disponibile a discutere un possibile deal in futuro a condizioni diverse, ha spiegato il ceo Bertoluzzo, il 5 novembre durante la call con gli analisti. Sabadell aveva rinviato il completamento della vendita dopo essere diventata oggetto di un’opa ostile da parte di Bbva, tentativo poi fallito a ottobre. «Non abbiamo più alcun impegno reciproco, perché si trattava di un vecchio accordo concluso in condizioni di mercato diverse. Non c'è più alcun obbligo tra le due parti», ha detto l’ad.
Detto questo, Nexi è ancora interessata a fare qualcosa con Sabadell, ma a «condizioni completamente nuove», ha aggiunto. A febbraio del 2023, Sabadell aveva accettato di vendere la sua controllata Paycomet a Nexi per un valore fino a 350 milioni di euro. In una prima fase, Nexi avrebbe dovuto acquistare l’80% di Paycomet per 280 milioni, mentre la banca spagnola avrebbe mantenuto una quota del 20% per almeno tre anni. L’accordo prevedeva anche una partnership di 10 anni con la società italiana.
A detta di Jefferies per raggiungere la guidance, Nexi dovrà aumentare i ricavi nel quarto trimestre dell’11% a 906-1.047 milioni (consenso a 962 milioni) rispetto alla crescita del +2% del terzo, mentre il margine ebitda dovrà espandersi di 50-80 punti base per raggiungere 490-579 milioni, pari a un margine del 54-55,3% (consenso: 528 milioni/54,9%).
Per Barclays Nexi ha riportato risultati «deboli» nel terzo trimestre, guidati da una performance fiacca nel segmento Merchant Solutions, cresciuto meno dell'1%, ma sostenuti dall’Issuing Solutions con alcuni effetti di phasing che, però, dovrebbero invertirsi nel quarto trimestre.
«Ciò ha contribuito a una delusione dell’1% sull’ebitda margin, previsto, comunque, in aumento di oltre 50 punti base a fine 2025, sebbene soggetto al mix dei volumi e dei ricavi nel quarto trimestre, quindi più impegnativo da raggiungere», spiega Barclays, confermando il rating underweight e il target price a 4,10 euro sull’azione.
Pure l’ufficio studi di Intesa Sanpaolo (rating neutral e target price a 5,2 euro) si sofferma sull’outlook: Nexi ha lanciato un warning soft sulla guidance a livello di margine per il 2025, che tuttavia è stata complessivamente confermata. In ogni caso, «la crescita sottostante di Nexi rimane solida in un contesto sfidante. Le nostre proiezioni al 2025 sono sostanzialmente allineate alla guidance della società, implicando nel quarto trimestre un aumento dei ricavi del 2,6% e un +20 punti base per il margine ebitda adjusted. Il consenso è più aggressivo, con un +80 punti base nel quarto, anche se le differenze sono minime in termini assoluti».
Ma l’incertezza sulla guidance 2025 del margine ebitda «peserà sulla performance odierna del titolo», avverte Mediobanca Research (rating neutral e target price a 7,50 euro).
Più ottimista Banca Akros (buy e target price a 6 euro): «i ricavi e l’ebitda risultano sostanzialmente in linea con le nostre aspettative e quelle del consenso. La guidance è stata confermata, anche se stimiamo che ciò implichi, in particolare sulla redditività, un’espansione del margine ebitda di +75 punti base nel quarto trimestre, il che», precisa la banca d’affari, «richiede azioni specifiche sui costi».
Le stime attuali di Equita vedono per fine esercizio una crescita del 3% dei ricavi e del 4% dell’ebitda adjusted con un quarto trimestre implicito in leggera accelerazione rispetto al terzo. Atteso anche un free cash flow di 809 milioni che aumenta la visibilità sui dividendi.
Nexi ha anche annunciato che il Capital Markets Day si terrà il 5 marzo del 2026. Jefferies è restricted sul titolo (-7,91% a 4,111 euro in chiusura a Piazza Affari il 5 novembre; -17% da inizio anno e -10% nell’ultimo mese), invece Equita ha un rating buy e un target price a 8,50 euro. Attualmente il consenso Bloomberg vede 11 raccomandazioni d’acquisto (buy) sull’azione, 7 hold e 2 sell con un target price medio a 6,39 euro. (riproduzione riservata)