Mercati controvento: rally globale nonostante dazi, guerre e dollaro debole
Mercati controvento: rally globale nonostante dazi, guerre e dollaro debole
Il primo semestre del 2025 si chiude con massimi storici per gli indici Usa e forti rialzi in Europa. Analisti divisi tra chi vede un errore di valutazione e chi intravede un nuovo ordine economico globale

di Jole Saggese 04/07/2025 20:15

Ftse Mib
39.914,25 17.40.00

+0,74%

Dax 30
24.073,67 23.30.16

+1,20%

Dow Jones
44.406,36 23.59.15

-0,94%

Nasdaq
20.412,52 23.30.00

-0,92%

Euro/Dollaro
1,1722 0.24.41

-0,10%

Spread
91,07 17.29.52

+0,71

S&P 500 e Nasdaq sui massimi storici, indici azionari europei cresciuti a doppia cifra, nonostante dazi, guerre e incertezze geopolitiche. Il primo semestre del 2025 si chiude con un risultato che smentisce le attese di molti analisti, soprattutto dopo il 2 aprile, data in cui il presidente americano Donald Trump ha annunciato una nuova ondata di dazi. In molti, allora, avevano previsto la fine del rally azionario. Ma così non è stato. Errore di valutazione o scenario soltanto rinviato? A tracciare un bilancio di metà anno, nella trasmissione Missione Risparmio su Class CNBC, sono stati Emanuele Bellingeri (Ubs Asset Management), Alessandro Fugnoli (Kairos) e Carlo De Luca (Gamma Capital Markets).

Domanda. Come si legge il bilancio dei primi sei mesi dell’anno sui mercati?

Bellingeri. C'è un detto che dice: «per decenni non succede nulla, poi in poche settimane succede tutto». È ciò che è accaduto dal 2 aprile ad oggi. Dopo vent’anni di dinamiche moderate, abbiamo assistito in sei mesi a uno sconvolgimento dell’ordine mondiale: dai dazi americani al riarmo dell’Europa, fino all’escalation tra Israele e Iran. Prima si acquistavano asset Usa sull’onda dell’eccezionalismo americano, poi c’è stato un brusco sell-off. Ma dopo una fase di relativa calma, i mercati hanno recuperato con forza, toccando nuovi massimi.

Fugnoli. È andato in scena lo scenario delineato a novembre da Stephen Miran, consigliere economico di Trump: un nuovo ordine economico internazionale, con dollaro più debole e uso strategico del commercio. Non è solo questione di dazi. C’è un disegno globale, e molti Paesi Nato stanno aumentando le spese militari, mentre continua la svalutazione del dollaro. Non siamo alla fine dell’eccezionalismo americano, ma al suo ridimensionamento.

De Luca. Sono saltate tutte le correlazioni storiche. Per vent’anni, euro-dollaro e borse erano positivamente correlati: un paracadute nei momenti di tensione. Oggi si muovono in modo opposto: nella correzione post-dazi sono scesi insieme dollaro e mercati. E un altro segnale preoccupante è che solo 22 titoli hanno contribuito ai record dell’S&P 500: una concentrazione che non si vedeva da oltre 35 anni.

D. Dall’ordine mondiale al nuovo ordine del portafoglio: come orientarsi negli investimenti?

Bellingeri. Serve un approccio attivo. Le correlazioni storiche non funzionano più, quindi bisogna essere flessibili e veloci nel riposizionare i portafogli. È utile introdurre asset class non tradizionali, come le materie prime, magari metalli preziosi o mercati privati, meno sensibili all’andamento dei listini.

Fugnoli. Una ridefinizione dell’eccezionalismo coinvolge il mercato azionario, non il dollaro. Il decoupling tra dollaro e borse è fondamentale. Un tempo si comprava dollaro per investire in titoli Usa. Oggi i percorsi sono separati. Ad aprile si è temuta una recessione da dazi, ma così non è stato. Nei prossimi mesi arriverà anche il nuovo presidente della Fed, forse già prima di maggio 2026, e completerà il disegno. La parte fiscale è già espansiva, manca solo quella monetaria.

De Luca. La lezione più importante riguarda la selezione geografica. Le Borse europee sono salite, ma restano sottovalutate. Il Dax è giustificato dalla crescita attesa degli utili, ma il resto dell’Europa ha multipli bassi senza la stessa crescita. Negli Usa, i multipli sono più alti ma con crescita forte; in Cina e Germania, multipli bassi ma crescita attesa alta. Le vecchie regole su Paesi growth e value non valgono più: oggi i Paesi «value» potrebbero sovraperformare quelli «growth».

D. Mercati ai massimi, dollaro debole e treasury volatili: dove sono le opportunità nei prossimi mesi?

Fugnoli. Difficile parlare di grandi opportunità: i mercati sono già ben impostati e in parte sopravvalutati. Anche sul fronte obbligazionario è improbabile vedere rally importanti, vista l’entità dei disavanzi pubblici. L’unica sorpresa positiva potrebbe venire dalle materie prime.

Bellingeri. I mercati sono già impostati. Con la debolezza del dollaro magari sull’azionario potrebbero beneficiarne alcuni paesi emergenti, tra cui anche la Cina e poi nei mesi successivi l’Europa. Il quadro non cambia molto rispetto a quanto già visto: è un’evoluzione coerente.

De Luca. Le vere opportunità oggi arrivano dai flussi, più che dal contesto macro. Una politica monetaria più espansiva, unita a quella fiscale, potrebbe spingere nuovi investimenti in Borsa. Se l’inflazione restasse sotto controllo, potremmo addirittura vedere un taglio dei tassi da parte della Fed già entro fine luglio. E questo sarebbe un ulteriore boost per i mercati.(riproduzione riservata)