Manovra, FI propone la tassa sull’oro per eliminare la batosta sui dividendi. La Lega chiede più soldi a banche e assicurazioni
Manovra, FI propone la tassa sull’oro per eliminare la batosta sui dividendi. La Lega chiede più soldi a banche e assicurazioni
Gli azzurri presentano un emendamento per eliminare la doppia tassazione sui dividendi societari, ma anche l’aumento della cedolare secca al 26% per gli affitti brevi sulla prima casa

di Silvia Valente  14/11/2025 16:00

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Come anticipato da MF-Milano Finanza, Forza Italia ha presentato un emendamento alla manovra per sopprimere la batosta sui dividendi delle holding facendo ricorso a una sorta di condono fiscale sull’oro da investimento degli italiani. La proposta porta la firma dei senatori azzurri Maurizio Gasparri, Adriano Paroli e Roberto Rosso.

Il partito guidato da Antonio Tajani da subito ha levato gli scudi contro la modifica del regime sui dividendi societari che farebbe aumentare la pressione fiscale sui dividendi delle imprese con partecipazioni societarie inferiori al 10% dall’1,2 al 24%. Questo perché, ha spiegato a MF-Milano Finanza, il responsabile economico di FI, Maurizio Casasco, l’articolo 18 del ddl Bilancio «impone una doppia tassazione alle imprese e rompe il tetto massimo imponibile fissato al 44%, toccando quota 57,23% per singola partecipazione». Con il rischio di fuga all’estero delle imprese.

Per eliminare questa novità Forza Italia propone una tassa a sconto del 13% per chi decida di iniziare la procedura di rivalutazione dell’oro «allo stato grezzo o monetato». Attualmente l’assenza di documenti di acquisto comporta, in sede di cessione, l’applicazione di un’aliquota del 26% sull’intero valore dell’oro ceduto, anziché sulla sola plusvalenza, e ciò anche in assenza di intento speculativo.

La proposta degli azzurri sarebbe leggermente superiore a quella della Lega, che a quanto risulta a MF-Milano Finanza, punta a un’aliquota agevolata del 12,5%. Pari a quella fissata per i titoli di Stato.

Sempre in materia di imprese, Forza Italia ha depositato vari emendamenti che puntano ad abrogare o circoscrivere lo stop alla compensazione di crediti fiscali, l’articolo 26 della manovra: si va da quelli che prevedono l'abrogazione totale del divieto di compensazione a quelli che escludono i crediti maturati a fronte di investimenti produttivi, di ricerca e sviluppo o di transizione ecologica e digitale; passando per l’ipotesi di escludere dallo stop i crediti derivanti da incentivi al settore cinematografico. Le proposte di modifica sono firmate dai senatori azzurri Adriano Paroli, Roberto Rosso e Maurizio Gasparri. 

Stop aumento della cedolare secca per gli affitti brevi

Inoltre FI, con due emendamenti a firma del senatore Rosso, mira a intervenire sulla cedolare secca al 26% sugli affitti brevi, anche della prima casa, prevista in manovra se i proprietari degli immobili si affidano a intermediari o piattaforme online.

Da un lato, sopprimendo l'aumento della tassazione sugli affitti brevi sulla prima casa, dall'altro agevolando le locazioni ad uso abitativo. Nello specifico, un emendamento chiede di cassare la norma che prevede l'aumento della cedolare secca dal 21 al 26% sugli affitti brevi per singola unità immobiliare e secondo quanto si legge nella bozza dell'emendamento in circolazione, «agli oneri derivanti dalla presente disposizione, pari a 138,3 milioni di euro per l’anno 2027 e 102,4 milioni di euro dal 2028, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica». Nel caso però vengano locati due immobili per affitti brevi, per entrambi l'aliquota applicata resta al 26%. Il secondo emendamento chiede invece di tagliare la cedolare secca sugli affitti lunghi al 16%.

E ancora, Rosso ha siglato la proposta di introdurre la cedolare secca al 21% per gli affitti degli immobili destinati ad attività commerciali fino a 600 metri quadrati. 

Più Irap per banche e assicurazioni

Tornando poi alla Lega, il partito guidato da Matteo Salvini propone di aumentare di 4 punti, e non di 2 come previsto dall'articolo 21 della manovra, l'Irap a banche e assicurazioni, per aumentare di 1 miliardo i fondi delle forze dell'ordine. Con la modifica firmata dai senatori Marco Dreosto ed Elena Testor l’Irap salirebbe all’8,65% per le banche e al 9,90% per le assicurazioni.

Portano la stessa doppia firma gli emendamenti leghisti che vogliono che l’Italia ceda le sue quote del Meccanismo europeo di Stabilità (il famoso Mes) per liberare così 15 miliardi, da destinare in tre rate uguali da 5 miliardi nei prossimi tre anni all'incremento del fondo sanitario nazionale o al fondo per la riduzione della pressione fiscale.(riproduzione riservata)