Il ministro della Difesa Boris Pistorius ha annunciato nel corso di una riunione Nato a Bruxelles che Berlino intende investire 10 miliardi di euro (circa 11,6 miliardi di dollari) nei prossimi anni per potenziare la propria flotta di droni militari, con l’obiettivo di rafforzare la protezione dello spazio aereo europeo e della Nato di fronte alla crescente minaccia rappresentata dalla Russia.
Pistorius ha accolto con favore il piano di difesa con droni presentato dal segretario generale della Nato Mark Rutte, citando le recenti incursioni nello spazio aereo di Paesi come Polonia ed Estonia. «La Germania offrirà naturalmente un contributo visibile in questo ambito, e, soprattutto, vogliamo garantire che le molteplici misure si integrino perfettamente, come ingranaggi di uno stesso meccanismo», ha dichiarato il ministro della Difesa ai giornalisti a Bruxelles, secondo quanto riporta l’agenzia Bloomberg.
Pistorius ha inoltre spiegato che gli acquisti riguarderanno droni di ogni tipo e altitudine, comprendendo sia mezzi difensivi sia d’attacco. Il ministro ha anche sottolineato che la Germania è pronta ad assumere la guida del progetto per uno scudo europeo di difesa aerea, una delle iniziative di punta che la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen - ex ministra della Difesa tedesca - presenterà nel corso della giornata.
«Vogliamo garantire in particolare che le numerose misure individuali si integrino tra loro come ingranaggi», ha affermato Pistorius, che poi ha annunciato il dispiegamento di due Eurofighter dal dicembre a marzo 2026 nella base militare polacca di Malbork. «Contribuiremo a proteggere il fianco orientale con voli di pattugliamento», ha detto il ministro, «ci renderà anche più attivi, visibili e presenti al confine orientale dell'Alleanza».
Tra i titoli che potrebbero beneficiare dell’annuncio tedesco spiccano Leonardo, Rheinmetall, Thales, Bae Systems e Airbus, tutti attivi nella produzione di droni, radar e sistemi di difesa aerea. Le azioni del comparto della difesa europeo reagiscono spesso positivamente agli aumenti di spesa militare, poiché tali investimenti generano nuovi contratti pubblici e rafforzano le prospettive di utili futuri.
Leonardo - che nonostante perda l’1,34% alle 14:15 ora italiana, è rimbalzata dello 0,5% dopo la notizia - potrebbe trarne vantaggio grazie alla sua esperienza nei droni e nei sistemi elettronici militari, oltre alla sua partecipazione a programmi Nato ed europei.
Rheinmetall (-2,17%) e Thales (-1,3%), come evidenzia Defense News, sono leader nei sistemi di difesa terrestre e aerea e si trovano in posizione privilegiata per fornire componenti chiave ai nuovi programmi.
In ultima analisi, Airbus (+0,4%) e Bae Systems (-1,1%), coinvolte in progetti congiunti Ue-Nato, potrebbero beneficiare delle economie di scala derivanti da un mercato della difesa europeo più integrato.(riproduzione riservata)