La diretta da Wall Street | Borse Usa chiudono in rosso: Dow Jones -0,74%, Nasdaq -0,03% e S&P 500 -0,37%
La diretta da Wall Street | Borse Usa chiudono in rosso: Dow Jones -0,74%, Nasdaq -0,03% e S&P 500 -0,37%
Dopo una telefonata con Trump, il presidente messicano Sheinbaum annuncia che le tariffe sui beni messicani non aumenteranno. I due leader hanno 90 giorni per negoziare un accordo a lungo termine. Microsoft raggiunge Nvidia nel club dei 4 trilioni di dollari

di Mario Olivari  31/07/2025 15:56

Ftse Mib
43.767,28 17.40.00

-0,52%

Dax 30
23.590,52 23.30.16

-1,20%

Dow Jones
46.590,24 1.07.45

-1,18%

Nasdaq
22.708,07 23.30.00

-0,84%

Euro/Dollaro
1,1588 1.30.28

-0,08%

Spread
74,03 17.30.05

-0,80

Wall Street chiude in negativo. Il Dow Jones termina in rosso dello 0,74% a 44.130,98 punti, il Nasdaq perde lo 0,03% a 21.1122,45 punti e lo S&P 500 cede lo 0,37%a 6.339,55 punti.

Alle 20:00 le borse Usa girano in negativo

I principali indici Usa perdono i guadagni conseguiti in giornata e girano in negativo. L’S&P500 perde uno 0,2%, sopo aver raggiunto un massimo intraday di +0,9%. Il Nasdaq resta in territorio lievemente positivo, guadagnando uno 0,1%, a fronte di un picco giornaliero di +1,3%. Il Dow Jones perde uno 0,5%.

L’attesa è ora per le trimestrali dei giganti della tecnologia Apple e Amazon, con la società di Cupertino che potrebbe rivelare sorprese legate a come i dazi possono aver impattato la domanda dei prodotti e le suply chain. D’altro canto, però, sarà interessante capire l’effetto positivo del dollaro debole sui ricavi delle due multinazionali. Il biglietto verde si è infatti deprezzato di oltre il 5,8% dal 31 marzo (giorno in cui convenzionalmente termina il primo trimestre da un punto di cita contabile) e più del 55% del fatturato di Apple è realizzato al di fuori degli Stati Uniti. Per quanto riguarda Amazon, circa il 31-32% dei ricavi di Amazon proviene da aree al di fuori del Nord America.

A proposito dei Magnifici Sette, risulta interessante, alla luce del traguardo odierno raggiunto da Microsoft, sommare le capitalizzazioni di mercato dei colossi tech che hanno determinato le sorti (data l’ingente concentrazione nei listini) di Nasdaq e S&P500 negli ultimi anni. Le 7 regine di Wall Street hanno ora una capitalizzazione di 19 trilioni di dollari, una cifra comparabile al pil della Cina.

Alle 18:00 le borse Usa perdono parte dei guadagni conseguiti in giornata, ma rimangono positive

L’S&P500 e il Nasdaq guadagnano rispettivamente lo 0,5% e lo 0,9% mentre il Dow Jones scambia nei pressi della parità.

Il colosso tecnologico Microsoft, dopo la lettura dei risultati economici trimestrali relative al secondo trimestre 2025 ha guadagnato nel corso della seduta un 4,42%. Con il rialzo in questione supera i 4 trilioni di dollari di capitalizzazione e raggiunge Nvidia nel’Olimpo della borsa. Un club privè della finanza in cui solo due aziende nella storia hanno avuto accesso.

Proseguono, intanto,  gli sviluppi delle trame commerciali tra gli Stati Uniti e il resto del mondo. Il presidente messicano Claudia Sheinbaum ha dichiarato, dopo una telefonata con il presidente Usa Donald Trump giovedì, che il suo governo è riuscito a evitare un aumento delle tariffe. «Abbiamo evitato l’incremento delle tariffe annunciate per domani e abbiamo 90 giorni per costruire un accordo a lungo termine attraverso il dialogo», ha scritto Sheinbaum su X.

All’inizio di questo mese Trump aveva annunciato che le tariffe sui beni messicani sarebbero salite al 30% a partire da venerdì, rispetto al 25% precedentemente imposto, qualora il Messico non avesse intensificato la lotta contro i cartelli della droga. Tuttavia, il presidente Trump ha confermato di aver accettato di estendere per altri 90 giorni le tariffe esistenti sui prodotti messicani, sottolineando che «le complessità di un accordo con il Messico sono un po’ diverse rispetto ad altre nazioni».

In un post su Truth Social, Trump ha definito «molto riuscita» la conversazione telefonica con la presidente Sheinbaum, aggiungendo che «sempre più ci stiamo conoscendo e comprendendo a vicenda».

Il presidente ha inoltre precisato che rimarranno in vigore una tariffa del 25% sul fentanyl, una del 25% sulle automobili e una del 50% su acciaio, alluminio e rame. La maggior parte delle tariffe esclude le esportazioni messicane che rispettano le regole dell’Usmca.

Infine, Trump ha riferito che il Messico ha accettato di eliminare le barriere non tariffarie al commercio, senza fornire ulteriori dettagli.

Alle 15:30 principali indici Usa aprono positivi trainati dai risultati sopra le attese di Microsoft e Meta, i cui titoli sono balzati all’apertura

L’S&P500 guadagna lo 0,8%, il Nasdaq aumenta dello 0,8% e il Dow Jones dello 0,2%.

Attesa ora per i conti di Apple e Amazon, che chiuderanno la stagione delle trimestrali dei cosiddetti ‘Magnifici Sette’. Il dollaro si indebolisce dopo che gli Stati Uniti e la Corea del Sud hanno raggiunto un accordo commerciale nella tarda serata di mercoledì 30 luglio. Il cambio con l’euro si deprezza dello 0,22% a 1,1427.

Sul fronte degli accordi commerciali il tempo stringe per molti Paesi: la scadenza imposta dal presidente Usa Donald Trump per chiudere nuovi accordi commerciali o subire un aumento delle tariffe scade poco dopo la mezzanotte. Secondo quanto ribadito dalla Casa Bianca, non ci saranno ulteriori proroghe.

L’intesa con Seul, raggiunta nella tarda serata di mercoledì, prevede l’applicazione di dazi al 15%, lo stesso livello imposto a Giappone e Unione Europea. Il nuovo regime si applicherà anche alle auto coreane, una notizia che ha subito colpito in Borsa i titoli di Hyundai e Kia.

Secondo il segretario al Commercio Howard Lutnick, Washington ha siglato nelle ultime ore intese con Cambogia e Thailandia, mentre Trump ha confermato un accordo anche con il Pakistan.

Mercoledì il presidente ha inoltre annunciato dazi del 25% sui beni provenienti dall’India, e un inasprimento al 50% per le importazioni dal Brasile. Sul fronte canadese, però, il dialogo appare in stallo: in un post su Truth Social, Trump ha dichiarato che il sostegno di Ottawa a uno Stato palestinese «renderà molto difficile» la firma di un accordo commerciale con gli Stati Uniti.

Intanto, un tribunale federale d’appello ascolterà giovedì le argomentazioni legali relative alla validità dei dazi introdotti da Trump. A giugno, la corte aveva già concesso all’amministrazione di mantenere in vigore le tariffe in attesa della decisione finale.

Spostandosi in ambito macroeconomico, alle 14:30 ore italiane sono stati rilasciati i dati relativi all’inflazione Pce (Personal Consumption Expenditures) relativo al mese di giugno, l’indicatore preferito dalla Federal Reserve per misurare l’andamento dei prezzi. Nell’anno conclusosi a giugno, l’indice ha registrato un aumento del 2,6%, lievemente superiore rispetto al 2,5% previsto dagli analisti interpellati dal Wall Street Journal.

Anche il dato ‘core’, che esclude le componenti più volatili come alimentari ed energia, ha mostrato una dinamica leggermente più sostenuta del previsto, segnando un +2,8% annuo. Su base mensile, sia l’indice generale che quello core sono aumentati dello 0,3% rispetto a maggio, in linea con le attese del mercato.

L’obiettivo della Fed è mantenere l’inflazione al 2% su base annua nel lungo periodo, ma già a maggio il Pce si attestava leggermente al di sopra del target. I dati di giugno confermano dunque una pressione inflazionistica ancora persistente, fattore che continuerà a pesare sulle prossime decisioni di politica monetaria della banca centrale.

Ecco cinque titoli da monitorare nel corso della seduta.

1. Microsoft

Il colosso tecnologico guadagna il 6,6% all’apertura di Wall Street dopo aver riportato una trimestrale solida, trainata dalla crescente domanda di servizi cloud e intelligenza artificiale. Se il rialzo sarà confermato in apertura, la capitalizzazione di Microsoft supererà i 4.000 miliardi di dollari.

2. Meta Platforms

Il titolo della società madre di Facebook balza dell’11,3% all’apertura di Wall Street, grazie a risultati che hanno evidenziato una forte crescita dei ricavi pubblicitari, cuore del business.

3. Amazon

Il colosso globale dell’e-commerce pubblicherà i conti del secondo trimestre a mercati chiusi. Le azioni di Amazon segnano +1,4% sull’aspettativa di una lettura positiva.

4. Apple

Apple apre in calo dello 0,3%, in attesa della pubblicazione dei risultati trimestrali dopo la chiusura dei mercati. Il consenso degli analisti prevede utili per azione (eps) pari a 1,43 dollari e ricavi per 89,16 miliardi di dollari nel terzo trimestre dell’anno fiscale 2025, con una crescita stimata del 3,95%. Si tratterebbe di un miglioramento moderato rispetto a 1,40 dollari di eps e 85,78 miliardi di ricavi dello stesso periodo dello scorso anno.

5. Robinhood

La piattaforma di trading online ha battuto le attese sugli utili, ma il titolo apre a -3,8%. Nel 2025 le azioni hanno però quasi triplicato il loro valore, spinte dall'afflusso di capitali retail verso azioni e altri asset.