Ferrari aumenta profitti e ricavi: la Casa di Maranello archivia il secondo trimestre dell’anno con una crescita del 3% dell’utile netto salito a 425 milioni, a fronte di un aumento del fatturato del 4% a 1,787 miliardi.
Nella nota relativa ai conti, la società guidata dal ceo Benedetto Vigna scrive che i dazi Usa non hanno avuto «alcun impatto significativo» sui conti. Anzi, l’azienda ha rimosso ufficialmente il rischio di una compressione dei margini legata ai dazi, grazie anche all’accordo siglato tra Stati Uniti e Unione Europea, che ha contenuto l’impatto tariffario. Ferrari comunica di aver rimosso il rischio di una riduzione dei margini percentuali di 50 punti base.
Il titolo però, in scia alla trimestrale, a Piazza Affari è arrivato a perdere fino al 10% nella seduta di giovedì 31 luglio durante la call di commento, per poi chiudere a -11,6% a quota 385,3 euro. La maggior parte degli analisti giudica deludente la conferma della guidance (speravano in un rialzo) e ritengono quella di Ferrari una crescita che prosegue a un ritmo più lento di quanto sperato.
Nel periodo aprile-giugno i ricavi netti sono saliti del 4,4% su base annua a 1,787 miliardi di euro, sostenuti soprattutto da un mix prodotto più ricco, dal forte contributo delle personalizzazioni e dalla buona performance del segmento lifestyle e delle sponsorizzazioni (+22%). In particolare la divisione Automobili e parti di ricambio ha generato ricavi per 1,507 miliardi (+2,3%), mentre l’area Sponsorizzazioni e proventi commerciali e di marchio è balzata a 205 milioni.
L’utile operativo (ebit) è aumentato dell’8,1% a 552 milioni, con un margine in crescita di 100 punti base al 30,9%, mentre l’ebitda ha raggiunto i 709 milioni (+5,9%), con un margine del 39,7%.
L’utile netto trimestrale si è attestato a 425 milioni, in crescita del 2,9% rispetto ai 413 milioni dello stesso periodo del 2024, con un utile per azione diluito pari a 2,38 euro (+4%).
La performance ha contribuito a una solida generazione di free cash flow industriale, che ha toccato i 232 milioni di euro, nonostante un aumento degli investimenti in R&S e capex per 239 milioni.
Uno dei temi più attesi era proprio l’impatto dei dazi statunitensi introdotti il 3 aprile scorso sulle auto e componenti importati dall’Ue. Ma Ferrari ha precisato che la gran parte delle auto consegnate negli Usa nel secondo trimestre è stata spedita prima dell’entrata in vigore dei nuovi dazi, neutralizzando così eventuali effetti negativi.
Inoltre la società ha rimosso il rischio di una riduzione di 50 punti base nei margini, inserito in precedenza, grazie a minori costi industriali attesi nella seconda parte dell’anno e all’accordo commerciale con Bruxelles-Washington.
Le consegne globali sono rimaste stabili a 3.494 unità, con una dinamica di allocazione strategica che ha visto una tenuta delle Americhe (+1%) e un calo della Cina continentale (-1%). A livello di modelli, le performance migliori sono arrivate dalla 296 GTS, dalla Suv Purosangue e dalla Roma Spider, mentre le consegne della SF90 Spider sono diminuite con l’approssimarsi della fine del ciclo vita.
Nel trimestre, i modelli con motore a combustione interna (Ice) hanno rappresentato il 55% delle consegne, quelli ibridi il 45%.
I risultati del primo semestre rafforzano la fiducia nella guidance per l’intero 2025, che prevede ricavi netti oltre i 7 miliardi (+5% rispetto al 2024), ebitda adjusted pari o superiore a 2,68 miliardi, utile operativo adjusted di almeno 2,03 miliardi, utile per azione (eps) adjusted pari o superiore a 8,60 euro e free cash flow industriale superiore a 1,2 miliardi, in crescita del 17%.
«Questi solidi risultati riflettono la disciplina con cui stiamo eseguendo la nostra strategia», il commento del ceo Vigna. «Continuiamo a investire in innovazione e arricchimento della gamma, alimentando un portafoglio ordini già molto forte. Lo testimonia la domanda per la 296 Speciale e l’ottimo debutto della nuova Ferrari Amalfi».
A fine trimestre, Ferrari ha anche annunciato il rinnovo pluriennale con Fred Vasseur, alla guida della Scuderia Ferrari HP in F1, confermando la volontà di consolidare il progetto sportivo a lungo termine. (riproduzione riservata)