Il giorno prima che il 15 novembre Edoardo Agnelli morisse precipitando da un cavalcavia sulla Savona-Torino poco lontano dalla villa di famiglia, veniva predisposta una bozza di donazione a suo favore della nuda proprietà del 25% della Dicembre, la cassaforte dell’impero, da parte del padre, Gianni Agnelli. Una bozza che avrebbe dovuto essere trasformata in atto vero e proprio nel corso del 2001 davanti al notaio (presumibilmente lo studio Morone, storico professionista di fiducia dell’Avvocato), come dalla data riportata nel testo.
C’è anche questo tra le migliaia di carte sequestrate dalla Guardia di Finanza di Torino su ordine della procura del capoluogo piemontese che ha indagato per frode fiscale e truffa ai danni dello Stato John Elkann, nipote dell’Avvocato, con i fratelli Lapo e Ginevra e alcuni suoi consulenti. Un’inchiesta chiusa con la messa in prova – che sarà decisa entro fine ottobre dal gip - del presidente di Stellantis, che ha già pagato al fisco 183 milioni di euro per le mancate tasse di successione sull’eredità della nonna Marella Caracciolo, la vedova di Gianni Agnelli.
Nell’inchiesta erano coinvolti anche il fratello Lapo Elkann e la sorella Ginevra Elkann, per i quali invece il procuratore aggiunto di Torino Marco Gianoglio e i pm Mario Bendoni e Giulia Marchetti hanno chiesto l’archiviazione, così come per il notaio svizzero Urs von Grünigen. Per l’altro indagato, il commercialista torinese Gianluca Ferrero i pm hanno espresso parere favorevole al patteggiamento. Chiuse invece le indagini per la parte dell’inchiesta che vede indagato per falso ideologico in atto pubblico il notaio torinese Remo Morone per la presunta «anomalia o falsità» dei documenti societari della Dicembre, la società semplice alla base dell’impero Exor, di cui John Elkann è socio di maggioranza.
La bozza di donazione si collega idealmente al testamento, anch’esso ritrovato nel corso dei sequestri sempre presso lo studio dell’avvocato Franzo Grande Stevens, risalente al 1998 nel quale l’Avvocato disponeva che Edoardo ricevesse le stesse quote della Dicembre già assegnate in precedenti disposizioni alla moglie Marella, alla figlia Margherita e al nipote John. Un testamento mai presentato in successione al momento della morte di Gianni, nel 2003.
La bozza ritrovata - che riporta in alto a destra un timbro con la data appunto del 14 novembre 2000, il giorno prima del suicidio di Edoardo - non ha naturalmente un valore legale ma certamente storico, perché può mettere in una prospettiva differente il rapporto tra Gianni ed Edoardo, che il padre evidentemente non aveva intenzione di escludere dalla cassaforte dell’impero, nonostante nel 1996 il primogenito avesse rifiutato di ricevere quelle quote.
Che Edoardo dovesse effettivamente avere un ruolo dentro la Dicembre sembra emergere anche da altri documenti ritrovati sempre nello studio Grande Stevens che MF-Milano Finanza ha potuto leggere: una bozza di verbale della Dicembre con il consenso degli altri soci all’ingresso di Edoardo nella società e poi un’altra con il trasferimento della sede legale della Dicembre.
Questo materiale è tra quelli dell’inchiesta torinese per le quali la difesa di Margherita Agnelli de Pahlen, lo studio Trevisan, ha ottenuto l’ammissione nella causa civile in corso a Torino sulla successione di Marella Caracciolo. Una successione dalla quale Margherita è esclusa in seguito all’accordo transattivo e al patto successorio di diritto svizzero del 2004 con i quali la figlia rinunciò all’eredità del padre e a quella futura della madre in cambio di 1,3 miliardi di euro sul presupposto della conoscenza piena dell’ammontare del patrimonio di Gianni.
Margherita punta ora a rientrare nella successione, contestando anche i testamenti svizzeri della madre. Documenti come questi potranno essere utilizzati dalla difesa di Margherita per contestare la lettura secondo la quale Marella avesse donato le proprie quote della Dicembre a John nel 2004 nella convinzione di dare esecuzione alle volontà di Gianni Agnelli contenute nella cosiddetta «lettera di Monaco» del 17 luglio 1996, nella quale indicava come futuro capo dell’impero proprio il nipote John.
Neanche due anni dopo, il 20 gennaio 1998, Gianni predispose il testamento olografo ritrovato con le perquisizioni - e fino a quel momento sconosciuto - con il quale revocando le precedenti disposizioni lasciava a Edoardo il 25% della Dicembre. Due anni e 10 mesi dopo, la bozza di donazione che avrebbe accelerato l’ingresso del figlio nella cassaforte. L’indomani, quel tragico volo dal cavalcavia.
Il 29 settembre, quando l’avvocato Dario Trevisan ha depositato nell’udienza civile a Torino la copia del testamento ritrovato del 1998, i legali della famiglia Elkann hanno precisato che «il presunto testamento di Gianni Agnelli non incide in alcun modo né sulla successione Agnelli né sulla successione Caracciolo e quindi sull’assetto proprietario della società Dicembre. Al momento del decesso dell’Avvocato, infatti, Edoardo era già scomparso: di conseguenza, le partecipazioni nella Dicembre di proprietà di Gianni Agnelli sono state trasmesse alla moglie Marella e alla figlia Margherita».
Mercoledi 15 replicano alle nuove indiscrezioni in maniera molto dura: «Siamo sconcertati dinanzi all’utilizzo mediatico di documenti processuali che non hanno alcun valore giuridico e che sono stati considerati del tutto irrilevanti anche nello stesso procedimento nel quale sono stati raccolti, con l’unico scopo di suscitare sensazionalismo nell’opinione pubblica. Dal canto nostro continuiamo a ritenere le aule dei Tribunali e non gli organi di stampa i luoghi preposti per confutare le infondate pretese avversarie.
Segnaliamo, tuttavia, che la selettiva diffusione di documenti processuali omette - non a caso - di renderne noti molti altri da cui si desume che le volontà di Gianni e Marella Agnelli sono state rispettate e adempiute in tutto e per tutto e che Margherita Agnelli ne era perfettamente a conoscenza. I nostri assistiti si riservano ogni iniziativa a difesa loro e della memoria dei nonni Gianni e Marella».
Non si fa attendere neanche la controreplica dei legali di Margherita Agnelli: «Prendiamo atto della pubblicazione di documenti confermativi della volontà Gianni Agnelli di destinare la partecipazione nella Dicembre al figlio Edoardo, cui sono seguite alcune singolari dichiarazioni dei legali dei fratelli Elkann». E ribadiscono come il testamento del 1998 «fosse rimasto completamente ignoto - non solo al pubblico, ma anche
alle parti in causa (quantomeno lato Margherita Agnelli) - fino al suo recente rinvenimento».
Invece i nuovi documenti emersi «costituiscono un’ulteriore prova dell’effettiva intenzione dell’Avvocato Agnelli» che «nemmeno nell’ultima fase della sua vita e pur mantenendo integra la capacità e la facoltà giuridica d’intervenire, non ritenne di disporre della propria partecipazione nella Dicembre in favore di terzi, revocando le disposizioni testamentarie autografe del 1998 a beneficio di Edoardo. Tali elementi assumono significativo rilievo ai fini del procedimento civile in corso, anche per gli atti posti in essere da Marella Caracciolo in ossequio a quanto contenuto nella Lettera di Monaco, nonché per la posizione di Margherita Agnelli». (riproduzione riservata)