Dopo il passo indietro di Unicredit nell’ops su Banco Bpm, Crédit Agricole è determinata a restare il primo azionista dell’istituto di Piazza Meda di cui sta per superare la soglia del 20%. Questo è il messaggio che ieri ha lanciato Clotilde L'Angevin, vice ceo della banque verte, durante la presentazione dei risultati semestrali.
«Ci stiamo organizzando per essere primi azionisti di un Banco Bpm autonomo, che aiuteremo a sviluppare», ha spiegato la manager che ha ribadito l’intenzione di non superare la soglia d’opa della banca italiana. Vogliamo «andare appena sopra il 20% per consolidare la nostra posizione di partner a lungo termine di un Banco Bpm indipendente. Abbiamo annunciato di non voler andare oltre», ha precisato.
Quanto agli scenari di m&a per Piazza Meda L’Angevin ha preferito non sbilanciarsi. «Oggi ci sono molti scenari, molti non dipendono da noi. Proveremo a ottenere il meglio da ciascuno scenario», ha spiegato la manager che ha glissato su una integrazione tra Banco Bpm e la controllata italiana: «Non è l'unico scenario. Ci sono molti scenari diversi e a oggi cercheremo di ottenere il meglio da ogni scenario».
Crédit Agricole archivia il primo semestre in Italia con un risultato netto aggregato di 816 milioni, in linea con l’esercizio precedente, di cui 652 milioni di pertinenza del gruppo. Il risultato testimonia la solidità della banca nel suo secondo mercato domestico e conferma una traiettoria di sviluppo coerente con le linee guida strategiche del gruppo. Il totale dei finanziamenti all’economia ha raggiunto quota 101 miliardi, mentre la raccolta complessiva si è attestata a 340 miliardi.
L’attività commerciale ha mantenuto un passo sostenuto. Nei primi sei mesi dell’anno sono stati acquisiti oltre 107 mila nuovi clienti (+9%), mentre i prodotti di wealth management collocati hanno superato gli 8 miliardi di euro, con un incremento del 13% rispetto al 2024. L’erogazione del credito a famiglie e imprese si è attestata a 4,8 miliardi, con una particolare attenzione a progetti legati alla transizione energetica.
I proventi totali si mantengono stabilmente oltre 1,5 miliardi di euro. Le commissioni sono cresciute del 4% su base annua, sostenute dal buon andamento dei servizi di investimento (+10%). Il margine d’interesse, pur in fisiologico calo, ha mostrato una ripresa congiunturale, registrando un +2% nel secondo trimestre rispetto al primo.
Gli oneri operativi sono aumentati del 2%, in linea con gli investimenti strategici in tecnologia e digitalizzazione e con gli effetti del rinnovo del contratto collettivo nazionale. L’efficienza gestionale si conferma elevata, con un cost/income ratio che resta sotto il 50%, fermandosi al 49,7%.
Il costo del credito scende ai minimi storici, attestandosi a 30 punti base. Il tasso di default si riduce sotto lo 0,6%, mentre l’npe ratio lordo e netto calano rispettivamente al 2,5% e all’1,1%. Migliora anche la copertura dei crediti deteriorati, con un coverage ratio in rialzo di oltre 470 punti base rispetto a dicembre 2024.
La posizione patrimoniale resta solida, con un Cet1 fully loaded vicino al 15% e un Total Capital Ratio intorno al 20%. Anche la liquidità è ampia, con un Lcr al 185%. Continua intanto la diffusione dei canali digitali: oltre l’86% dei clienti è digitalizzato, il 65% utilizza attivamente i servizi online e circa il 92% delle transazioni avviene in modalità digitale.
A livello consolidato, Crédit Agricole Group registra nel primo semestre un utile netto pari a 4,803 miliardi di euro, in aumento dell’8,9% rispetto ai 4,412 miliardi dell’anno precedente. I ricavi totali crescono del 4,3%, raggiungendo quasi 19,9 miliardi di euro, mentre i costi operativi, pari a 11,864 miliardi, aumentano del 5,2% principalmente per effetto degli investimenti a supporto dello sviluppo commerciale e dell’IT. Il cost/income ratio resta stabile al 59,8%.
Il secondo trimestre del 2025 ha inoltre evidenziato un’accelerazione della redditività, con un utile netto di gruppo pari a 2,638 milioni di euro (+30,1% sul secondo trimestre 2024), una crescita dei ricavi del 3,2% e un pre-tax income in rialzo del 19,6% a 3,6 miliardi. Le spese fiscali si sono ridotte del 19%, mentre il contributo di altri asset ha beneficiato della plusvalenza da deconsolidamento di Amundi US.
Banco Bpm ha contribuito positivamente ai conti con un apporto di 109 milioni di euro ai ricavi del corporate centre del gruppo francese, principalmente grazie all’aumento dei dividendi incassati. Un sostegno significativo che ha rafforzato la performance consolidata del gruppo nel periodo.
Soddisfazione da parte dell’amministratore delegato Olivier Gavalda, che ha commentato: «Con questo elevato livello di risultati, siamo fiduciosi nella capacità di Crédit Agricole di raggiungere un utile netto nel 2025 superiore a quello del 2024, escludendo la sovrattassa fiscale. Questi risultati rappresentano una solida base per il piano strategico a medio termine che sarà presentato il 18 novembre». (riproduzione riservata)